Il super viadotto? «E' già stato approvato»
Giovedì 10 Marzo 2011 PROVINCIA Pagina 23 L'ARENA
Il sindaco Gambaretto scrive alla Regione per avere chiarimenti sul progetto «Tangenziali venete»: le voci dicono che ha ottenuto il via libera
Alto 17 metri passerebbe in sopraelevata su strada e ferrovia «atterrando» fra Villanova e Monteforte «Siamo sicuri di voler rovinare questo territorio?»
La tangenziale sopraelevata sarebbe già stata approvata, addirittura la scorsa estate, dalla commissione di Valutazione ambientale nazionale (Via) del ministero dell'Ambiente, nell'ambito del progetto del Sistema di Tangenziali Venete (Sitave). La commissione Via ha avanzato delle osservazioni e delle prescrizioni sul tracciato. Accolte queste, il progetto andrà ora direttamente all'esame del Cipe, senza più tornare al «Via»: siamo dunque già all'ultimo gradito, prima della sua attuazione.
Allo stato delle cose, né la direzione di Valutazione ambientale del ministero dell'Ambiente, né la Regione Veneto hanno comunicato l'ultimo progetto, varato a livello nazionale, ai comuni interessati e alla Provincia. Ma da indiscrezioni, pare che sia stata scartata l'ipotesi di far correre la strada fra Soave e San Bonifacio all'interno di una galleria, preferendo la soluzione di un tracciato in sopraelevata, con un viadotto alto 17 metri.
Secondo le indiscrezioni che arrivano da Roma, la struttura su piloni dovrebbe alzarsi dal piano di campagna prima della ferrovia, superare il cavalcavia sulla regionale 11 dopo il casello autostradale, proseguire in sopraelevata oltre il Tramigna e le abitazioni del piano di recupero «Fornace» a Soave e scendere tra Villanova e Monteforte, proprio dove si sono verificati i danni peggiori nella recente alluvione di novembre. Insomma, si andrebbe a realizzare proprio l'ipotesi scartata fin da subito dall'amministrazione comunale prima e dal Consiglio di Soave poi. Una contrarietà fatta propria e sottolineata a Roma attraverso le osservazioni anche dalla Provincia, in accordo con i Comuni di Soave, Belfiore e Monteforte.
Con questa spada di Damocle sulla testa, il sindaco soavese Lino Gambaretto, ha preso carta e penna e ha scritto nei giorni scorsi al ministero dell'Ambiente – direzione della Valutazione ambientale – e all'assessore regionale a viabilità e infrastrutture Renato Chisso, prima di tutto per avere in mano il progetto più recente, con il parere del «Via» nazionale, e capire se l'ipotesi della sopraelevata è veritiera o meno.
Gambaretto ha chiesto a Chisso di organizzare un incontro con Provincia e Comuni interessati, per fare il punto della situazione e vedere quale soluzione sia meglio adottare, «anche alla luce dell'ultima alluvione», scrive Gambaretto a Chisso. «Ricordo infatti che la tangenziale, così com'è stata progettata, andrebbe ad affiancare quel tratto di autostrada completamente allagata durante l'esondazione di Tramigna e Alpone, con la viabilità in quel punto sospesa per giorni».
Il problema sollevato dal sindaco a Chisso è che tutte le acque che si trovano a nord dell'autostrada e della ferrovia, non hanno al momento alcuna possibilità di sfogo a sud, «a causa dei vari sbarramenti artificiali costituiti dall'autostrada, dalla regionale 11, dalla linea ferroviaria e anche dal passaggio futuro dell'alta velocità ferroviaria».
Senza contare che una barriera artificiale del genere, andrebbe a compromettere anche il paesaggio, con il suo borgo medioevale e il suo castello. «Siamo sicuri di voler rovinare anche questa parte di territorio che tutti ci invidiano?», è la domanda che Gambaretto ha inviato al ministero dell'Ambiente, «territorio tutelato anche grazie a scelte coraggiose delle amministrazioni che si sono succedute nei decenni. Siamo riusciti a preservare integro questo territorio, ma assicuro che lo spazio vitale risulta ormai pressoché inesistente», aggiunge Gambaretto.
Il primo cittadino è ancora convinto che la soluzione migliore sia il passaggio della Sitave in galleria, «oppure il passaggio a sud di San Bonifacio, che San Bonifacio però non vuole», torna a riproporre Gambaretto. «Ma qui non si tratta solo delle 25 abitazioni della località Fornace in discussione o di una questione di campanilismo, ma di un vero e proprio obbrobrio, di una struttura che avrà un impatto devastante per il territorio».
«Chiedo a questo punto anche all'amministrazione comunale di San Bonifacio se voglia davvero un muro alto 17 metri davanti al proprio paese, oppure se non sia il caso di fare un fronte comune tra enti locali e spingere per far passare la tangenziale in galleria o con un tracciato diverso», conclude Gambaretto. «Ma chiedo che si arrivi in fretta alla decisione e se si pensa che questa sia la soluzione migliore, chi vuole la sopraelevata se ne assuma la responsabilità davanti alla cittadinanza».
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