martedì 22 marzo 2011

Labirinto Ducale, un itinerario insolito nel palazzo dei Dogi alla scoperta di simboli e millenari segret

riceviamo e volentieri procediamo alla pubblicazione:

Venezia,
mercoledì 6 aprile ore 17,30,
Sala Monumentale Libreria Sansoviniana (piazzetta San Marco 13)
la Biblioteca Nazionale Marciana e le Edizioni Elzeviro di Alessandro Tusset presentano
Labirinto Ducale, un itinerario insolito nel palazzo dei Dogi alla scoperta di simboli e millenari segreti
di Federico Moro, fotografia Mark Edward Smith Intervengono il rettore IUAV Amerigo Restucci, Nicola Cisternino dell'Accademia Belle Arti di Venezia, l'autore, il fotografo e l'editore. Introduce Maria Novella Papafava dei Carraresi. Ingresso libero a esaurimento dei posti. Info: 041 240 7238, info@elzeviro.com.


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Labirinto Ducale offre una visione di Palazzo Ducale “capovolta” per non fermarsi alle apparenze, sedotti e catturati dalla trappola dorata del Mito di sé costruito dalla Serenissima, ma per decifrare il vero significato del complesso alfabeto di simboli e messaggi che essa ha voluto trasmettere a chi si addentri nel “Tempio del Potere” veneziano.Varcarne la soglia, infatti, vuol dire oltrepassare una duplice linea di confine, storico-artistica da un lato, magico-misterica dall’altro, con il rischio di smarrirsi in un autentico “labirinto esoterico”, riverbero di un’identità ancestrale nella quale storia e leggenda affondano le proprie radici, mescolandosi e materializzandosi nell’utopia di un miraggio divenuto realtà: un palazzo e una grande città saldamente edificati su fondamenta liquide. Un paradosso dunque, ai limiti della scienza e della logica... La follia della “pietra sull’acqua”.Q uesta guida vuole dunque aiutare a uscire indenni e più consapevoli da questo "labirinto"; e lo fa offrendo un percorso esplorativo che coincide con quello “ufficiale”, ma proietta il lettore/visitatore in una dimensione magica misteriosa, esaltata a sua volta dalla forza evocativa delle immagini fotografiche. Muovendosi tra spazi oscuri e inquietanti o attraverso preziosi saloni, dove un’incombente ostentazione di gloria sembra inghiottire chi osserva ammirato, il libro svela simboli esegreti, mettendo a nudo la natura “alchemica” di Palazzo Ducale - vera e propria “pietra filosofale” dei veneziani - e ricorda a ogni passo che l’amore per l’arte e lo stupore per la bellezza non devono mai offuscare la verità.
Il volume Labirinto Ducale, ultimo della collana "Pietreparlanti" di guide tematiche e fotografiche ideata dall'editore Alessandro Tusset , riprende l’ispirazione e amplifica gli spunti dello spettacolo teatrale Giganti, viaggio in Utopia, scritto sempre da Federico Moro e nato per essere messo in scena proprio a Palazzo Ducale dalle compagnie Teatrocontinuo e Tarantàs. Di imminente pubblicazione le edizioni di del libro tradotte in inglese, francese, tedesco e spagnolo.


FEDERICO MORO vive a Venezia a pochi passi da Piazza San Marco. Di formazione classica e storica, intervalla ricerca e scrittura narrativa saggistica e teatrale. Oltre a Labirinto Ducale ha scritto i romanzi Donne all’Asta, La Voce della Dea, L’Oro e l’Argento , La Custode dei Segreti, Il Fulmine e il Ciclamoro, Flagellum Dei?; i racconti di Storie a pelo d’acqua ; i saggi Venezia in Guerra, Ercole e il Leone; materiale letterario per gli spettacoli teatrali Fra Terra e Acqua , Lo scudo di pietra, Giganti .

www.federicomoro.it
federicomoro.venezia@gmail.com


MARK EDWARD SMITH nasce in Marocco nel 1942 da famiglia inglese. Da oltre trentacinque anni si dedica alla fotografia professionale specializzandosi in reportage di viaggio, arte, architettura e nudo. Ha assistito Helmut Newton, Elliot Erwitt e Marc Riboud in stages fotografici in Italia e in Francia. Ha pubblicato oltre 40 libri e collaborato con i principali periodici a livello internazionale. Il suo archivio consiste in oltre 100.000 immagini e attualmente insegna alla John Hall School di Londra.

www.marksmith.com
mark.smith@tin.it

ALESSANDRO TUSSET editore da oltre vent’anni, nel 1997 fonda la casa editrice ELZEVIRO, specializzandosi in cataloghi d'arte e guide divulgative che trattano il tema del viaggio con l'obbiettivo di valorizzare luoghi meta di un turismo internazionale. Ideatore di numerosi progetti di marketing territoriale e culturale, ha realizzato oltre 40 produzioni editoriali e multimediali tradotte nelle principali lingue più volte premiate e utilizzate per trasmissioni televisive e radiofoniche, italiane ed estere.

www.elzeviro.com
info@elzeviro.com

Teatrocontinuo è una compagnia di Teatro di Ricerca di Padova che opera nel territorio nazionale e internazionale. Nel 1994 avvia I Luoghi del Mito, un progetto di rinnovamento dello spazio teatrale che dalle Aree Monumentali entra nelle Aree Archeologiche con lo scopo anche di valorizzare, attraverso l’arte teatrale, il Patrimonio Archeologico Monumentale. Ogni spettacolo è creato per l’area in cui viene portato, al cantiere degli scavi si affianca un cantiere di ricerca teatrale, capace di dare una forma alle suggestioni che questi luoghi trasmettono.

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info@teatrocontinuo.it
+39 340 847 9382





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martedì 15 marzo 2011

Il super viadotto? «E' già stato approvato»

Il super viadotto? «E' già stato approvato»
Giovedì 10 Marzo 2011 PROVINCIA Pagina 23 L'ARENA

Il sindaco Gambaretto scrive alla Regione per avere chiarimenti sul progetto «Tangenziali venete»: le voci dicono che ha ottenuto il via libera

Alto 17 metri passerebbe in sopraelevata su strada e ferrovia «atterrando» fra Villanova e Monteforte «Siamo sicuri di voler rovinare questo territorio?»

La tangenziale sopraelevata sarebbe già stata approvata, addirittura la scorsa estate, dalla commissione di Valutazione ambientale nazionale (Via) del ministero dell'Ambiente, nell'ambito del progetto del Sistema di Tangenziali Venete (Sitave). La commissione Via ha avanzato delle osservazioni e delle prescrizioni sul tracciato. Accolte queste, il progetto andrà ora direttamente all'esame del Cipe, senza più tornare al «Via»: siamo dunque già all'ultimo gradito, prima della sua attuazione.
Allo stato delle cose, né la direzione di Valutazione ambientale del ministero dell'Ambiente, né la Regione Veneto hanno comunicato l'ultimo progetto, varato a livello nazionale, ai comuni interessati e alla Provincia. Ma da indiscrezioni, pare che sia stata scartata l'ipotesi di far correre la strada fra Soave e San Bonifacio all'interno di una galleria, preferendo la soluzione di un tracciato in sopraelevata, con un viadotto alto 17 metri.
Secondo le indiscrezioni che arrivano da Roma, la struttura su piloni dovrebbe alzarsi dal piano di campagna prima della ferrovia, superare il cavalcavia sulla regionale 11 dopo il casello autostradale, proseguire in sopraelevata oltre il Tramigna e le abitazioni del piano di recupero «Fornace» a Soave e scendere tra Villanova e Monteforte, proprio dove si sono verificati i danni peggiori nella recente alluvione di novembre. Insomma, si andrebbe a realizzare proprio l'ipotesi scartata fin da subito dall'amministrazione comunale prima e dal Consiglio di Soave poi. Una contrarietà fatta propria e sottolineata a Roma attraverso le osservazioni anche dalla Provincia, in accordo con i Comuni di Soave, Belfiore e Monteforte.
Con questa spada di Damocle sulla testa, il sindaco soavese Lino Gambaretto, ha preso carta e penna e ha scritto nei giorni scorsi al ministero dell'Ambiente – direzione della Valutazione ambientale – e all'assessore regionale a viabilità e infrastrutture Renato Chisso, prima di tutto per avere in mano il progetto più recente, con il parere del «Via» nazionale, e capire se l'ipotesi della sopraelevata è veritiera o meno.
Gambaretto ha chiesto a Chisso di organizzare un incontro con Provincia e Comuni interessati, per fare il punto della situazione e vedere quale soluzione sia meglio adottare, «anche alla luce dell'ultima alluvione», scrive Gambaretto a Chisso. «Ricordo infatti che la tangenziale, così com'è stata progettata, andrebbe ad affiancare quel tratto di autostrada completamente allagata durante l'esondazione di Tramigna e Alpone, con la viabilità in quel punto sospesa per giorni».
Il problema sollevato dal sindaco a Chisso è che tutte le acque che si trovano a nord dell'autostrada e della ferrovia, non hanno al momento alcuna possibilità di sfogo a sud, «a causa dei vari sbarramenti artificiali costituiti dall'autostrada, dalla regionale 11, dalla linea ferroviaria e anche dal passaggio futuro dell'alta velocità ferroviaria».
Senza contare che una barriera artificiale del genere, andrebbe a compromettere anche il paesaggio, con il suo borgo medioevale e il suo castello. «Siamo sicuri di voler rovinare anche questa parte di territorio che tutti ci invidiano?», è la domanda che Gambaretto ha inviato al ministero dell'Ambiente, «territorio tutelato anche grazie a scelte coraggiose delle amministrazioni che si sono succedute nei decenni. Siamo riusciti a preservare integro questo territorio, ma assicuro che lo spazio vitale risulta ormai pressoché inesistente», aggiunge Gambaretto.
Il primo cittadino è ancora convinto che la soluzione migliore sia il passaggio della Sitave in galleria, «oppure il passaggio a sud di San Bonifacio, che San Bonifacio però non vuole», torna a riproporre Gambaretto. «Ma qui non si tratta solo delle 25 abitazioni della località Fornace in discussione o di una questione di campanilismo, ma di un vero e proprio obbrobrio, di una struttura che avrà un impatto devastante per il territorio».
«Chiedo a questo punto anche all'amministrazione comunale di San Bonifacio se voglia davvero un muro alto 17 metri davanti al proprio paese, oppure se non sia il caso di fare un fronte comune tra enti locali e spingere per far passare la tangenziale in galleria o con un tracciato diverso», conclude Gambaretto. «Ma chiedo che si arrivi in fretta alla decisione e se si pensa che questa sia la soluzione migliore, chi vuole la sopraelevata se ne assuma la responsabilità davanti alla cittadinanza».