VERONA - Assegno di 20mila euro per la villa romana
Gerardo Musuraca
L'Arena 04/09/2008
Ventimila euro di contributo in arrivo da Venezia per le indagini archeologiche alla villa romana. Per il terzo anno consecutivo pochi giorni fa, dalla giunta veneta è stato destinato un fondo speciale, su 588 mila euro complessivi, per uno dei più importanti ritrovamenti di epoca romana della regione. Il sito, che si trova a Castelletto di Brenzone, proprio alle spalle della chiesetta di San Zèn de l’Oselèt, riesce ad attirare l’interesse e ottenere soldi dalla Sovrintendenza e dalla Regione, intenzionate a favorire la conclusione del progetto di copertura e di musealizzazione delle antiche mura e delle stanze ritrovate circa tre anni fa casualmente, durante i lavori di ampliamento del Campo Santo.
A giugno l’amministrazione comunale guidata dal sindaco, Giacomo Simonelli, aveva fatto anche il bis con l’iniziativa «Porte aperte agli scavi archeologici», organizzata e gestita in collaborazione con il ministero per i Beni e le attività culturali, la Regione e la Sovrintendenza ai beni archeologici.
La villa romana e la chiesa di San Zen de L’Oselèt infatti non stanno smettendo di svelare sorprese destando così l’interesse di esperti provenienti non solo dall’Italia ma da varie parti d’Europa. Gli ultimi ad arrivare, in ordine di tempo, erano stati i sovrintendenti di Barcellona che, il 30 maggio scorso, erano venuti apposta dalla penisola iberica in sopralluogo assieme all’architetto Libero Cecchini, alla dottoressa Brunella Bruno, della Sovrintendenza per i beni archeologici del Veneto, alla sua responsabile regionale, Anna Maria Mastelloni, e alle colleghe Anna Malavolta, del patrimonio storico- artistico e all’architetto Ferrari, dei Beni monumentali.
Un pool di prestigio riunito per ragionare sul come procedere nella tutela dei ritrovamenti delle antiche mura, dell’ossario all’interno della chiesa di San Zen de l’Oselèt, dei monili e di poche monete antiche, ritrovate sotto qualche centimetro di terra durante gli scavi. Oltre ai muri della villa romana, in alcuni punti alti anche tre metri, a Castelletto sono state ritrovate parti di scheletri umani ben conservati.
Negli anni scorsi l’amministrazione comunale aveva stanziato dapprima 15 mila e poi altri 10 mila euro per il recupero e la messa in sicurezza di quanto ritrovato mentre, anche dalla Regione Veneto, erano arrivati due contributi, di 28 e 30 mila euro rispettivamente, per proseguire gli scavi e salvaguardare il tutto, recuperato dall’oblio e dall’usura del tempo con idonea copertura.
«In quegli scavi», aveva spiegato Brunella Bruno, «ci sono ritrovamenti di importanza tale da fare ritenere che lì ci fosse una necropoli di epoca alto-medioevale, poi distrutta dall’ampliamento che la chiesa ha subito successivamente. La villa romana era verosimilmente ampia, simile a quelle già note e studiate sulla sponda bresciana, nei paesi di Toscolano, Desenzano e Sirmione. A Sirmione il tutto è già stato anche musealizzato», cosa che dovrebbe avvenire anche a Brenzone, secondo le intenzioni del sindaco Simonelli. E a breve dovrebbero iniziare anche i lavori di copertura provvisoria della villa e poi potrebbero partire quelli di salvaguardia definitiva e di messa in sicurezza dell’intero sito archeologico.
«Questo contributo di 20 mila euro», hanno chiuso in questi giorni dal municipio di Brenzone, «ci aiuterà a proseguire questo intervento di notevole livello culturale alla villa romana e agli scavi archeologici. Una volta terminato, il tutto potrebbe diventare una vera e propria attrazione turistica, visto che vorremmo collocare la villa e la chiesa di San Zèn de l’Oselèt all’interno di un circuito di visite, che comprenda anche altri edifici votivi sparsi su tutto il nostro territorio comunale e nelle frazioni di Brenzone".
Gerardo Musuraca
L'Arena 04/09/2008
Ventimila euro di contributo in arrivo da Venezia per le indagini archeologiche alla villa romana. Per il terzo anno consecutivo pochi giorni fa, dalla giunta veneta è stato destinato un fondo speciale, su 588 mila euro complessivi, per uno dei più importanti ritrovamenti di epoca romana della regione. Il sito, che si trova a Castelletto di Brenzone, proprio alle spalle della chiesetta di San Zèn de l’Oselèt, riesce ad attirare l’interesse e ottenere soldi dalla Sovrintendenza e dalla Regione, intenzionate a favorire la conclusione del progetto di copertura e di musealizzazione delle antiche mura e delle stanze ritrovate circa tre anni fa casualmente, durante i lavori di ampliamento del Campo Santo.
A giugno l’amministrazione comunale guidata dal sindaco, Giacomo Simonelli, aveva fatto anche il bis con l’iniziativa «Porte aperte agli scavi archeologici», organizzata e gestita in collaborazione con il ministero per i Beni e le attività culturali, la Regione e la Sovrintendenza ai beni archeologici.
La villa romana e la chiesa di San Zen de L’Oselèt infatti non stanno smettendo di svelare sorprese destando così l’interesse di esperti provenienti non solo dall’Italia ma da varie parti d’Europa. Gli ultimi ad arrivare, in ordine di tempo, erano stati i sovrintendenti di Barcellona che, il 30 maggio scorso, erano venuti apposta dalla penisola iberica in sopralluogo assieme all’architetto Libero Cecchini, alla dottoressa Brunella Bruno, della Sovrintendenza per i beni archeologici del Veneto, alla sua responsabile regionale, Anna Maria Mastelloni, e alle colleghe Anna Malavolta, del patrimonio storico- artistico e all’architetto Ferrari, dei Beni monumentali.
Un pool di prestigio riunito per ragionare sul come procedere nella tutela dei ritrovamenti delle antiche mura, dell’ossario all’interno della chiesa di San Zen de l’Oselèt, dei monili e di poche monete antiche, ritrovate sotto qualche centimetro di terra durante gli scavi. Oltre ai muri della villa romana, in alcuni punti alti anche tre metri, a Castelletto sono state ritrovate parti di scheletri umani ben conservati.
Negli anni scorsi l’amministrazione comunale aveva stanziato dapprima 15 mila e poi altri 10 mila euro per il recupero e la messa in sicurezza di quanto ritrovato mentre, anche dalla Regione Veneto, erano arrivati due contributi, di 28 e 30 mila euro rispettivamente, per proseguire gli scavi e salvaguardare il tutto, recuperato dall’oblio e dall’usura del tempo con idonea copertura.
«In quegli scavi», aveva spiegato Brunella Bruno, «ci sono ritrovamenti di importanza tale da fare ritenere che lì ci fosse una necropoli di epoca alto-medioevale, poi distrutta dall’ampliamento che la chiesa ha subito successivamente. La villa romana era verosimilmente ampia, simile a quelle già note e studiate sulla sponda bresciana, nei paesi di Toscolano, Desenzano e Sirmione. A Sirmione il tutto è già stato anche musealizzato», cosa che dovrebbe avvenire anche a Brenzone, secondo le intenzioni del sindaco Simonelli. E a breve dovrebbero iniziare anche i lavori di copertura provvisoria della villa e poi potrebbero partire quelli di salvaguardia definitiva e di messa in sicurezza dell’intero sito archeologico.
«Questo contributo di 20 mila euro», hanno chiuso in questi giorni dal municipio di Brenzone, «ci aiuterà a proseguire questo intervento di notevole livello culturale alla villa romana e agli scavi archeologici. Una volta terminato, il tutto potrebbe diventare una vera e propria attrazione turistica, visto che vorremmo collocare la villa e la chiesa di San Zèn de l’Oselèt all’interno di un circuito di visite, che comprenda anche altri edifici votivi sparsi su tutto il nostro territorio comunale e nelle frazioni di Brenzone".
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