martedì 25 ottobre 2011

Oggi apre la nuova sala dedicata a ricche tombe di recente scoperta

Oggi apre la nuova sala dedicata a ricche tombe di recente scoperta
n.c.
Il Mattino - Padova 24/9/2011
ESTE. Nuova sala e nuovo allestimento per il Museo Nazionale Atestino. Oggi alle 17 inaugurazione della Sala V, recentemente sottoposta a interventi di restauro che hanno messo in luce affreschi parietali attribuibili alla scuola di Giulio Carpioni (XVII secolo). La sala ospita un nuovo allestimento dedicato a testimonianze funerarie significative dal territorio di Este in età preromana. In particolare, sono esposte per la prima volta e in modo permanente tombe da contesti funerari dell'età fmale del Bronzo, da Borgo San Zeno, tra le quali riveste carattere di unicità la sepoltura a inumazione di una giovane donna. Qui sono state ricostruite otto tombe a incinerazione in cassetta lignea o litica con relativi corredi, rinvenute a Saletto e ad Arquà Petrarca. Saranno presentati anche i risultati del progetto Cipe. Interverranno il sindaco Giancarlo Piva, l'assessore regionale Marino Zorzato, il direttore regionale per i Beni culturali Ugo Soragni e la direttrice del museo Elodia Bianchin Citton. Visite guidate fino alle 22. Ingresso gratuito.

lunedì 24 ottobre 2011

Scoperta una necropoli di cinquemila anni fa

Scoperta una necropoli di cinquemila anni fa
Beatrice Andreose
Il Mattino - Padova 20/9/2011
Così gli Euganei seppellivano i morti cinquemila anni fa
Eccezionale rinvenimento tra Este e Baone: tumuli rialzati nella campagna

Quei "tumuli" di terra, a pianta circolare e forma convessa, con diametro variabile dai 10 ai 17 metri elevati nella parte centrale di circa mezzo metro, nella pianura dovevano fare una certa impressione. Monumenti funebri per una necropoli di tombe collettive sotto cui giacevano persone, si suppone cacciatori, vissute cinquemila anni fa, ovvero tremila anni prima che nella nostra Regione si insediassero gli Eneti o i Veneti che dir si voglia. Tre le sepolture ad inumazione scoperte nei mesi scorsi a Meggiaro, tra Este e Baone, nel corso dei lavori per la realizzazione del canale Meggiaro Nuovo e il risezionamento del canale Squacchielle, risalenti alla seconda metà del N millennio avanti Cristo. Lo stesso, per intenderci, a cui risale Otzi la Mummia dei ghiacci datata tra il neolitico e l'età dei metalli. Scheletri deposti all'interno di fosse, stesi sul fianco sinistro con le gambe ripiegate e senza oggetti di corredo. Tutti individui giovani, due bambini ed un adulto. Quest'ultimo con una punta di freccia sul capo, ad indicare che si trattava in vita di un cacciatore. L'eccezionalità della scoperta è rappresentata dalle strutture funerarie monumentali sotto cui erano stati deposti. Tumuli strutturati, ovvero accumuli artificiali di terra, mai trovati in Veneto (tranne che in un unico caso a Sovizzo), che hanno fatto sobbalzare sulla sedia (parole sue) il Sovrintendente per i Beni Archeologici del Veneto Vincenzo Tinè non a caso presente alla conferenza stampa indetta ieri ad Este dalla direttrice del Museo Nazionale Atestino Elodia Bianchin Citton, presenti anche il sindaco Giancarlo Piva e il presidente del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo Antonio Salvan. Le tombe sono state trovate sotto i campi ed, ancora, sotto uno spessore naturale di sabbia fluviale dell'antico corso dell'Adige che passava per Este arrivando, scoperte recenti, sino all'antica Monselice. Testimoniano che queste terre erano abitate e lavorate dall'uomo a partire dalla metà del IV millennio a.C. al I millennio a.C. Si trattava di popolazioni messe in relazione con influssi orientali che arrivarono in Italia nel eneolotico e che costituiscono la popolazione autoctona degli Euganei. Di notevole interesse anche alcune fosse circolari riempite con vasellame ceramico e carboni che gli studiosi indicano come piccole cave di argilla e limo successivamente riempite da scarti da fornace e rifiuti domestici risalenti al Bronzo recente ovvero al XIV-XID sec. a... Un forte indizio della presenza vicino a Marendole, verso Baone, di un altro abitato. Le indagini sono state condotte dalla ditta Petra con la direzione scientifica della Sovrintendenza. Presentata ieri anche una necropoli veneta rinvenuta lo scorso agosto a Carceri, presso lo scolo Fioretto, ad una profondità di circa tre metri. Otto tombe con ossario ed un ricco corredo funerario costituito da vasellame e manufatti in bronzo. Alcune erano contenute nella consueta cassetta in scaglia rosa degli Euganei, altre in cassette di legno. Lo scavo di emergenza, durato tre settimane e condotto sul posto dalla Ditta Archeologi Associati di Cadoneghe, ha messo in luce anche tombe che si ritiene facciano parte di un sepolcreto molto più vasto. Corredi funerari risalenti all'età del bronzo finale-inizi età del ferro (X-XI sec.a.C.) provenienti da Montagnana, tra le quali l'eccezionale sepoltura ad inumazione di una giovane donna, sono invece esposti per la prima volta, nella V sala del Museo Nazionale che verrà inaugurata sabato prossimo, 24 settembre, alle 17. Ricostruite ed esposte anche alcune tombe a incinerazione con i relativi corredi trovate a Saletto di Montagnana e ad Arquà Petrarca.

sabato 15 ottobre 2011

A Fimon nuovi scavi al villaggio "del rame”

A Fimon nuovi scavi al villaggio "del rame”
Il Giornale di Vicenza 3/10/2011
La soprintendente: ci attendiamo sorprese sul periodo del 3700 a. C.

Le indagini archeologiche alle Fratte di Fimon proseguono. Lo hanno deciso l'assessore provinciale Paolo Pellizzari e il Soprintendente ai Beni archeologici del Veneto, Vincenzo Tinè in visita ad uno scavo che, a detta dello stesso Tinè, presenta aspetti eccezionali. Le indagini condotte dalla Cooperativa archeologica Ara sotto la direzione di Elodia Bianchin della Soprintendenza hanno infatti portato alla luce un insediamento antico databile tra il 3.700 e 113.500 a.c., già in possesso della metallurgia del rame. «L'età del rame - ha spiegato la Bianchin - era testimoniata finora nelle valli di Fimon solo da ritrovamenti di superficie del secolo scorso. Qui siamo in presenza di un sito umido con impianti e spazi abitativi realizzati per mezzo di strutture lignee verticali, provviste di focolari e circostanti aree di frequentazione per attività domestiche e di lavorazioni artigianali». L'eccezionalità del ritrovamento è testimoniata anche dal gran numero di ricercatori e appassionati di archeologia che qualche giorno fa hanno aderito all'iniziativa "scavi aperti" e che hanno quindi potuto verificare e studiare di persona l'insediamento. Ad accoglierli, con Pellizzari e Tinè, il vicesindaco del Comune di Arcugnano Federico Bedin e il direttore tecnico di cantiere Valerio Chiezzi. L'analisi dei pali verticali, lavorati e infissi nel limo lacustre anche a notevole profondità, consentirà di comprendere meglio le tipologie di queste strutture. Grazie allo studio dei materiali archeologici recuperati (manufatti fittili e in pietra) si potranno comprendere le dinamiche culturali dei gruppi umani che frequentarono le valli di Fimon nei secoli a cavallo del IV millennio a.c.

mercoledì 12 ottobre 2011

Quando Vicenza era venetica

Quandoo Vicenza era venetica

domenica 9 ottobre 2011

Paglia e castelli - la paglia di Marostica

Paglia e castelli - la paglia di Marostica

domenica 2 ottobre 2011

Come si vestivano le vicentine 2500

Come si vestivano le vicentine 2500 anni fa

Vicenza dopo Ezzelino

Vicenza dopo Ezzelino