Vicenza romana svela due case e una strada
Nicoletta Martelletto
Sabato 22 Novembre 2008 IL GIORNALE DI VICENZA
SCAVI AD EST DELLA BASILICA. A lato della Domus comestabilis, il cantiere ritrova un terreno di sorprese urbanistiche
Sorprendente ritrovamento che entusiasma gli studiosi e che diventerà un sito visitabile in corte dei Bissari
Due case romane, un marciapiede e una strada. Non se ne conosceva l’esistenza fino a quando, lavorando in corte dei Bissari sul lato est della Basilica Palladiana, non è venuto alla luce un tratto di terreno risparmiato dalla costruzione del Palazzo degli uffici a metà anni ’50.
Il cantiere di restauro della Basilica e degli annessi aveva aperto in maggio un fronte sulla Domus comestabilis, per verificare la situazione delle fondamenta. I sondaggi hanno rivelato un “ospite”: un’area di 20 metri per 4 che le ruspe per la realizzazione dell’interrato su contrà Catena non avevano distrutto. Lo scavo, che doveva servire a tirar su i sottoservizi esistenti ed ospitare i nuovi impianti a servizio della Basilica e dei piani ammezzati, è diventato archeologico: è emerso così il collegamento tra piazza dei Signori e piazza delle Erbe, ma soprattutto sotto lo strato medievale è stato individuato un cardo, ovvero una strada romana sull’asse nord-sud di cui non si sapeva nulla.
Si tratta di pietre e impasti che parlano soprattutto agli archeologi più che al grande pubblico: ma guidati dagli esperti si riesce ad intuire l’importanza della scoperta. Così ieri mattina l’assessore ai lavori pubblici Ennio Tosetto, con Ambrogio Dalla Rovere vicepresidente della Fondazione Cariverona, il nuovo soprintendente ai beni archeologici del Veneto Umberto Spigo e Marisa Rigoni, nume tutelare della stessa Soprintendenza, hanno svelato l’arcano a scavi ormai ultimati da parte della Sap di Mantova. Per tutta l’estate ha sorvegliato i lavori Mariolina Gamba della Soprintendenza, per la verità con la massima collaborazione della Sacaim che esegue l’intervento complessivo sulla Basilica (finirà nel dicembre 2009), del direttore lavori Eugenio Vassallo e dal suo braccio destro, l’architetto Andrea Donadello.
Il risultato: un fossato ora a cielo aperto in corte dei Bissari, dove la dott.Rigoni individua la facciata lunga 9.50 metri di una casa romana cui si addossa una seconda abitazione probabilmente risalente all III- IV secolo dopo Cristo; la pavimentazione è in cocciopesto, probabilmente fondo per i mosaici sovrastanti di cui restano pochissime tracce a tessere nere. Più coinvolgente per gli studiosi è il tracciato evidente di una strada che corre davanti alla doppia casa: sono evidenti tre lastroni di trachite del marciapiede che fiancheggiava la strada. «Davvero non speravamo di trovare molto, invece siamo stato molto fortunati» sottolinea la Soprintendenza. Anche perchè i mecenati (Cariverona interviene con quasi 15 milioni di euro sui 22 totali) hanno finanziato l’intervento e le conseguenze: le tracce non saranno coperte ma resteranno visibili e si tratterà di un sito archeologico a tutti gli effetti. Probabilmente si deciderà un accesso dall’interrato comunale di contrà Catena, bucando il cemento in bella vista che divide le due aree.
«Dopo l’individuazione del foro romano sotto palazzo Trissino, questo è un altro passo avanti per la comprensione urbanistica della città romana - sottolinea Rigoni - Gli scavi ci hanno inoltre restituito conferme sull’abitato preromano degli antichi Veneti con piani di argilla battuta, già rinvenuti altro a Vicenza». Negli scavi ritrovati anche pezzi di ceramica in fase di datazione.
Nicoletta Martelletto
Sabato 22 Novembre 2008 IL GIORNALE DI VICENZA
SCAVI AD EST DELLA BASILICA. A lato della Domus comestabilis, il cantiere ritrova un terreno di sorprese urbanistiche
Sorprendente ritrovamento che entusiasma gli studiosi e che diventerà un sito visitabile in corte dei Bissari
Due case romane, un marciapiede e una strada. Non se ne conosceva l’esistenza fino a quando, lavorando in corte dei Bissari sul lato est della Basilica Palladiana, non è venuto alla luce un tratto di terreno risparmiato dalla costruzione del Palazzo degli uffici a metà anni ’50.
Il cantiere di restauro della Basilica e degli annessi aveva aperto in maggio un fronte sulla Domus comestabilis, per verificare la situazione delle fondamenta. I sondaggi hanno rivelato un “ospite”: un’area di 20 metri per 4 che le ruspe per la realizzazione dell’interrato su contrà Catena non avevano distrutto. Lo scavo, che doveva servire a tirar su i sottoservizi esistenti ed ospitare i nuovi impianti a servizio della Basilica e dei piani ammezzati, è diventato archeologico: è emerso così il collegamento tra piazza dei Signori e piazza delle Erbe, ma soprattutto sotto lo strato medievale è stato individuato un cardo, ovvero una strada romana sull’asse nord-sud di cui non si sapeva nulla.
Si tratta di pietre e impasti che parlano soprattutto agli archeologi più che al grande pubblico: ma guidati dagli esperti si riesce ad intuire l’importanza della scoperta. Così ieri mattina l’assessore ai lavori pubblici Ennio Tosetto, con Ambrogio Dalla Rovere vicepresidente della Fondazione Cariverona, il nuovo soprintendente ai beni archeologici del Veneto Umberto Spigo e Marisa Rigoni, nume tutelare della stessa Soprintendenza, hanno svelato l’arcano a scavi ormai ultimati da parte della Sap di Mantova. Per tutta l’estate ha sorvegliato i lavori Mariolina Gamba della Soprintendenza, per la verità con la massima collaborazione della Sacaim che esegue l’intervento complessivo sulla Basilica (finirà nel dicembre 2009), del direttore lavori Eugenio Vassallo e dal suo braccio destro, l’architetto Andrea Donadello.
Il risultato: un fossato ora a cielo aperto in corte dei Bissari, dove la dott.Rigoni individua la facciata lunga 9.50 metri di una casa romana cui si addossa una seconda abitazione probabilmente risalente all III- IV secolo dopo Cristo; la pavimentazione è in cocciopesto, probabilmente fondo per i mosaici sovrastanti di cui restano pochissime tracce a tessere nere. Più coinvolgente per gli studiosi è il tracciato evidente di una strada che corre davanti alla doppia casa: sono evidenti tre lastroni di trachite del marciapiede che fiancheggiava la strada. «Davvero non speravamo di trovare molto, invece siamo stato molto fortunati» sottolinea la Soprintendenza. Anche perchè i mecenati (Cariverona interviene con quasi 15 milioni di euro sui 22 totali) hanno finanziato l’intervento e le conseguenze: le tracce non saranno coperte ma resteranno visibili e si tratterà di un sito archeologico a tutti gli effetti. Probabilmente si deciderà un accesso dall’interrato comunale di contrà Catena, bucando il cemento in bella vista che divide le due aree.
«Dopo l’individuazione del foro romano sotto palazzo Trissino, questo è un altro passo avanti per la comprensione urbanistica della città romana - sottolinea Rigoni - Gli scavi ci hanno inoltre restituito conferme sull’abitato preromano degli antichi Veneti con piani di argilla battuta, già rinvenuti altro a Vicenza». Negli scavi ritrovati anche pezzi di ceramica in fase di datazione.
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