mercoledì 16 novembre 2011

Il sito? E' archeologico

Il sito? E' archeologico
Paolo Coltro
Il Mattino - Padova 15/11/2011

Nasce aquaepatavinae.it le terme dalla storia al web
Un progetto che parte dall'Università per arrivare al turismo, cioè all'economia Soprintendenze, Regione, Cnr, Arcus e Cariparo assieme in sinergia
La zona termale prende coscienza di essere luogo di cultura
Un progetto scientifico il cui obiettivo è il Parco tematico

Ma può bastare un sito internet a sentirsi un Paese normale? Magari non basta, ma aiuta. E' nato ieri www.aquaepatavinae.it, ed è sicuramente una nascita tra le mille e mille ogni giorno sul web. Ma è un fiocco, azzurro come l'acqua, che è insieme sapere e progetto, presente e domani, e soprattutto una piccola ma significativa iniezione di fiducia: c'è bisogno anche di queste, un piccolo appiglio per l'ottimismo, una micro scialuppa che galleggia nel mare tempestoso. Perché un sito web porta con sé significati che vanno oltre la sua dimensione? Perché è la testimonianza che qualcosa funziona ancora, in Italia, che si può fare se si vuole fare, che passare dal progetto alla realizzazione non è chimera. Tanto più che gli artefici sono istituzioni ed enti per i quali spesso la burocrazia è pericolo incombente: così vero che ieri mattina, alla presentazione all'Archivio Antico del Bo, nella soddisfazione generale, la frase più ricorrente era «abbiamo superato tutti gli ostacoli». Ma insomma, è andata: e così Università di Padova, Regione Veneto, Soprintendenza archeologica di Padova e direzione generale della Soprintendenza del Veneto hanno messo idee, denaro e competenze per un lavoro lungo e appassionato: alla fine il sito aquaepatavinae.it è la lampadina che si è accesa e da oggi illumina, ma dietro c'è un articolato impianto elettrico, messo a punto con lunghi studi e passioni incrociate. Fuor di metafora: ora con un colpetto di mouse si può sapere, e vedere, tutto sulla zona termale di Montegrotto: non quella odierna, ma quella che fin dall'antichità ha reso la zona famosa, e che ha fatto appunto scrivere gli storici romani di "aquae patavine". Il nucleo è l'archeologia, e difatti tutto parte dal Dipartimento di Archeologia dell'Università di Padova e dal suo comandante Francesca Ghedini. «Ha adoperato una strategia quasi militare», dice di lei Vincenzo Tinè, soprintendente archeologico di Padova. Si sa che l'archeologia appassiona soprattutto gli addetti ai lavori, se perfino Pompei, per il governatore veneto Luca Zaia, «sono quattro vecchie pietre». E invece l'archeologia può diventare un patrimonio non statico, non solo accademico: se Ugo Soragni, direttore regionale della Soprintendenza, dice subito che a Montgrotto arrivano per le cure termali un milione e mezzo di persone all'anno, e con Abano si sale a cinque milioni, si capisce che sono loro ad aver capito per primi. E siccome mai come oggi ci citano il Pil venti volte al giorno, è bene sapere che il turismo vi contribuisce con il 21 per cento. Come dire che a Montegrotto l'archeologia è un capitale: ma vero, che non soffre di spread, che non va lasciato deperire. Certo, ci sono voluti i soldi: in totale, a spanne, più di tre milioni di euro, a partire da qualche anno fa, per tutto il progetto. Sono saltati fuori da Arcus, la società che gestisce gli investimenti culturali, dall'Università, dalla Regione che per fortuna non applica a Montegrotto il teorema Pompei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. «Un lavoro ancora da finire - dice Soragni - ma abbiamo speso bene i soldi». Il sito è costato un centomila euro, per un anno di lavoro di sessanta persone, ed è il frutto di ricerche, approfondimenti, arriva a contenere i risultati degli ultimi studi. I demiurghi finali sono stati Marianna Bressan e Paolo Iuschner, entrambi del Dipartimento di Archeologia. Un apporto fondamentale è arrivato dal Cnr, attraverso Sofia Pescarin: le ricostruzioni virtuali dei siti archeologici sono affascinanti e raffinate, vi fanno non solo immaginare, ma "entrare" in una Montegrotto mai vista. Aquaepatavinae.it girerà il mondo, come intelligente proclama che assieme all'acqua corre anche la storia: da toccare dal vivo e non solo sul web. Dalla primavera prossima sarà possibile visitare le diverse zone archeologiche, attrezzate e spiegate. Il sindaco Massimo Bordin gongola: «E' il tesoro sotto di noi». Altro che il "fastidio" di trovare le antichità quando si scava: se capiterà ancora, sarà un passo avanti del progetto, da portare alla luce della conoscenza più ampia possibile. Così Montegrotto offrirà anche il relax della cultura.

Ospite il Magnifico Rettore Giuseppe Zaccaria, l'Archivio Antico del Bo ha accolto ieri la presentazione del nuovo sito web aquaepatavinae.it, tassello fondamentale perla valorizzazione scientifica, storica e turistica del territorio termale. Ma l'obiettivo finale di questa campagna, che non è solo di scavi, è la creazione di un Parco Archeologico che diventi luogo di cultura da affiancare al più conosciuto luogo turistico. un altro dei passaggi sarà l'insediamento, a Villa Draghi a Montegrotto, del Museo del Termalismo. A questo progetto, già in avanzata fase di realizzazione, stanno lavorando la professoressa Francesca Ghedini e la sua équipe. Con un punto di domanda: come sarà gestito?

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