NEGRAR. Un’area collinare protetta lungo il sentiero E5: la chiedono Wwf e Lessinia Europa
28/11/2008 - L'ARENA
Il «corridoio verde» anticiperà il Parco
Presentate le osservazioni al Piano di assetto territoriale «Regole urbanistiche omogenee con quelle di Verona»
Un corridoio naturalistico che unisca il centro storico di Verona con il cuore della Lessinia e i suoi capolavori della natura, come il Ponte di Veja, attraverso l’asse portante del sentiero europeo E5 che dal lago di Costanza arriva al mare Adriatico. Un percorso compreso nei comuni di Verona e Negrar, all’interno di una fascia unica per valenze naturalistiche, paesaggistiche e ambientali.
È questo da anni il sogno dell’associazione «Lessinia Europa», un sogno che può tramutarsi in realtà se questa porzione viene tutelata come si deve tramite i nuovi strumenti urbanistici - in primis il Piano di assetto territoriale - che gli amministratori hanno a disposizione per disegnare il futuro, tutelare l’ambiente e le attività produttive, garantire un’equilibrata qualità della vita.
In questa logica e con questo obiettivo davanti agli occhi, l’associazione ha presentato all’amministrazione di Negrar, insieme alla sezione veronese del Wwf, una serie di osservazioni al Pat che riguardano la porzione orientale del territorio, coerentemente con quanto già più volte segnalato alla maggioranza guidata da Alberto Mion. Un lavoro già portato a termine con il Comune di Verona, che ha recepito in toto, sia da un punto di vista cartografico che normativo, le indicazioni di «Lessinia Europa».
«Nell’ottica di tale progetto abbiamo operato contestualmente nei due Comuni», spiega l’ingegner Emanuele Napolitano, «presentando nella fase di concertazione dei rispettivi Pat alcune osservazioni e proposte progettuali. Il Piano del Comune di Verona ora prevede la realizzazione di un’ampia area protetta a nord della città, circa 4.000 ettari, destinata a divenire asse portante del futuro Parco delle colline. Si tratta di una fascia che dalle Torricelle si estende verso nord. Risulta evidente che questa scelta deve essere considerata dai comuni contermini, in particolare da Negrar, che si pone in diretta continuità».
È per questo che «Lessinia Europa» e Wwf si augurano che l’amministrazione adotti le stesse norme approvate a Verona, apportando nel Pat le modifiche segnalate per gli Ambiti territoriali omogenei di Villa Novare, Montecchio ovest, Monte Comun e Fiamene. Ma come andrebbe protetta, in pratica, questa dorsale occidentale per renderla parte del percorso naturalistico? «Prevedendo precise possibilità di ampliamento dell’esistente e escludendo però qualsiasi altro tipo di concessione a favore di nuove abitazioni, facendo attenzione pure a miglioramenti fondiari e sbancamenti del terreno», spiega il geologo Tomaso Bianchini. «Solo così verrà conservato l’esistente e tutelato il paesaggio nel rispetto della sua vocazione».
«Territori omogenei devono dotarsi di una normativa omogenea», conclude Napolitano, «poiché i confini amministrativi non costituiscono confini paesaggistici e naturalistici. In questo senso la prospettiva, dopo l’approvazione definitiva del Pat del Comune di Verona, è quella di un grande corridoio naturalistico “a bassa velocità” che, come avviene nelle più avanzate regioni d’Europa, garantisca la coesistenza di aree urbanizzate e aree a vocazione naturalistica, dotate di una normativa omogenea su scala sovracomunale».
28/11/2008 - L'ARENA
Il «corridoio verde» anticiperà il Parco
Presentate le osservazioni al Piano di assetto territoriale «Regole urbanistiche omogenee con quelle di Verona»
Un corridoio naturalistico che unisca il centro storico di Verona con il cuore della Lessinia e i suoi capolavori della natura, come il Ponte di Veja, attraverso l’asse portante del sentiero europeo E5 che dal lago di Costanza arriva al mare Adriatico. Un percorso compreso nei comuni di Verona e Negrar, all’interno di una fascia unica per valenze naturalistiche, paesaggistiche e ambientali.
È questo da anni il sogno dell’associazione «Lessinia Europa», un sogno che può tramutarsi in realtà se questa porzione viene tutelata come si deve tramite i nuovi strumenti urbanistici - in primis il Piano di assetto territoriale - che gli amministratori hanno a disposizione per disegnare il futuro, tutelare l’ambiente e le attività produttive, garantire un’equilibrata qualità della vita.
In questa logica e con questo obiettivo davanti agli occhi, l’associazione ha presentato all’amministrazione di Negrar, insieme alla sezione veronese del Wwf, una serie di osservazioni al Pat che riguardano la porzione orientale del territorio, coerentemente con quanto già più volte segnalato alla maggioranza guidata da Alberto Mion. Un lavoro già portato a termine con il Comune di Verona, che ha recepito in toto, sia da un punto di vista cartografico che normativo, le indicazioni di «Lessinia Europa».
«Nell’ottica di tale progetto abbiamo operato contestualmente nei due Comuni», spiega l’ingegner Emanuele Napolitano, «presentando nella fase di concertazione dei rispettivi Pat alcune osservazioni e proposte progettuali. Il Piano del Comune di Verona ora prevede la realizzazione di un’ampia area protetta a nord della città, circa 4.000 ettari, destinata a divenire asse portante del futuro Parco delle colline. Si tratta di una fascia che dalle Torricelle si estende verso nord. Risulta evidente che questa scelta deve essere considerata dai comuni contermini, in particolare da Negrar, che si pone in diretta continuità».
È per questo che «Lessinia Europa» e Wwf si augurano che l’amministrazione adotti le stesse norme approvate a Verona, apportando nel Pat le modifiche segnalate per gli Ambiti territoriali omogenei di Villa Novare, Montecchio ovest, Monte Comun e Fiamene. Ma come andrebbe protetta, in pratica, questa dorsale occidentale per renderla parte del percorso naturalistico? «Prevedendo precise possibilità di ampliamento dell’esistente e escludendo però qualsiasi altro tipo di concessione a favore di nuove abitazioni, facendo attenzione pure a miglioramenti fondiari e sbancamenti del terreno», spiega il geologo Tomaso Bianchini. «Solo così verrà conservato l’esistente e tutelato il paesaggio nel rispetto della sua vocazione».
«Territori omogenei devono dotarsi di una normativa omogenea», conclude Napolitano, «poiché i confini amministrativi non costituiscono confini paesaggistici e naturalistici. In questo senso la prospettiva, dopo l’approvazione definitiva del Pat del Comune di Verona, è quella di un grande corridoio naturalistico “a bassa velocità” che, come avviene nelle più avanzate regioni d’Europa, garantisca la coesistenza di aree urbanizzate e aree a vocazione naturalistica, dotate di una normativa omogenea su scala sovracomunale».
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