lunedì 21 gennaio 2013

Torre Cardin. Italia Nostra: «Un edificio-mostro»

Torre Cardin. Italia Nostra: «Un edificio-mostro»
Raffaella Vittadello
Il Gazzettino, Venezia 10/11/2012
Restucci (Iuav): «Palazzo fumettistico»

Per Italia Nostra il "mostruoso gigante" rappresenta "un'ulteriore manifestazione di un modo distorto di fruire delle meraviglie di Laguna e città, senza preoccuparsi dello skyline del paesaggio, riuscendo solo a stravolgerlo e a piegarlo alle esigenze del profitto. L'edificio-mostro rientra nella logica delle varie mega-navi che attraversano Venezia e delle ruote panoramiche disneyane da cui il turista può bearsi di un impatto immediato, mordi-e-fuggi, con Venezia senza curarsi minimamente di stravolgere equilibri stabiliti da secoli». Così si leggeva in un comunicato della presidente Lidia Fersuoch, preoccupata per la possibile cancellazione dalla lista dei siti Unesco di Venezia per colpa di un "abominio fuori scala, visibile ovunque da Venezia perché sovrasta qualsiasi costruzione (è più alto del campanile di S. Marco di 150 m!) e che cambierà per sempre la percezione della città". Carlo Magnani, professore ordinario di Composizione Architettonica, già preside della Facoltà di Architettura e rettore Iuav, si dichiara sorpreso: «In una città di vincoli come è Venezia poi si scopre che è tutto finto. La torre è profondamente insultante per la città lagunare, Venezia diventa una cartolina, un souvenir. L'opera non è nè fine, nè elegante. Di piano delle bonifiche non ho ancora sentito parlare. C'è una deroga anche per quelle?» Marino Folin, presidente della Fondazione Venezia 2000, pur comprendendo le ragioni economiche del Comune, ammette: «Speravo che l'Enac dicesse no a questo edificio senza qualità, ma è la politica che deve pianificare. Penso però che difficilmente sarà realizzato». Amerigo Restucci, rettore Iuav, sottolinea la responsabilità nei confronti delle generazioni future: «Mi sembra un palazzo fumettistico, che ricorda il mondo di Gordon con le piattaforme per l'atterraggio delle astronavi, catapultato in un posto che aveva già urgenza di essere armonizzato con l'ambiente circostante. Assistiamo a un proliferare successivo di varianti e alla spinta di investitori che non sempre sono benefattori per il territorio e abbiamo il dovere di tutelarlo, come ha fatto il Ministero dell'Ambiente che ha indicato di non cementificare altri terreni, ma di recuperare l'esistente. La torre poi non rispecchia alcuna corrente di architettura contemporanea ed è esteticamente ingiudicabile, si poteva ricorrere a qualcosa di più confacente».

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