martedì 16 giugno 2009

Referendum a Venezia per abolire il Carnevale

Referendum a Venezia per abolire il Carnevale
LÉON BERTOLETTI
Libero 11/06/2009

VENEZIA Non volano pugni né bottiglie, tantomeno parole sconce. Tuttavia la polemica resta degna diemingway, anche perché nasce tra i tavolini dell'Harry's Bar. Il patron del mitico locale veneziano, Arrigo Cipriani, ha preso carta e penna e scritto al Gazzettino parole di fuoco contro uno degli appuntamenti sacri eintoccabili della città: il Carnevale. «Un evento che evidenzia lo specchio del becero tramonto del pensiero e del gusto» ha annotato il celebre oste. Scatenando una bufera lagunare. Per Cipriani, «il Carnevale dello scorso febbraio è stato l'ultimo volgare schiamazzo dell'idiozia. E speriamo sia l'ultimo!». Ma sì, aboliamolo. Dopotutto, «il gregge camevalesco alla ricerca di un pastore prescelto da un ente di ispirazione televisiva ha toccato il fondo del cattivo gusto e della scernenza». Certo, «ben poche speranze si sarebbero potute riporre in chi aveva inventato il bacio comandato alla mezzanotte di Capodanno e la musica da discoteca per accompagnare i fuochi del Redentore». Ma adesso queste «squallide far- se» hanno proprio stufato. Fine, per cortesia. «Si dimentichi il Carnevale e si intensifichi invece una serie di spettacoli teatrali a tutto campo». Si dica «basta ai costosissimi megaeventi calati dall'alto per l'appagamento dei sudditi, la distruzione del buon- gusto e delle pietre e l'impinguamento di borse pubbliche e private». il sindaco, Massimo Cacciari, è un ifiosofo e la prende a modo suo. «Sono pronto a sospendere la prossima edizione della manifestazione se questo sarà il volere della città» è la reazione. «Mi rendo conto che questi eventi possono apparire popolari a certi snob, parola che è un acronimo dell'espressione latina sine nobilitate . E possibile che ad alcuni snob il carnevale non piaccia». Dunque, «invito i quotidiani locali a riproporre una consultazione tra la gente a proposito del gradimento o meno del Carnevale. Se la città dichiarasse di essere contraria alla manifestazione, l'amministrazione comunale non potrebbe che prenderne atto e decidere di non organizzare pi nulla. Poi qualcuno glielo andrà a spiegare agli esercenti pubblici e agli albergatori». Altro giro, altra corsa. «Non sono affatto uno snob» replica Cipriani. «Tra i miei due nonni, uno fabbricava gli stuzzicandenti con il temperino e l'altro faceva il muratore in Germania. Non sono contro il Carnevale in generale, ma contro questo: imposto dall'alto, con un tema idiota, con una piazza San Marco assordata da musica orrenda, con migliaia di persone vestite normalmente che vengono a vedere uno sparuto gruppo di gente in costume del Cinquecento». Insomma il corpo, i corpi anzi, ma non l'anima. Franco Maschietto, presidente dell'Associazione veneziana albergatori, risponde seccato. «Mi infastidisce che Cipriani abbia detto queste cose» dichiara. «Certo, si tratta di una provocazione. Maè troppo facile criticare senza mettersi in gioco. Venezia, come altre realtà, sta vivendo un momento di crisi. Abbiamo bisogno di fare in modo che la gente arrivi. Queste manifestazioni portano risultati». I numeri sembrano dalla sua parte. il Carnevale Sensation 2009 è stato il pi partecipato degli ultimi sette anni, con circa un milione di presenze. Alberghi pieni al 95 per cento nel primo fine settimana, all'80 per cento nel secondo. A ruba i biglietti dei vaporetti. «Anche Cipriani vive di Referendum a Venezia per abolire il Carnevale Grande business o volgare confusione? Arrigo Cipriani attacca la kermesse: è la rovina della città. Cacciari ribatte: se la gente vuole, pronto a cancellarla. E parte il sondaggio sui quotidiani locali *** farse» buongusto pane e turismo» sottolinea Ma- schietto. «Dovrebbe riflettere prima di fare queste strombazzate. Oltretutto, non si pu immaginare un Carnevale tutto veneziano, senza l'importante presenza di queffi che amo definire i residenti occasionali della città, cioè i turisti». 11 commento trova eco in Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Venezia. «Un evento come il Carnevale non soddisferà mai il veneziano» dice. Spiega che «il problema è un altro: dare risposte a chi arriva e fare in modo che le persone impegnate a vario titolo in un'attività siano in grado di sopravvivere proprio grazie all'apporto del turismo». Se poi, a livello orgaiiizzativo, «qualche imperfezione c'è, si possono cercare e trovare soluzioni per risolvere e migliorare le centinaia di iniziative presenti, oltre al Carnevale». L'acqua alta sembra scendere.

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