martedì 16 settembre 2008

«Dov’erano Ruffo e Forti quando è stato ceduto Castel San Pietro?»

VERONA - «Dov’erano Ruffo e Forti quando è stato ceduto Castel San Pietro?»
Venerdì 5 Settembre 2008 L'ARENA

«Dov’erano Giambattista Ruffo e l’architetto Giorgio Forti quando la passata amministrazione ha alienato Castel San Pietro e votato la delibera per la vendita dei palazzi Pompei e Gobetti? Forse allora non amavano Verona?»
L’assessore al Patrimonio Daniele Polato ribatte al comitato «Per l’amata Verona», che ha annunciato l’avvio di una raccolta di firme contro la vendita di palazzo Forti e palazzo Pompei. «La presa di posizione di questo neonato comitato mi pare più di ispirazione politica che culturale», dice Polato, «non ho visto né Ruffo né Forti protestare, in passato, per la vendita di Castel San Pietro, un bene comunale ben più rappresentativo, dal punto di vista monumentale e paesaggistico, degli altri pur importanti palazzi storici». «Se qualcuno ha rischiato davvero di impoverire il patrimonio del Comune», riprende Polato, «è stata la passata amministrazione, contro cui peraltro nessun comitato ha mai protestato quando, nel marzo del 2005, oltre a Castel San Pietro, ha deciso la vendita dei palazzi Pompei e Gobetti, per una cifra che avrebbe fatto incassare al Comune la metà di quanto verrà ricavato con le modalità di alienazione previste da questa amministrazione. La delibera votata dall’amministrazione Zanotto stabiliva infatti l’alienazione dei due palazzi storici, sede del museo di Scienze naturali, al valore complessivo di 17 milioni 100 mila euro, subordinandola all’impegno da parte del Comune di modificare la destinazione d’uso da museale a residenziale e direzionale. La scelta di questa amministrazione di cambiare preventivamente la destinazione d’uso dei due palazzi consentirà invece di metterli all’asta a una stima complessiva di partenza di 30 milioni. Quanto a palazzo Forti, vorrei ribadire che la Galleria d’arte moderna non corre alcun pericolo: verrà trasferita al Palazzo della Ragione, una sede ancor più prestigiosa, nel cuore della città, e sarà comunque intitolata, com’è doveroso, ad Achille Forti».

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