sabato 15 gennaio 2011

Il Sanguinazzi di Feltre: un lager in cui si praticava maltrattamenti nei confronti dei bambini con la simpatia dei giornalisti de Il Gazzettino!

recensione/segnalazione:
Il Sanguinazzi di Feltre: un lager in cui si praticava maltrattamenti nei confronti dei bambini con la simpatia dei giornalisti de Il Gazzettino!


Oggi un altro capitolo della tristissima vicenda del Sanguinazzi di Feltre che suore aguzzine avevano trasformato in un vero e proprio campo di detenzione e terrore per i bambini.


Un campo di detenzione e di terrore al punto tale da farmi infuriare per la complicità con le aguzzine dimostrata dal giornale Il Gazzettino che per minimizzare la feroce attività delle suore usava, con una leggerezza sconcertante il terrore che la società subì per centinaia di anni e che aveva le sue ultime feroci manifestazioni nella legge dello Jus Corrigendi.


l'articolo completo al seguente link:

venerdì 14 gennaio 2011

Feltre: violenze fisiche "sistematiche" sui bambini all'asilo gestito dalle suore

Feltre: violenze fisiche "sistematiche" sui bambini all'asilo gestito dalle suore

La Cassazione: "Ricorso alla violenza sistematico, tanto da imporre ai bambini un regime di vita pesante, doloroso e insopportabile". Secondo i giudici non ci fu abuso di mezzi di correzione _ contro il quale due religiose avevano presentato ricorso dopo la condanna _ ma veri e propri maltrattamenti.

l'articolo completo:

---
commento: e pensare che un amico è stato denunciato per aver commentato un articolo di giornale favorevole alle suore. Il suo processo si terrà il 14 febbraio 2011 a Belluno.

mercoledì 5 gennaio 2011

Misterioso bronzetto ripescato nel Brenta

Misterioso bronzetto ripescato nel Brenta
Marco Aldighieri
Il Gazzettino - Padova 4/1/2011

Ripescato nel fiume Brenta da un poliziotto in pensione un bronzetto. Forse è una copia romana del 300 dopo Cristo di un guerriero ellenico.
La statuetta di 25 chili raffigurante un guerriero ellenico, si é agganciata all'amo della canna da pesca di un ex poliziotto

Stava pescando sulle rive del Brenta vicino a Codevigo. Rilassato e attento al minimo movimento della sua canna, sperava di pescare un ottimo pesce in vista delle festività. Invece al suo amo si e impigliata una statuetta, probabilmente in bronzo, alta 70 centimetri, del peso di 25 chili e con una base di 25 centimetri per ventitrè. Il pescatore, un poliziotto in pensione residente in Polesine ma che prestava servizio in questura a Padova, un po' stupito ha asciugato e ripulito la statuetta. Quindi è salito in macchina e l'ha portata al commissariato Stanga. Qui il bronzetto è stato misurato e fotografato. Adesso si trova sotto sequestro. Molto probabilmente, incagliato sul fondale del fiume, è stato mosso dalle diverse piene che hanno caratterizzato i mesi di novembre e dicembre.
Nei prossimi giorni la polizia, con l'aiuto di un team di esperti del settore, cercherà di capire se la rappresentazione in bronzo di un guerriero ellenico ha un valore commerciale. Ma soprattutto gli agenti dovranno capire se il pezzo d'arte è stato rubato a qualcuno e poi gettato nelle acque del Brenta, o se è finito nel fiume a causa delle due alluvioni avvenute ai primi di novembre e di dicembre.
Il guerriero in bronzo ha su una mano uno scudo rotondeggiante con disegnata in rilievo una sorta di medusa. Sull'altra brandisce una specie di martello e in testa ha un elmetto. Ai piedi indossa dei sandali e ha le tibie riparata con dei parastinchi. Attorno alla pancia e nelle parti intime è ricoperto da una armatura. Il volto ha un po' di barba sul mento. La statuetta, nonostante la presenza in acqua, sembra essere in ottime condizioni. Certo è molto consumato il volto del guerriero e l'arma per colpire. Il corpo presenza diverse macchie tipiche dell'ossidazione, come la base sui cui è riposto il guerriero. Al momento ancora nessuno è venuto a denunciarne la scomparsa. Trovare il proprietario non sarà un'impresa facile. Anche perchè potrebbe essere stato gettato in un luogo molto lontano da Codevigo.

martedì 4 gennaio 2011

Bilanci all'osso, speranze al limite. Sotto la Cattedrale il tesoro prezioso dell'archeologia

Bilanci all'osso, speranze al limite. Sotto la Cattedrale il tesoro prezioso dell'archeologia
Roberto Luciani
Il giornale di Vicenza 31/12/2010

«Per Vicenza non c'è un euro...». I "tagli" seppelliscono i progetti .

«Meglio non creare false illusioni e concentrarci sulla tutela e la valorizzazione del tanto che è già archeologicamente noto ma ancora ignoto al vasto pubblico, a cominciare dal cantiere sotto la cattedrale». Un anno durissimo già dalle premesse, compresa la possibile sfiducia (o le sue dimissioni, si vedrà) al ministro Sandro Bondi, tanto che se potesse Vincenzo Tinè, Soprintendente ai Beni Archeologici del Veneto, lo salterebbe a piè pari. Più che magre, infatti, le "vacche" per le Soprintendenze italiane sono scheletriche, con i trasferimenti ridotti all'osso e gli interventi rinviati a tempi migliori. O a nuove strategie. Del resto il piano finanziario per i lavori pubblici del MiBAC, il ministero dei Beni Ambientali, è esplicito. Poco più di 480 mila euro per il Veneto a fronte dei quasi 900 mila euro del 2009 e dei 753 mila euro dei 2010. In percentuale il 38% in meno rispetto alla dotazione dell'anno appena concluso.
Come si lavora in queste condizioni?
La situazione è desolante. Il piano riguarda tutti gli interventi di manutenzione dei musei e delle aree archeologiche ed in un contesto già reso difficile dai tagli continui al budget significa che sono rimasti fuori, tra l'altro, tutti i lavori di manutenzione e gestione delle aree archeologiche statali di Verona, Treviso, Ariano Polesine e Vicenza! Così siamo costretti a chiudere tutto.
Ovvero?
Mancano 124 mila euro al conto, già ridotto all'osso, per la pura gestione delle sedi e delle aree archeologiche del Veneto. Detta fuori dai denti, in questo momento su Vicenza non ho un euro per Criptoportico, Cattedrale e aree minori, ad esempio Palazzo Trissino. Si salva lo scavo del Dal Molin... In parte, perché è finanziato dagli americani per quanto riguarda lo scavo. Sulla sua valorizzazione spero nell'intervento di soggetti pubblici locali.
E il criptoportico di piazza Duomo?
Sul criptoportico c'è poco da aggiungere salvo forse che era già stata elaborata una nuova versione della convenzione con il centro turistico giovanile per la sua gestione, ma se non abbiamo i soldi per tenerlo in funzione salterà anche questa.
Insomma, è tempo di fare squadra?
Sì, ora più che mai il contributo fattivo, ovvero economico, degli enti locali, in specie del Comune di Vicenza, risulta necessario e urgente per condividere i costi di queste aree. Per la nostra bistrattata cultura sono tempi durissimi ed io ricordo a tutti che è vero che non si mangia ma fa mangiare.
Chiudiamo con una speranza di ottimismo: la Cattedrale?
Come saprà, la Soprintendenza ha da molti mesi presentato un progetto per l'accesso dall' esterno anche per i portatori di handicap. Trattandosi necessariamente di una nuova, per quanto piccola, costruzione in uno dei luoghi nevralgici della Vicenza storica, il progetto ha avuto un travagliato iter di approvazioni interne al nostro Ministero ma sta per vedere la luce nella veste definitiva ed essere finalmente presentato al pubblico e alle autorità locali competenti. Speriamo di chiudere finalmente questa fase per poter procedere alla realizzazione di questo manufatto necessario per la visita dell' area archeologica sotto la Cattedrale da tempo pronta, allestita e quotidianamente 'condizionata' con notevoli costi di gestione a cui non corrisponde ancora una fruizione pubblica.

venerdì 31 dicembre 2010

Un censimento per difendere le opere d'arte

Un censimento per difendere le opere d'arte
c.m.
La Nuova Venezia 31/12/2010

Serve un piano operativo per mettere in sicurezza il patrimonio in caso d'emergenza

Un censimento e un piano operativo per mettere in sicurezza, in caso di emergenza, l'immenso patrimonio di opere d'arte di Venezia, della sua provincia e del Veneto. E’ uno dei nuovi obiettivi che il prefetto Luciana Lamorgese si è prefissata di raggiungere per il prossimo anno. Un lavoro di sinergia che vedrà impegnata non solo la dottoressa Lamorgese ma pure i colleghi delle altre città del Veneto, i ministeri dell'Interno e dei Beni Culturali e le tre Sovrintendenze presenti nella nostra regione. In questo momento non esiste un piano generale di messa in sicurezza di quadri, sculture e quant'altro costituisce il nostro patrimonio artistico in caso di calamità naturali o incidenti industriali Questo soprattutto perché non esiste un censimento preciso di quanto è ospitato in palazzi, musei, chiese e case private del Veneto. Sicuramente esistono singoli piani di messa in sicurezza ma riguardano i musei e le strutture principali delle singole realtà. «Quindi sarà fondamentale partire», ha detto il Prefetto, «da un censimento pia preciso possibile dei vari beni artistici esistenti sul territorio». In questo momento tutto ciò appare una scommessa, considerato quante «teste» bisogna mettere d'accordo, ma vista la caparbietà e la capacità del prefetto di Venezia c'è da ben sperare. II problema della messa in sicurezza del patrimonio artistico è sentito molto a Venezia considerata la quantità di opere ospitate in centro storico, ma pure nel resto della regione. Durante le recenti alluvioni il problema si è riproposto per i paesi e le città della campagna veronese, vicentina e padovana. Ebbene ben pochi sapevano cosa fare, se la situazione precipitava, per mettere in sicurezza un patrimonio eccellente anche se definito minore. Nei prossimi mesi il prefetto oltre a incontrare i vari colleghi del Veneto vedrà i responsabili delle Sovrintendenze ai beni artistici allo scopo di organizzare un tavolo operativo con lo scopo di arrivare, il prima possibile, ad un piano operativo da mettere in pratica in caso di emergenza. Inevitabile che vengano coinvolti anche gli esperti delle forze dell'ordine che si occupano di opere d'arte, come ad esempio i carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio e i vigili del fuoco. Da non dimenticare la sinergia poi con il Ministero dei Beni Culturali

domenica 28 novembre 2010

mercoledì 3 novembre 2010

«Troppi edifici, il territorio è peggiorato»

«Troppi edifici, il territorio è peggiorato»
L'ARENA - Mercoledì 03 Novembre 2010 CRONACA Pagina 16

L'ANALISI. L'assessore regionale all'ambiente interviene sull'emergenza e risponde ai rilievi fatti del Genio: «I fondi per le emergenze sono sempre stati assicurati»

Conte: «Previsto uno stanziamento di 65milioni, ma le amministrazioni locali devono collaborare»

«Le previsioni del tempo sono buone, speriamo bene...». Maurizio Conte, assessore regionale all'ambiente, esordisce parlando di «evento straordinario, più grave di quello del '66». Ma rispetto ad allora, esclama, «le criticità sono aumentate perché il territorio è cambiato dal punto di vista urbanistico ed edilizio e ciò ha sicuramente peggiorato la situazione». Preso atto del danno, una cementificazione spesso sfrenata, ora, sottolinea l'assessore, «bisogna correre ai ripari e il primo obiettivo è monitorare tutti i punti critici e pure con presenza di un bilancio ridimensionato a causa della situazione economica, la priorità è accelerare i progetti del Genio come quello, attualmente fermo, che riguarda il torrente Alpone, nell'est veronese. Inoltre», aggiunge, «vanno individuati i bacini di laminazione, in modo da prevedere zone di espansione dell'acqua in momenti di difficoltà». Per quanto riguarda l'attuale situazione l'assessore elogia la macchina dell'emergenza che «ha funzionato alla perfezione».
A Verona, intanto, l'ingegner Mauro Roncada del Genio civile parla di disastro evitabile se ci fossero stati a disposizione maggiori fondi, 380mila euro a fronte, afferma, dei 3-4 milioni disponibili fino a qualche anno fa. «Auspico anch'io», replica Conte, «una maggiore attenzione e a tale proposito ci siamo già attivati con il ministero dell'Ambiente: è già previsto uno stanziamento di 65 milioni di euro e spero che tali fondi aumentino. Quanto ai rilievi di Roncada», aggiunge, «i fondi per 380mila euro di cui parla sono riferiti alla manutenzione ordinaria. I costi per le urgenze li abbiamo sempre autorizzati».
L'emergenza di questi giorni, però, ci ha fatto risvegliare in un Veneto più vulnerabile. «Ripeto, siamo di fronte ad avvenimenti eccezionali causati da una concatenazione di fattori, primo fra tutti lo scioglimento di nevi in montagna che, unito alle piogge intense, ha riversato un'enorme quantità di acqua in fiumi e torrenti. Adesso è urgente una pianificazione più ampia, anche con un riordino degli enti di coordinamento delle azioni sul territorio».
E a livello di prevenzione, assicura Conte, «la Regione già dal 2002 ha imposto alle amministrazioni locali la verifica di compatibilità idraulica e le ha invitate a rispettare, anche se scaduti, i vincoli previsti dai piani di assetto idrogeologico poiché, sottolinea, «non sono venute meno le motivazioni dei vincoli, per cui una buona amministrazione ne dovrebbe comunque tener conto e non derogare consentendo di costruire in aree a rischio idraulico, come le golene poiché il territorio non sopporta più interventi di questo genere». E dice di sperare in una «maggiore consapevolezza a livello locale».
Secondo l'assessore regionale, «la volontà di tutelare il territorio e la necessità di intervenire con provvedimenti preventivi si infrange spesso, da una parte contro le proteste di gruppi ambientalisti che si oppongono al taglio di alberi lungo gli argini, visto come uno scempio ambientale, e dall'altro contro le spinte di sindaci che chiedono di ammorbidire norme come quelle che riguardano l'edificazione nelle golene per andare incontro alle richieste dei loro concittadini. Ma nostro compito», conclude, «è far sì che i fattori di rischio non peggiorino, per questo si deve intervenire».