«Bondi non ha soldi per Verona»
Enrico Giardini
L’Arena 20/9/2008
Girondini: «Né promesse né fondi straordinari. Ci sono degli arretrati ma di certo non risolvono il problema»
Chiedere un prestito alle banche da 13 milioni di euro e continuare nella politica di stringere la cinghia, cioè rispamiare, «una strada intrapresa, che sta già producendo risultati». Francesco Girondini, sovrintendente della Fondazione Arena, chiamato dal commissario straordinario Salvatore Nastasi a collaborare nel periodo di commissariamento, di due mesi, sintetizza così l'unica via d'uscita per far uscire la Fondazione dalle secche.
Già perché, come precisa Girondini, soldi da Roma se ne vedranno pochi, in futuro, per la lirica. Anche se il Fondo nazionale spettacolo (Fus) non calerà. Il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi ha fatto capire ai 14 dirigenti delle fondazioni liriche che ha incontrato giovedì — presente Girondini, che ha incontrato poi anche Nastasi — di non avere soldi a disposizione per colmare in maniera sostanziale le perdite di esercizio accumulate negli anni (fra cui i 4,6 milioni del 2006 e i 3,7 del 2007, superiori al 30 per cento del patrimonio dell'ente, da cui il commissariamento) tali da provocare un buco di circa 16,5 milioni. A cui andrebbero aggiunte le perdite previste nel 2008.
Nelle casse della Fondazione lirica scaligera potrebbe semmai arrivare una piccola frazione di quei 18 milioni destinati a tutte le 14 fondazioni, derivanti da un fondo di accantonamento nazionale sul Fus. A Verona toccherebbero poche centinaia di migliaia di euro che consentirebbero di ridurre al minimo le perdite del 2008. Anche se dopo l'incontro con Bondi alcuni sovrintendenti hanno inteso che nemmeno questi fondi destinati dalla legge finanziaria 2007 saranno distribuiti nel 2008 e forse neanche nel 2009.
Sovrintendente Girondini, allora Verona deve rimboccarsi le maniche?
È così. Il ministro ci fatto capire che in prospettiva soldi in più non ce ne saranno. Ha solo detto che potrebbe arrivare qualcosa dal fondo di accantonamento, ma poche centinaia di migliaia di euro che non potranno risolvere tutto. Anche se sarà sempre meglio di niente. Al San Carlo di Napoli, invece, pure commissariato, sono arrivate decine di milioni.
Perché a Verona no?
Perché la nostra Fondazione è stata commissariata per un motivo tecnico, diversamente dal San Carlo, in seguito alle perdita di esercizio di due anni, non imputabili alla nostra gestione che, anzi, ha dato segnali di ripresa, ma ai cinque precedenti.
Quali segnali?
Dovremmo chiudere l'esercizio 2008 con un passivo di meno di un milione e di questo ha già preso atto con favore il ministero.
Ferrazza, ex consigliere d'amministrazione della Fondazione, ha detto che l'unico soluzione è consolidare il deficit di 20 milioni e fare un mutuo per ripianarlo a rate. Diversamente, per forza si dovrebbe contrarre l'attività artistica, ma al punto di non avere più entrate. E d'accordo?
Certo, con Ferrazza ne abbiamo già parlato. È ciò che faremo, chiedendo prestiti per 10 milioni alle banche, da pagare con rate da un milione all'anno, e poi per avere tre milioni, liquidi, in cassa, di cui abbiamo bisogno per la gestione corrente. Poi continueremo a risparmiare.
Come?
Già quest'anno abbiamo risparmiato un milione e mezzo di euro per non aver acquistato nuove produzioni di opere. Poi l'obiettivo sarà gestire con oculatezza le risorse, dagli acquisti al personale. Ricordo che la Fondazione ha 330 dipendenti fissi, che arrivano a quasi 1.400 durante la stagione estiva in Arena. Comunque l'offerta artistica non ne risentirà. Al teatro Filarmonico abbiamo programmato 20 serate in più dell'anno scorso.
Ma che ne è del Piano di risanamento Ghinato-Arena, presentato ma non ancora approvato dal cda?
Di piani ne abbiamo visti tanti, ma se i soci privati non danno ulteriori soldi, come prevederebbe il piano per tre anni, per colmare il buco dei 16,5 milioni fino al 2007, si troveranno altre strade. Ma, ripeto, il vero piano di risanamento è già partito. Purtroppo ciò che abbiamo già risparmiato servirà per pagare le rate del mutuo. Intanto, continuerà il lavoro per cercare nuovi soci e sostenitori.
I magazzini di via Gelmetto, ceduti dal Comune alla Fondazione per incrementarne il patrimonio, sono già passati alla Fondazione?
La delibera di Consiglio comunale che autorizzava l'operazione è del 12 luglio 2007, poi serviva un altro passaggio in giunta. Quindi il ministero non poteva contabilizzare quei tre milioni andati al patrimonio della Fondazione nell'esercizio 2007. Così non saremmo stati commissariati.
Il Comune cederà parte dell'Arsenale a patrimonio della Fondazione, che là vi farà la sede. Ma chi pagherà i restauri?
Si vedrà. Ma la patrimonializzazione è un percorso obbligatorio e condivisibile. Quanto ai costi, potremo rivolgerci anche alla Arcus, una società di Stato che finanzia restauri di monumenti storici.
Lei è sotto torchio. Quale accusa le da più dato fastidio?
Quelle rivoltemi per malafede o per ignoranza, di chi non sa come sono andate le cose.
Le cifre
13 mln
IL PRESTITO DA CHIEDERE ALLE BANCHE
Per consolidare e ripianare il deficit, la Fondazione Arena dovrà ricorrere a un mutuo bancario di circa 13 milioni che consentirà anche di avere liquidità per la gestione corrente
1mln
LA PERDITA D'ESERCIZIO PER IL 2008
Secondo le previsioni, e alla luce dei risparmi nella gestione Girondini, il bilancio di quest'anno dovrebbe ridurre le perdite a 1 milione di euro, mentre negli anni precedenti la media era attorno ai 4
330
I DIPENDENTI STABILI DELLA FONDAZIONE
Una delle voci di spesa più importanti nel bilancio della Fondazione Arena è quella del personale. Se i dipendenti fissi sono circa 330, nel pieno della stagione estiva si arriva anche a 1.400 lavoratori
La Cisl: «Nastasi ci convochi subito»
Andrea Sabaini, segretario generale della Fistel-Cisl ha chiesto ieri ufficialmente che il sovrintendente Girondini e il commissario Nastasi incontrino urgentemente i sindacati. «L'impressione che la Fondazione Arena venga continuamente considerata solamente terreno di strumentalizzazione e scontro politico è ormai intollerabile. Basta con il continuo e aperto svilimento del Teatro e dell'importante lavoro artistico prodotto con i suoi lavoratori per attaccare questa o quell'altra amministrazione o per meri interessi politici. Per risolvere i problemi è indispensabile un costruttivo confronto nelle sedi idonee».
Le categorie si devono autotassare
Ma i finanziamenti statali per la Fondazione Arena, da poco commissariata, sono finiti o no? Interviene il coordinatore regionale di Italia dei Valori, on. Antonio Borghesi: «Ben difficilmente, con l'aria che tira, da Roma spediranno a Girondini soldi freschi. E quand'anche arrivassero parliamo di pochi spiccioli, rispetto all'enorme voragine che c'è in bilancio».
Prosegue Borghesi: «Sarà come dare le fragole all'orso. Non serve a niente, neanche all'orso. Forse la via maestra potrebbe essere un'autotassazione obbligatoria delle categorie che traggono i maggiori vantaggi dalla stagione lirica, indispensabile volano dell'economia veronese».
Enrico Giardini
L’Arena 20/9/2008
Girondini: «Né promesse né fondi straordinari. Ci sono degli arretrati ma di certo non risolvono il problema»
Chiedere un prestito alle banche da 13 milioni di euro e continuare nella politica di stringere la cinghia, cioè rispamiare, «una strada intrapresa, che sta già producendo risultati». Francesco Girondini, sovrintendente della Fondazione Arena, chiamato dal commissario straordinario Salvatore Nastasi a collaborare nel periodo di commissariamento, di due mesi, sintetizza così l'unica via d'uscita per far uscire la Fondazione dalle secche.
Già perché, come precisa Girondini, soldi da Roma se ne vedranno pochi, in futuro, per la lirica. Anche se il Fondo nazionale spettacolo (Fus) non calerà. Il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi ha fatto capire ai 14 dirigenti delle fondazioni liriche che ha incontrato giovedì — presente Girondini, che ha incontrato poi anche Nastasi — di non avere soldi a disposizione per colmare in maniera sostanziale le perdite di esercizio accumulate negli anni (fra cui i 4,6 milioni del 2006 e i 3,7 del 2007, superiori al 30 per cento del patrimonio dell'ente, da cui il commissariamento) tali da provocare un buco di circa 16,5 milioni. A cui andrebbero aggiunte le perdite previste nel 2008.
Nelle casse della Fondazione lirica scaligera potrebbe semmai arrivare una piccola frazione di quei 18 milioni destinati a tutte le 14 fondazioni, derivanti da un fondo di accantonamento nazionale sul Fus. A Verona toccherebbero poche centinaia di migliaia di euro che consentirebbero di ridurre al minimo le perdite del 2008. Anche se dopo l'incontro con Bondi alcuni sovrintendenti hanno inteso che nemmeno questi fondi destinati dalla legge finanziaria 2007 saranno distribuiti nel 2008 e forse neanche nel 2009.
Sovrintendente Girondini, allora Verona deve rimboccarsi le maniche?
È così. Il ministro ci fatto capire che in prospettiva soldi in più non ce ne saranno. Ha solo detto che potrebbe arrivare qualcosa dal fondo di accantonamento, ma poche centinaia di migliaia di euro che non potranno risolvere tutto. Anche se sarà sempre meglio di niente. Al San Carlo di Napoli, invece, pure commissariato, sono arrivate decine di milioni.
Perché a Verona no?
Perché la nostra Fondazione è stata commissariata per un motivo tecnico, diversamente dal San Carlo, in seguito alle perdita di esercizio di due anni, non imputabili alla nostra gestione che, anzi, ha dato segnali di ripresa, ma ai cinque precedenti.
Quali segnali?
Dovremmo chiudere l'esercizio 2008 con un passivo di meno di un milione e di questo ha già preso atto con favore il ministero.
Ferrazza, ex consigliere d'amministrazione della Fondazione, ha detto che l'unico soluzione è consolidare il deficit di 20 milioni e fare un mutuo per ripianarlo a rate. Diversamente, per forza si dovrebbe contrarre l'attività artistica, ma al punto di non avere più entrate. E d'accordo?
Certo, con Ferrazza ne abbiamo già parlato. È ciò che faremo, chiedendo prestiti per 10 milioni alle banche, da pagare con rate da un milione all'anno, e poi per avere tre milioni, liquidi, in cassa, di cui abbiamo bisogno per la gestione corrente. Poi continueremo a risparmiare.
Come?
Già quest'anno abbiamo risparmiato un milione e mezzo di euro per non aver acquistato nuove produzioni di opere. Poi l'obiettivo sarà gestire con oculatezza le risorse, dagli acquisti al personale. Ricordo che la Fondazione ha 330 dipendenti fissi, che arrivano a quasi 1.400 durante la stagione estiva in Arena. Comunque l'offerta artistica non ne risentirà. Al teatro Filarmonico abbiamo programmato 20 serate in più dell'anno scorso.
Ma che ne è del Piano di risanamento Ghinato-Arena, presentato ma non ancora approvato dal cda?
Di piani ne abbiamo visti tanti, ma se i soci privati non danno ulteriori soldi, come prevederebbe il piano per tre anni, per colmare il buco dei 16,5 milioni fino al 2007, si troveranno altre strade. Ma, ripeto, il vero piano di risanamento è già partito. Purtroppo ciò che abbiamo già risparmiato servirà per pagare le rate del mutuo. Intanto, continuerà il lavoro per cercare nuovi soci e sostenitori.
I magazzini di via Gelmetto, ceduti dal Comune alla Fondazione per incrementarne il patrimonio, sono già passati alla Fondazione?
La delibera di Consiglio comunale che autorizzava l'operazione è del 12 luglio 2007, poi serviva un altro passaggio in giunta. Quindi il ministero non poteva contabilizzare quei tre milioni andati al patrimonio della Fondazione nell'esercizio 2007. Così non saremmo stati commissariati.
Il Comune cederà parte dell'Arsenale a patrimonio della Fondazione, che là vi farà la sede. Ma chi pagherà i restauri?
Si vedrà. Ma la patrimonializzazione è un percorso obbligatorio e condivisibile. Quanto ai costi, potremo rivolgerci anche alla Arcus, una società di Stato che finanzia restauri di monumenti storici.
Lei è sotto torchio. Quale accusa le da più dato fastidio?
Quelle rivoltemi per malafede o per ignoranza, di chi non sa come sono andate le cose.
Le cifre
13 mln
IL PRESTITO DA CHIEDERE ALLE BANCHE
Per consolidare e ripianare il deficit, la Fondazione Arena dovrà ricorrere a un mutuo bancario di circa 13 milioni che consentirà anche di avere liquidità per la gestione corrente
1mln
LA PERDITA D'ESERCIZIO PER IL 2008
Secondo le previsioni, e alla luce dei risparmi nella gestione Girondini, il bilancio di quest'anno dovrebbe ridurre le perdite a 1 milione di euro, mentre negli anni precedenti la media era attorno ai 4
330
I DIPENDENTI STABILI DELLA FONDAZIONE
Una delle voci di spesa più importanti nel bilancio della Fondazione Arena è quella del personale. Se i dipendenti fissi sono circa 330, nel pieno della stagione estiva si arriva anche a 1.400 lavoratori
La Cisl: «Nastasi ci convochi subito»
Andrea Sabaini, segretario generale della Fistel-Cisl ha chiesto ieri ufficialmente che il sovrintendente Girondini e il commissario Nastasi incontrino urgentemente i sindacati. «L'impressione che la Fondazione Arena venga continuamente considerata solamente terreno di strumentalizzazione e scontro politico è ormai intollerabile. Basta con il continuo e aperto svilimento del Teatro e dell'importante lavoro artistico prodotto con i suoi lavoratori per attaccare questa o quell'altra amministrazione o per meri interessi politici. Per risolvere i problemi è indispensabile un costruttivo confronto nelle sedi idonee».
Le categorie si devono autotassare
Ma i finanziamenti statali per la Fondazione Arena, da poco commissariata, sono finiti o no? Interviene il coordinatore regionale di Italia dei Valori, on. Antonio Borghesi: «Ben difficilmente, con l'aria che tira, da Roma spediranno a Girondini soldi freschi. E quand'anche arrivassero parliamo di pochi spiccioli, rispetto all'enorme voragine che c'è in bilancio».
Prosegue Borghesi: «Sarà come dare le fragole all'orso. Non serve a niente, neanche all'orso. Forse la via maestra potrebbe essere un'autotassazione obbligatoria delle categorie che traggono i maggiori vantaggi dalla stagione lirica, indispensabile volano dell'economia veronese».
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