giovedì 17 dicembre 2009

Si vende anche il palazzo del Capitanio

Si vende anche il palazzo del Capitanio
Giovedì 17 Dicembre 2009 L'ARENA

LA PARTITA DELLE ALIENAZIONI. Con un emendamento al documento finanziario Palazzo Barbieri dà il via a un’asta pubblica per la quota di edificio verso piazza Viviani

Il Comune ne mette all’asta una parte per 10 milioni, ma scoppia il caso.

Il Pd: «Si svende tutto»

Imbarazzi nella maggioranza

Va in vendita un altro edificio storico. Il Comune mette all’asta una parte del palazzo del Capitanio, con base d’asta 10 milioni. È l’ala del complesso rivolta verso piazza Viviani, con destinazione commerciale, residenziale e direzionale, cioè per uffici, e potenzialmente anche ricettiva, quindi alberghiera. Il Comune vuole destinare i soldi che ricaverà per pagare i lavori di ristrutturazione dell’ex Arsenale.

RESTAURI. L’amministrazione, su proposta dell’assessore al patrimonio Daniele Polato, ha inserito sul filo di lana l’emendamento relativo all’alienazione del Palazzo dell’ex Tribunale nel bilancio previsionale 2010, la cui discussione è cominciata ieri pomeriggio in Consiglio comunale. Con i fari puntati, fin da subito, proprio su quell’emendamento. Sui banchi dell’opposizione contesta in particolare l’operazione il gruppo del Pd, soprattutto per il fatto che — come rilevavano i consiglieri in una conferenza stampa prima della seduta — «la Giunta l’ha inserita all’ultimo momento, senza che ne fossimo a conoscenza. Avanti di questo passo si svende la città», dice il capogruppo Stefania Sartori, con i colleghi Roberto Uboldi, Fabio Segattini, Giancarlo Montagnoli e Carla Padovani. Ma anche nella maggioranza di centrodestra in Consiglio sono emerse perplessità, sull’operazione.

LA SCELTA. La quota in vendita del palazzo del Capitanio, già sede degli uffici giudiziari (fatto costruire da Cansignorio della Scala a partire dal 1360 circa; il nome sarebbe infatti palazzo di Cansignorio) è di 5.663 metri quadrati, su quattro piani, più 232 di sottotetto. L’asta sarà pubblica, con eventuale facoltà di accettare anche offerte inferiori (previo parere favorevole della Giunta), negli esperimenti di gara successivi al primo che fosse risultato deserto. Con l’emendamento al bilancio l’amministrazione stralcia così dal Piano triennale delle opere pubbliche l’intervento di ristrutturazione del palazzo. «Svendita? Macché. Vendiamo la parte più degradata e non più utilizzata. Ristrutturarla costerebbe 60 milioni», dice Polato, «mentre resta di proprietà comunale la parte verso piazza dei Signori, tutt’ora occupata, che comprende la torre. Per la Sovrintendenza l’operazione è possibile e qualsiasi soluzione di cambio di destinazione è sempre migliore rispetto alle attuali condizioni vergognose dell’edificio, dove regna la sporcizia. La destinazione srà soprattutto residenziale».

Il Pd contesta che dopo aver venduto palazzo Forti, oltre al Gobetti, oltre a cedere all’Agec l’immobile delle mensa del Camploy, il Comune si privi anche di un altro edificio. Che fra l’altro pareva destinato a ospitare il museo di Storia naturale. «Con la Fondazione Cariverona che ha Castel San Pietro, lascia la Galleria d’arte moderna a palazzo Forti, ha il polo culturale agli ex Magazzini generali, con il palazzo della Ragione per le mostre, non aveva senso che anche quella parte di Palazzo del Capitanio diventasse un museo. Noi comunque abbiamo sempre detto che le risorse da alienazioni patrimoniali finanzieranno il restauro dell’Arsenale, che costa 80 milioni».

Nessun commento: