Corriere della Sera 17.12.08
Una grande mostra dedicata al padre del neoclassicismo italiano si aprirà a Forlì il 25 gennaio
Il ritorno di Canova: duecento capolavori e due scoperte
Una delle contestazioni mosse alla «mostramania» che dilaga nel nostro sistema museale è la mancanza di una ragione scientifica che giustifichi una rassegna. E che non sia, ovviamente, la legge degli incassi. Non sarà, per fortuna, questo il caso della grande mostra «Canova - L'ideale classico tra scultura e pittura» che si aprirà nei Musei di San Domenico a Forlì il 25 gennaio 2009 per chiudere il 21 giugno. Per il semplice fatto che i curatori (Fernando Mazzocca e Sergéj Androsov ma il comitato scientifico è presieduto da Antonio Paolucci, attuale direttore dei Musei Vaticani dov'è stato presentato ieri l'appuntamento) proporranno tanto agli studiosi quanto al pubblico due inediti di Antonio Canova.
Un piccolo olio su tela, una «Mezza figura di fanciullo in atto di guardare un uccello », in realtà un ritratto del giovane principe polacco Henryk Lubomirski come San Giovannino: una «stesura veloce» come scrive Fernando Mazzocca, al punto che si intravvede ancora la trama della tela «come spesso nei dipinti canoviani». E una seconda versione del famoso ritratto di Domenico Cimarosa, qui in forma di erma.
Forlì e l'intera area romagnola furono luoghi fondamentali non solo per Canova ma per tutto il momento neoclassico. Puntare su questo sfondo geografico e culturale per ora non inserito nei grandi circuiti turistici è la interessante scommessa della mostra, organizzata in collaborazione con i Musei Vaticani, le Soprintendenze di Firenze, Roma e di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, i musei Civici veneziani e il museo Correr, ovviamente la straordinaria Gipsoteca canoviana di Possagno. Ci sarà tutto Canova: sculture, disegni, pitture. Duecento capolavori ricostruiranno il suo itinerario creativo.
Soddisfatto Antonio Paolucci: «Come Raffaello, Antonio Canova regalò al mondo la consolazione della Bellezza».
Una grande mostra dedicata al padre del neoclassicismo italiano si aprirà a Forlì il 25 gennaio
Il ritorno di Canova: duecento capolavori e due scoperte
Una delle contestazioni mosse alla «mostramania» che dilaga nel nostro sistema museale è la mancanza di una ragione scientifica che giustifichi una rassegna. E che non sia, ovviamente, la legge degli incassi. Non sarà, per fortuna, questo il caso della grande mostra «Canova - L'ideale classico tra scultura e pittura» che si aprirà nei Musei di San Domenico a Forlì il 25 gennaio 2009 per chiudere il 21 giugno. Per il semplice fatto che i curatori (Fernando Mazzocca e Sergéj Androsov ma il comitato scientifico è presieduto da Antonio Paolucci, attuale direttore dei Musei Vaticani dov'è stato presentato ieri l'appuntamento) proporranno tanto agli studiosi quanto al pubblico due inediti di Antonio Canova.
Un piccolo olio su tela, una «Mezza figura di fanciullo in atto di guardare un uccello », in realtà un ritratto del giovane principe polacco Henryk Lubomirski come San Giovannino: una «stesura veloce» come scrive Fernando Mazzocca, al punto che si intravvede ancora la trama della tela «come spesso nei dipinti canoviani». E una seconda versione del famoso ritratto di Domenico Cimarosa, qui in forma di erma.
Forlì e l'intera area romagnola furono luoghi fondamentali non solo per Canova ma per tutto il momento neoclassico. Puntare su questo sfondo geografico e culturale per ora non inserito nei grandi circuiti turistici è la interessante scommessa della mostra, organizzata in collaborazione con i Musei Vaticani, le Soprintendenze di Firenze, Roma e di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, i musei Civici veneziani e il museo Correr, ovviamente la straordinaria Gipsoteca canoviana di Possagno. Ci sarà tutto Canova: sculture, disegni, pitture. Duecento capolavori ricostruiranno il suo itinerario creativo.
Soddisfatto Antonio Paolucci: «Come Raffaello, Antonio Canova regalò al mondo la consolazione della Bellezza».
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