Galan: 3,6 milioni di euro tolti alla cultura del Veneto
Sergio Frigo
09 AGOSTO 2008, IL GAZZETTINO ONLINE
Ammontano a 3 milioni e 650mila euro i tagli della Finanziaria agli interventi di recupero dei beni culturali nel Veneto. Senza i finanziamenti ministeriali rischiano ora di fermarsi il ripristino del Teatro di Schio (quasi 2 milioni e mezzo di euro già stanziati dal Ministero), quello della casa del fascio di Piazzola sul Brenta (un milione), il recupero del Tempio Ossario di Bassano (200mila euro). E tornano a rischio anche i tre milioni destinati al restauro del Castello dei Carraresi a Padova. A protestare è lo stesso Presidente della Regione, Giancarlo Galan: «Il risanamento economico è necessario, ma non si possono penalizzare cultura e istruzione, che sono le nostre principali risorse».
Il presidente della Regione Galan: «Giusto ridurre le spese, ma questa Finanziaria toglie al Veneto 3 milioni e 650mila euro solo in questo settore»
«Beni culturali, troppi tagli»
A rischio i restauri del teatro di Schio, della casa del fascio a Piazzola, del castello carrarese a Padova
I due milioni e mezzo di euro per il ripristino del teatro di Schio? Cancellati! Il milione per il restauro della casa del fascio di Piazzola sul Brenta? Cancellato! I 200mila euro per la sistemazione del Tempio Ossario di Bassano? Cancellati! I tre milioni per il restauro del Castello dei Carraresi a Padova? Pericolosamente in bilico. E si potrebbe continuare.
Insomma: i tagli della Finanziaria appena approvata dal Governo avranno effetti pesanti sui beni culturali del Veneto. E a lamentarsene (prima ancora delle opposizioni, che forse non se ne sono ancora accorte), è lo stesso presidente della Regione, Giancarlo Galan. Beninteso, il Governatore è convinto della necessità del risanamento economico, e di una potatura anche anche più drastica di alcuni costi. Ma quelli per la cultura, vero e proprio carburante dell'economia nazionale, quelli proprio no!
«A scanso di equivoci, io condivido quello che sta facendo Tremonti - dice Galan - Penso anch'io che sia necessaria una decisa razionalizzazione della spesa pubblica, che è uno dei drammi del nostro Paese, con tutti i governi: e la cura non può che essere questa.Ma non posso non condividere alcune osservazioni critiche che ho letto in questi giorni sui giornali: per restare nel campo culturale, sono proprio necessari sette conservatori nel Veneto? Raggiungono tutti un livello di eccellenza, e formano al meglio i giovani musicisti? Non si potrebbe ridurne il numero, per ottimizzarne le prestazioni? Oppure l'Arsenale di Venezia: a cosa serve attualmente, al di là dell'utilizzazione della Biennale? É opportuno che ospiti ancora un presidio della Marina Militare? E per quale frontiera, quella di Vladivostok?»
Lei è d'accordo con i tagli, ma...?
«Ma ci sono due settori, come la cultura e l'istruzione, che non si devono penalizzare, perchè costituiscono le maggiori risorse per il nostro Paese, e per i quali da tempo aspettiamo un'inversione di tendenza. E non lo dice solo il professor Settis, ma lo stesso ministro Bondi».
Quali saranno le ricadute di questi interventi sul Veneto?
«Parecchie, a partire da una serie di operazioni di restauro per le quali si era già avviato l'iter, con il pieno appoggio della Regione: si parla complessivamente di 3 milioni e 650mila euro. Prendiamo Schio, e tutta l'area pedemontana che è stata l'avanguardia dell'industrializzazione italiana, e che ha in corso - come altre città europee di antica industrializzazione, come Cardiff, o Newcastle - un ambizioso programma di anto-ripensamento e di trasformazione in senso creativo (testimoniato anche dall'iniziativa "Innovetion Valley") che passa anche per la riscoperta e la rivalutazione del patrimonio industriale e culturale. Ebbene, a Schio perdiamo i finanziamenti che dovevano permettere alla città di rimettere in piedi il proprio teatro, grazie a quasi due milioni e mezzo di stanziamenti ministeriali».Altri tagli particolarmente dolorosi?
«A Piazzola sul Brenta era stato stanziato un milione di euro per il restauro della vecchia Casa del Fascio, uno dei vanti del Veneto nel suo puro stile razionalista, destinata ad ospitare la nuova biblioteca, con l'annesso Auditorium. Eliminati anche quelli. E tagliati anche i 200mila euro destinati al recupero del Tempio Ossario di Bassano. E potrebbero presentarsi problemi inaspettati di finanziamento anche per il restauro del Castello Carrarese di Padova, uno dei monumenti più importanti nella storia del Veneto, su cui la Regione si era a lungo confrontata con la Sovrintendenza e il Comune, ottenendo infine uno stanziamento pubblico di circa 3 milioni».
Cosa farà la Regione?
«Continueremo a cercare la collaborazione del ministero per salvaguardare quanto possibile, nella speranza che dopo la cura da cavallo la febbre passi e si possano riconsiderare alcune scelte. E continueremo a chiedere ai sindaci di segnalarci gli edifici brutti e illegali che come assessorato alla cultura intendiamo far abbattere, per promuovere la cultura del bello nella nostra regione: anche se sono stati tagliati proprio i 45 milioni su base triennale che erano stati messi a nostra disposizione a questo scopo, dopo l'approvazione del Codice Urbani da parte del ministro Rutelli. Dobbiamo far capire chequeste sono tutte nostre potenzialità che vengono meno, colpendo oltretutto un settore da sempre penalizzato nei finanziamenti».
Sergio Frigo
09 AGOSTO 2008, IL GAZZETTINO ONLINE
Ammontano a 3 milioni e 650mila euro i tagli della Finanziaria agli interventi di recupero dei beni culturali nel Veneto. Senza i finanziamenti ministeriali rischiano ora di fermarsi il ripristino del Teatro di Schio (quasi 2 milioni e mezzo di euro già stanziati dal Ministero), quello della casa del fascio di Piazzola sul Brenta (un milione), il recupero del Tempio Ossario di Bassano (200mila euro). E tornano a rischio anche i tre milioni destinati al restauro del Castello dei Carraresi a Padova. A protestare è lo stesso Presidente della Regione, Giancarlo Galan: «Il risanamento economico è necessario, ma non si possono penalizzare cultura e istruzione, che sono le nostre principali risorse».
Il presidente della Regione Galan: «Giusto ridurre le spese, ma questa Finanziaria toglie al Veneto 3 milioni e 650mila euro solo in questo settore»
«Beni culturali, troppi tagli»
A rischio i restauri del teatro di Schio, della casa del fascio a Piazzola, del castello carrarese a Padova
I due milioni e mezzo di euro per il ripristino del teatro di Schio? Cancellati! Il milione per il restauro della casa del fascio di Piazzola sul Brenta? Cancellato! I 200mila euro per la sistemazione del Tempio Ossario di Bassano? Cancellati! I tre milioni per il restauro del Castello dei Carraresi a Padova? Pericolosamente in bilico. E si potrebbe continuare.
Insomma: i tagli della Finanziaria appena approvata dal Governo avranno effetti pesanti sui beni culturali del Veneto. E a lamentarsene (prima ancora delle opposizioni, che forse non se ne sono ancora accorte), è lo stesso presidente della Regione, Giancarlo Galan. Beninteso, il Governatore è convinto della necessità del risanamento economico, e di una potatura anche anche più drastica di alcuni costi. Ma quelli per la cultura, vero e proprio carburante dell'economia nazionale, quelli proprio no!
«A scanso di equivoci, io condivido quello che sta facendo Tremonti - dice Galan - Penso anch'io che sia necessaria una decisa razionalizzazione della spesa pubblica, che è uno dei drammi del nostro Paese, con tutti i governi: e la cura non può che essere questa.Ma non posso non condividere alcune osservazioni critiche che ho letto in questi giorni sui giornali: per restare nel campo culturale, sono proprio necessari sette conservatori nel Veneto? Raggiungono tutti un livello di eccellenza, e formano al meglio i giovani musicisti? Non si potrebbe ridurne il numero, per ottimizzarne le prestazioni? Oppure l'Arsenale di Venezia: a cosa serve attualmente, al di là dell'utilizzazione della Biennale? É opportuno che ospiti ancora un presidio della Marina Militare? E per quale frontiera, quella di Vladivostok?»
Lei è d'accordo con i tagli, ma...?
«Ma ci sono due settori, come la cultura e l'istruzione, che non si devono penalizzare, perchè costituiscono le maggiori risorse per il nostro Paese, e per i quali da tempo aspettiamo un'inversione di tendenza. E non lo dice solo il professor Settis, ma lo stesso ministro Bondi».
Quali saranno le ricadute di questi interventi sul Veneto?
«Parecchie, a partire da una serie di operazioni di restauro per le quali si era già avviato l'iter, con il pieno appoggio della Regione: si parla complessivamente di 3 milioni e 650mila euro. Prendiamo Schio, e tutta l'area pedemontana che è stata l'avanguardia dell'industrializzazione italiana, e che ha in corso - come altre città europee di antica industrializzazione, come Cardiff, o Newcastle - un ambizioso programma di anto-ripensamento e di trasformazione in senso creativo (testimoniato anche dall'iniziativa "Innovetion Valley") che passa anche per la riscoperta e la rivalutazione del patrimonio industriale e culturale. Ebbene, a Schio perdiamo i finanziamenti che dovevano permettere alla città di rimettere in piedi il proprio teatro, grazie a quasi due milioni e mezzo di stanziamenti ministeriali».Altri tagli particolarmente dolorosi?
«A Piazzola sul Brenta era stato stanziato un milione di euro per il restauro della vecchia Casa del Fascio, uno dei vanti del Veneto nel suo puro stile razionalista, destinata ad ospitare la nuova biblioteca, con l'annesso Auditorium. Eliminati anche quelli. E tagliati anche i 200mila euro destinati al recupero del Tempio Ossario di Bassano. E potrebbero presentarsi problemi inaspettati di finanziamento anche per il restauro del Castello Carrarese di Padova, uno dei monumenti più importanti nella storia del Veneto, su cui la Regione si era a lungo confrontata con la Sovrintendenza e il Comune, ottenendo infine uno stanziamento pubblico di circa 3 milioni».
Cosa farà la Regione?
«Continueremo a cercare la collaborazione del ministero per salvaguardare quanto possibile, nella speranza che dopo la cura da cavallo la febbre passi e si possano riconsiderare alcune scelte. E continueremo a chiedere ai sindaci di segnalarci gli edifici brutti e illegali che come assessorato alla cultura intendiamo far abbattere, per promuovere la cultura del bello nella nostra regione: anche se sono stati tagliati proprio i 45 milioni su base triennale che erano stati messi a nostra disposizione a questo scopo, dopo l'approvazione del Codice Urbani da parte del ministro Rutelli. Dobbiamo far capire chequeste sono tutte nostre potenzialità che vengono meno, colpendo oltretutto un settore da sempre penalizzato nei finanziamenti».
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