PADOVA: ritrovati reperti archeologici
Venerdì, 10 Marzo 2006 Il Gazzettino online
È lungo 14 centimetri. Un pollicione, quindi, che apparteneva alla mano di una statua alta almeno sei metri, di cui per il momento non ci sono altre tracce, che risale al III o IV secolo dopo Cristo. L'eccezionale reperto archeologico in marmo bianco è stato rinvenuto nel sottosuolo del cortile dell'ex Tribunale di via Alessio, dove sono in corso i lavori per trasformare la struttura in un centro Culturale. Il cantiere, che procede sotto lo stretto controllo della Sovrintendenza, nelle scorse settimane aveva riservato altre sorprese, dato che erano state rinvenute moltissime anfore di epoca romana che servivano per il drenaggio del terreno.
La presenza della statua potrebbe aprire nuovi scenari su come veniva utilizzato il sito all'epoca: fino a oggi, infatti, si è creduto che fosse a uso esclusivamente residenziale, mentre adesso si può ipotizzare che fosse monumentale.
«Per ora - spiega Maria Angela Ruta, responsabile della Tutela Archeologica della Soprintendenza - possiamo solo dire che si tratta di una rarità. Il dito, di epoca tardo-romana, appartiene a una statua di grandi dimensioni, tipica del periodo di Costantino, quando si realizzavano opere colossali di questo tipo, dedicate agli imperatori. Siamo di fronte, quindi, all'indizio di un qualcosa di imponente, ma non siamo certo in grado di dire se sarà possibile recuperare tutto il resto, oppure altri pezzi. In questo momento lo scavo è interessa un periodo ancora più indietro nel tempo, cioè l'epoca romana del I secolo dopo Cristo, come testimonia la presenza di numerose anfore di quel periodo che stiamo recuperando e mettendo al sicuro. Nel frattempo sono in corso le analisi sul pollicione per capire con che marmo sia stato realizzato: potrebbe essere addirittura quello di Paros».
Luisa Boldrin, assessore ai Beni Monumentali, sta seguendo da vicino i lavori che porteranno alla realizzazione del nuovo Centro culturale. «Il cantiere è blindato e protetto da una stretta sorveglianza - ha ricordato - per evitare che possano entrare degli sciacalli. Lo scavo sta evidenziando questa connotazione monumentale del luogo dal punto di vista archeologico, che invece si pensava fosse in epoca romana un rione ad alta densità abitativa. Dove oggi c'è il co plesso del San Gaetano è possibile che nell'antichità ci fossero gli edifici di grandi dignitari e questo spiegherebbe la presenza di una statua colossale. Ma si può pensare anche che l'opera a cui appartiene il ditone appena trovato fosse collocato nel Foro Romano che si trovava sotto l'area dove oggi c'è il Pedrocchi».
Lo scavo che interessa la superficie di quella che diventerà la nuova piazza coperta andrà avanti per almeno un altro paio di mesi: per il momento interessa la metà della superficie, ma nelle prossime settimane si sposterà sull'altra porzione di terreno, dove si spera di poter trovare la statua. Questa zona non era oggetto di indagini sotterranee dal 1300, da quando Tiberio dei Tiberi, appartenente alla Congregazione degli Umiliati, aveva fondato lì un piccolo monastero, con attigua la chiesa detta di San Francesco Piccolo.
nella foto
Prato della Valle
Venerdì, 10 Marzo 2006 Il Gazzettino online
È lungo 14 centimetri. Un pollicione, quindi, che apparteneva alla mano di una statua alta almeno sei metri, di cui per il momento non ci sono altre tracce, che risale al III o IV secolo dopo Cristo. L'eccezionale reperto archeologico in marmo bianco è stato rinvenuto nel sottosuolo del cortile dell'ex Tribunale di via Alessio, dove sono in corso i lavori per trasformare la struttura in un centro Culturale. Il cantiere, che procede sotto lo stretto controllo della Sovrintendenza, nelle scorse settimane aveva riservato altre sorprese, dato che erano state rinvenute moltissime anfore di epoca romana che servivano per il drenaggio del terreno.
La presenza della statua potrebbe aprire nuovi scenari su come veniva utilizzato il sito all'epoca: fino a oggi, infatti, si è creduto che fosse a uso esclusivamente residenziale, mentre adesso si può ipotizzare che fosse monumentale.
«Per ora - spiega Maria Angela Ruta, responsabile della Tutela Archeologica della Soprintendenza - possiamo solo dire che si tratta di una rarità. Il dito, di epoca tardo-romana, appartiene a una statua di grandi dimensioni, tipica del periodo di Costantino, quando si realizzavano opere colossali di questo tipo, dedicate agli imperatori. Siamo di fronte, quindi, all'indizio di un qualcosa di imponente, ma non siamo certo in grado di dire se sarà possibile recuperare tutto il resto, oppure altri pezzi. In questo momento lo scavo è interessa un periodo ancora più indietro nel tempo, cioè l'epoca romana del I secolo dopo Cristo, come testimonia la presenza di numerose anfore di quel periodo che stiamo recuperando e mettendo al sicuro. Nel frattempo sono in corso le analisi sul pollicione per capire con che marmo sia stato realizzato: potrebbe essere addirittura quello di Paros».
Luisa Boldrin, assessore ai Beni Monumentali, sta seguendo da vicino i lavori che porteranno alla realizzazione del nuovo Centro culturale. «Il cantiere è blindato e protetto da una stretta sorveglianza - ha ricordato - per evitare che possano entrare degli sciacalli. Lo scavo sta evidenziando questa connotazione monumentale del luogo dal punto di vista archeologico, che invece si pensava fosse in epoca romana un rione ad alta densità abitativa. Dove oggi c'è il co plesso del San Gaetano è possibile che nell'antichità ci fossero gli edifici di grandi dignitari e questo spiegherebbe la presenza di una statua colossale. Ma si può pensare anche che l'opera a cui appartiene il ditone appena trovato fosse collocato nel Foro Romano che si trovava sotto l'area dove oggi c'è il Pedrocchi».
Lo scavo che interessa la superficie di quella che diventerà la nuova piazza coperta andrà avanti per almeno un altro paio di mesi: per il momento interessa la metà della superficie, ma nelle prossime settimane si sposterà sull'altra porzione di terreno, dove si spera di poter trovare la statua. Questa zona non era oggetto di indagini sotterranee dal 1300, da quando Tiberio dei Tiberi, appartenente alla Congregazione degli Umiliati, aveva fondato lì un piccolo monastero, con attigua la chiesa detta di San Francesco Piccolo.
nella foto
Prato della Valle
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