giovedì 4 dicembre 2008

«Un errore per la collettività la vendita di Palazzo Forti»

«Un errore per la collettività la vendita di Palazzo Forti»
Giovedì 04 Dicembre 2008 CRONACA Pagina 10 L'ARENA

ARTE E BILANCI PUBBLICI. Secondo l’International council of Museum

Prestigioso intervento a sostegno della battaglia condotta dal comitato «Per l’amata Verona»

Sulla vendita di Palazzo Forti arriva un parere dal consiglio direttivo di Icom Italia, la sezione italiana dell'International Council of Museums, cioè l'organismo mondiale dei musei, che si rivolge con una «raccomandazione» alla collettività, per appoggiare il comitato «Per l'amata Verona».
Nel dettagliato documento che Icom ha approntato in proposito, viene espressa «perplessità in ordine alla liceità di procedere all'alienazione», ma soprattutto «grave preoccupazione per questa scelta, viste le conseguenze potenzialmente negative che può avere sull'opinione pubblica. Al di là delle contingenza, essa rischia infatti di incrinare quella fiducia nella pubblica amministrazione che ha portato e porta tanti cittadini ad affidare i propri beni agli enti pubblici nel loro complesso, nell’assoluta certezza che quanto ad essi donato sia non soltanto conservato nel pubblico interesse, ma anche trasmesso alle future generazioni».
Osserva Giambattista Ruffo, tra i sostenitori del comitato «Per l'amata Verona»: «Icom si preoccupa nello specifico del caso palazzo Forti, ma mette in luce anche il grave significato che questo gesto avrebbe e la ricaduta negativa: chi si azzarderebbe più a fare donazioni a Verona visto come vanno a finire? I potenziali mecenati preferiranno lasciare la loro eredità ad altre città, più sensibili. E poi Icom tocca un altro punto essenziale, sul legame tra palazzo Forti e la galleria d'arte moderna di Verona».
Icom invita infatti ad «una più approfondita considerazione delle perdite di valore sul piano simbolico per la città e per l'utenza che l'alienazione stessa e il trasferimento delle sedi museali può comportare» e si impegna ad offrire il proprio contributo a collaborare con il Comune per trovare soluzioni adeguate. Un ammonimento che si affianca a quello giunto al comitato «Per l'amata Verona» dal vicepresidente della commissione europea Federico Mayor, che, in qualità di direttore generale dell'Unesco, si era adoperato per conferire alla nostra città il titolo di città patrimonio dell'umanità.
Mayor afferma: «Mi auguro che vi sia un ripensamento nel rispetto dei principi etici e della cultura della quale Verona è e dovrà essere anche in futuro ambasciatrice nel mondo intero, in nome delle responsabilità che si è assunta accettando, la prestigiosa qualifica». A.G.

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