Là dove c’era l’erba c’è una città
Mercoledì 24 Marzo 2010- L'ARENA
FOTOGRAFIA. Il volume curato da Michela Morgante documenta la storia del quartiere
Oggi alle 17 all’auditorium Giulio Bisoffi della Cattolica assicurazioni in via Calatafimi 10A (Borgo Trento) verrà presentato il volume Borgo Trento, un quartiere del Novecento tra memoria e futuro, a cura di Michela Morgante. La pubblicazione segue la mostra fotografica e documentaria sulla storia del quartiere tenutasi all'Arsenale nel novembre 2008. La ricerca all’origine dell’iniziativa, promossa dall'associazione Anziano e Quartiere, si propose ricostruire identità di un borgo che pare condannato all'anonimato.
Il volume, oltre 200 pagine illustrate, restituisce la grande mole di materiale fotografico e documentario prevalentemente inedito rinvenuto dai partecipanti nel corso del laboratorio, esplorando archivi pubblici e collezioni private e le vecchie annate dell'Arena. Il volume sarà distribuito in omaggio ai partecipanti al termine della presentazione.
Come già la mostra, anche la pubblicazione è una passeggiata fotografica nei luoghi-chiave del quartiere — via Nino Bixio, lungadige Matteotti, piazzale Cadorna, l'Arsenale, via IV Novembre, piazza Vittorio Veneto— ripercorsi in sequenza cronologica, secondo l'urbanizzazione del Borgo, tra i primi del secolo e la metà degli anni Settanta. Nei due saggi introduttivi. Michela Morgante e Maddalena Basso inquadrano le vicende urbanistiche del quartiere veronese sullo sfondo degli sviluppi più generali dell'architettura italiana del Novecento, con particolare riferimento all'edilizia abitativa per la media e piccola borghesia.
Molte le suggestioni offerte dall'ampio materiale compreso nella sezione iconografica del volume, con curiosità di carattere storico-documentario come le fotografie originali del complesso di villini per i Postelegrafonici, oggi per larga parte andato perduto, oppure il primo progetto per l'edificio «a ponte» all'imbocco di viale della Repubblica (firmato da Angelo Invernizzi ed Ettore Fagiuoli, la stessa coppia che in quegli anni disegna la casa del Girasole di Marcellise), e ancora le immagini del frequentatissimo chiosco della gelateria Pampanin nei giardini fuori da ponte Garibaldi, i disegni dell'architetto istriano Bruno Milotti per la chiesa di San Pietro Apostolo in piazza Vittorio Veneto («la Grosta de Formaio») recentemente ristrutturata e un'ampia documentazione sulla costruzione del famoso condominio «dei Spàrasi» a metà di via IV Novembre (1952), quello con i loggiati a colonne al posto della facciata, progettato da Gianfranco Bari. Dopo il tramonto dell’iniziale progetto di costruire una «città giardino», con il boom del secondo dopoguerra, si assiste a una omologazione dal basso. «Catapecchie di lusso»: così il soprintendente Piero Gazzola sentenziò delle nuove cortine di palazzi, che hanno tolto alla Verona storica la vista del Baldo. Se in precedenza il disordine urbanistico aveva comportato una varietà di soluzioni stilistiche non priva di qualche esito felice, a quel punto si impone la monotonia di grandi edifici, salvo eccezione privi di pregi estetici.
Il libro colma un vuoto storiografico. Un libro da leggere, da guardare e da meditare. Soprattutto da chi in Borgo Trento vive, perché, dopo averne ripercorso le vicende, si accorgerà di guardare in modo diverso ciò che ha visto un'infinità di volte.
Mercoledì 24 Marzo 2010- L'ARENA
FOTOGRAFIA. Il volume curato da Michela Morgante documenta la storia del quartiere
Oggi alle 17 all’auditorium Giulio Bisoffi della Cattolica assicurazioni in via Calatafimi 10A (Borgo Trento) verrà presentato il volume Borgo Trento, un quartiere del Novecento tra memoria e futuro, a cura di Michela Morgante. La pubblicazione segue la mostra fotografica e documentaria sulla storia del quartiere tenutasi all'Arsenale nel novembre 2008. La ricerca all’origine dell’iniziativa, promossa dall'associazione Anziano e Quartiere, si propose ricostruire identità di un borgo che pare condannato all'anonimato.
Il volume, oltre 200 pagine illustrate, restituisce la grande mole di materiale fotografico e documentario prevalentemente inedito rinvenuto dai partecipanti nel corso del laboratorio, esplorando archivi pubblici e collezioni private e le vecchie annate dell'Arena. Il volume sarà distribuito in omaggio ai partecipanti al termine della presentazione.
Come già la mostra, anche la pubblicazione è una passeggiata fotografica nei luoghi-chiave del quartiere — via Nino Bixio, lungadige Matteotti, piazzale Cadorna, l'Arsenale, via IV Novembre, piazza Vittorio Veneto— ripercorsi in sequenza cronologica, secondo l'urbanizzazione del Borgo, tra i primi del secolo e la metà degli anni Settanta. Nei due saggi introduttivi. Michela Morgante e Maddalena Basso inquadrano le vicende urbanistiche del quartiere veronese sullo sfondo degli sviluppi più generali dell'architettura italiana del Novecento, con particolare riferimento all'edilizia abitativa per la media e piccola borghesia.
Molte le suggestioni offerte dall'ampio materiale compreso nella sezione iconografica del volume, con curiosità di carattere storico-documentario come le fotografie originali del complesso di villini per i Postelegrafonici, oggi per larga parte andato perduto, oppure il primo progetto per l'edificio «a ponte» all'imbocco di viale della Repubblica (firmato da Angelo Invernizzi ed Ettore Fagiuoli, la stessa coppia che in quegli anni disegna la casa del Girasole di Marcellise), e ancora le immagini del frequentatissimo chiosco della gelateria Pampanin nei giardini fuori da ponte Garibaldi, i disegni dell'architetto istriano Bruno Milotti per la chiesa di San Pietro Apostolo in piazza Vittorio Veneto («la Grosta de Formaio») recentemente ristrutturata e un'ampia documentazione sulla costruzione del famoso condominio «dei Spàrasi» a metà di via IV Novembre (1952), quello con i loggiati a colonne al posto della facciata, progettato da Gianfranco Bari. Dopo il tramonto dell’iniziale progetto di costruire una «città giardino», con il boom del secondo dopoguerra, si assiste a una omologazione dal basso. «Catapecchie di lusso»: così il soprintendente Piero Gazzola sentenziò delle nuove cortine di palazzi, che hanno tolto alla Verona storica la vista del Baldo. Se in precedenza il disordine urbanistico aveva comportato una varietà di soluzioni stilistiche non priva di qualche esito felice, a quel punto si impone la monotonia di grandi edifici, salvo eccezione privi di pregi estetici.
Il libro colma un vuoto storiografico. Un libro da leggere, da guardare e da meditare. Soprattutto da chi in Borgo Trento vive, perché, dopo averne ripercorso le vicende, si accorgerà di guardare in modo diverso ciò che ha visto un'infinità di volte.
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