VERONA - PATRIMONIO. Nuova difesa di Palazzo Forti
Sabato 12 Luglio 2008 L'Arena
I consiglieri provinciali del Pd Sterzi e D’Arienzo con l’architetto Daniela Cavallo aderiscono all’appello contro l’alienazione degli edifici storici
«Non si deve vendere l’anima di Verona, rappresenta cultura, passato e futuro»
«Aderiamo all’appello degli intellettuali veronesi, dicendo un secco no alle vendite dell’anima di Verona».
Questa è la dichiarazione d'intenti dei consiglieri provinciali del Pd, Luciano Sterzi e Vincenzo D’Arienzo, per l’occasione supportati dall’architetta Daniela Cavallo.
Palazzo Forti, Palazzo Pompei, Palazzo Gobetti e il Convento di San Domenico sono i beni architettonici di proprietà del Comune, che saranno messi in vendita. Il dissenso sull’alienazione dei «gioielli di famiglia» parte da sinistra, ma anche da destra, visto che esponenti di An e di Forza Italia si sono già espressi negativamente. La Lega e una parte di Fi, però, controbattono che grazie ai soldi ricavati dalle vendite si potrebbero risolvere tanti problemi della città, come quello dell’Arsenale. «Neppure durante la guerra sono stati messi all’asta i beni che rappresentano il patrimonio culturale della città», sottolinea Cavallo, che si chiede: «Cosa abbiamo in cambio? I nostri avi hanno faticosamente costruito delle opere che dovevano appartenere alla collettività. Alienarle è l’unico modo possibile per risolvere i problemi di liquidità? Non c’è una soluzione diversa?».
Ed è proprio una ricerca di dialogo quella che lancia Sterzi: «Parliamone, perché il decisionismo in questo caso è sbagliato. Soprattutto se cìè in ballo un patrimonio di tutti, che rappresenta cultura, memoria e futuro di Verona».
Il parere dell’architetto Cavallo è che «urge una seria riflessione anche sul passato e su Castel San Pietro». La considerazione di D’Arienzo, peraltro, addebita «alla mentalità della destra questa poca considerazione per il patrimonio culturale, ricordando che anche la Provincia ha messo in vendita Palazzo Bottagisio e altre testimonianze del passato scaligero». In realtà, parte del centrodestra non è allineata alla volontà della Lega. Un’ultima considerazione di D’Arienzo sui rapporti fra cultura e politica: «Il sovrintendente della Fondazione Arena, Francesco Girondini, era stato invitato dal presidente Mosele a partecipare alla seduta dell’altro ieri del Consiglio provinciale per rassicurare il nuovo socio, la Provincia, sulla situazione dell’ex ente lirico. Malauguratamente, il sovrintendente non si è fatto vedere».
Nel Consiglio sono stati approvati il rendiconto del bilancio 2007 e la surroga del neo assessore Gianni Panato con Corrado Fanton.R.C.
Sabato 12 Luglio 2008 L'Arena
I consiglieri provinciali del Pd Sterzi e D’Arienzo con l’architetto Daniela Cavallo aderiscono all’appello contro l’alienazione degli edifici storici
«Non si deve vendere l’anima di Verona, rappresenta cultura, passato e futuro»
«Aderiamo all’appello degli intellettuali veronesi, dicendo un secco no alle vendite dell’anima di Verona».
Questa è la dichiarazione d'intenti dei consiglieri provinciali del Pd, Luciano Sterzi e Vincenzo D’Arienzo, per l’occasione supportati dall’architetta Daniela Cavallo.
Palazzo Forti, Palazzo Pompei, Palazzo Gobetti e il Convento di San Domenico sono i beni architettonici di proprietà del Comune, che saranno messi in vendita. Il dissenso sull’alienazione dei «gioielli di famiglia» parte da sinistra, ma anche da destra, visto che esponenti di An e di Forza Italia si sono già espressi negativamente. La Lega e una parte di Fi, però, controbattono che grazie ai soldi ricavati dalle vendite si potrebbero risolvere tanti problemi della città, come quello dell’Arsenale. «Neppure durante la guerra sono stati messi all’asta i beni che rappresentano il patrimonio culturale della città», sottolinea Cavallo, che si chiede: «Cosa abbiamo in cambio? I nostri avi hanno faticosamente costruito delle opere che dovevano appartenere alla collettività. Alienarle è l’unico modo possibile per risolvere i problemi di liquidità? Non c’è una soluzione diversa?».
Ed è proprio una ricerca di dialogo quella che lancia Sterzi: «Parliamone, perché il decisionismo in questo caso è sbagliato. Soprattutto se cìè in ballo un patrimonio di tutti, che rappresenta cultura, memoria e futuro di Verona».
Il parere dell’architetto Cavallo è che «urge una seria riflessione anche sul passato e su Castel San Pietro». La considerazione di D’Arienzo, peraltro, addebita «alla mentalità della destra questa poca considerazione per il patrimonio culturale, ricordando che anche la Provincia ha messo in vendita Palazzo Bottagisio e altre testimonianze del passato scaligero». In realtà, parte del centrodestra non è allineata alla volontà della Lega. Un’ultima considerazione di D’Arienzo sui rapporti fra cultura e politica: «Il sovrintendente della Fondazione Arena, Francesco Girondini, era stato invitato dal presidente Mosele a partecipare alla seduta dell’altro ieri del Consiglio provinciale per rassicurare il nuovo socio, la Provincia, sulla situazione dell’ex ente lirico. Malauguratamente, il sovrintendente non si è fatto vedere».
Nel Consiglio sono stati approvati il rendiconto del bilancio 2007 e la surroga del neo assessore Gianni Panato con Corrado Fanton.R.C.
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