Venezia, la scoperta delle origini
Corriere del Veneto, 20 maggio 2010
Certamente non si può affermare che finora nessuno l’abbia studiata, ma le conclusioni sono del tutto inedite: l’equipe di archeologia di Ca’ Foscari racconta in una mostra le vere origini degli insediamenti stabili nella Laguna nord. Si chiama «Non in terra né in acqua» ed è stata inaugurata ieri nell’Isola di San Lazzaro degli Armeni, la mostra, ideata dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Ca’ Foscari e resa possibile grazie al finanziamento agli scavi della Regione Veneto. L’iniziativa ha il pregio di smentire essenzialmente due aspetti delle ricerche condotte nel corso del secolo scorso: l’Isola di San Lorenzo d’Ammiana non ha origini classiche e sulla sua superficie non èmai stato costruito un castello.
Ma cos’era Venezia prima di Venezia? Da sempre gli archeologi se lo sono chiesto e negli ultimi tre anni di scavi, molti sono stati i ritrovamenti che aiuteranno a ricostruire pezzo per pezzo la storia delle origini. Anfore, contenitori da trasporto, vetri monete, ma anche ceramiche, epigrafi e lucerne, per ogni scoperta un nuovo tassello nella storia della Laguna nord, nella quale i primi insediamenti stabili sembra fossero legati indissolubilmente alle risorse del luogo, dalla pesca alle saline, fino ad un possibile ruolo di fulcro nevralgico comunicativo tra la laguna nord e la laguna sud. A due chilometri ad est dell’ossario di S.Arian, tra l’isola di S. Cristina e il canale di S.Felice l’Isola di San Lorenzo d’Ammiana è stata tuttavia già nel corso del secolo scorso, un vero e proprio laboratorio archeologico in cui gli scavi si sono alternati fino agli anni ’90, lasciando vistose tracce e in particolare ha visto alternarsi fra il 1969 e il 1988 gli scavi dell’equipe dell’ispettore onorario della soprintendenza Ernesto Canal che hanno messo in luce alcuni ritrovamenti interpretati come pre-esistenti all’impianto della pieve.
«Secondo le diverse pubblicazioni che scaturirono da quell’analisi gli scavi dell’equipe evidenziarono già nella media età imperiale (II-III secolo d. C) un’occupazione stabile dell’isola», spiega Sauro Gelichi, professore di archeologia medievale e coordinatore del progetto attivato nel 2007 da Ca’ Foscari, «le indagini che abbiamo condotto in questi anni, invece, hanno dimostrato che un insediamento stabile non iniziò prima del V secolo. Un dato che sembra in sintonia con quanto si sta scoprendo negli ultimi anni un po’ in tutta la laguna, dove i fantasmi della classicità vengono giustamente risospinti verso altri lidi». Niente «romanità veneziana», insomma, per San Lorenzo d’Ammiana, e nemmeno per la «domus», scoperta da Ernesto Canal che sembra risalga invece ad un epoca più tarda. «Non ci sono tracce né di fantomatici castelli, ma neppure, al momento, di stabili occupazioni dopo il VII secolo - spiega Gelichi - da tempo credo che alcuni stereotipi all’interno dei quali sono state incardinate le tappe di una irresistibile ascesa della Serenissima continuino ad essere soltanto delle facili etichette che dovrebbero invece essere verificate grazie agli studi che gli "archivi della terra" mettono ancora a nostra disposizione. Proprio oggi partirà inoltre uno studio a Sant’Ilario di Mira, nella Laguna sud, dove si trova un monastero databile intorno all’Alto medioevo che i primi dogi veneziani avrebbero scelto come luogo di sepoltura».
Corriere del Veneto, 20 maggio 2010
Certamente non si può affermare che finora nessuno l’abbia studiata, ma le conclusioni sono del tutto inedite: l’equipe di archeologia di Ca’ Foscari racconta in una mostra le vere origini degli insediamenti stabili nella Laguna nord. Si chiama «Non in terra né in acqua» ed è stata inaugurata ieri nell’Isola di San Lazzaro degli Armeni, la mostra, ideata dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Ca’ Foscari e resa possibile grazie al finanziamento agli scavi della Regione Veneto. L’iniziativa ha il pregio di smentire essenzialmente due aspetti delle ricerche condotte nel corso del secolo scorso: l’Isola di San Lorenzo d’Ammiana non ha origini classiche e sulla sua superficie non èmai stato costruito un castello.
Ma cos’era Venezia prima di Venezia? Da sempre gli archeologi se lo sono chiesto e negli ultimi tre anni di scavi, molti sono stati i ritrovamenti che aiuteranno a ricostruire pezzo per pezzo la storia delle origini. Anfore, contenitori da trasporto, vetri monete, ma anche ceramiche, epigrafi e lucerne, per ogni scoperta un nuovo tassello nella storia della Laguna nord, nella quale i primi insediamenti stabili sembra fossero legati indissolubilmente alle risorse del luogo, dalla pesca alle saline, fino ad un possibile ruolo di fulcro nevralgico comunicativo tra la laguna nord e la laguna sud. A due chilometri ad est dell’ossario di S.Arian, tra l’isola di S. Cristina e il canale di S.Felice l’Isola di San Lorenzo d’Ammiana è stata tuttavia già nel corso del secolo scorso, un vero e proprio laboratorio archeologico in cui gli scavi si sono alternati fino agli anni ’90, lasciando vistose tracce e in particolare ha visto alternarsi fra il 1969 e il 1988 gli scavi dell’equipe dell’ispettore onorario della soprintendenza Ernesto Canal che hanno messo in luce alcuni ritrovamenti interpretati come pre-esistenti all’impianto della pieve.
«Secondo le diverse pubblicazioni che scaturirono da quell’analisi gli scavi dell’equipe evidenziarono già nella media età imperiale (II-III secolo d. C) un’occupazione stabile dell’isola», spiega Sauro Gelichi, professore di archeologia medievale e coordinatore del progetto attivato nel 2007 da Ca’ Foscari, «le indagini che abbiamo condotto in questi anni, invece, hanno dimostrato che un insediamento stabile non iniziò prima del V secolo. Un dato che sembra in sintonia con quanto si sta scoprendo negli ultimi anni un po’ in tutta la laguna, dove i fantasmi della classicità vengono giustamente risospinti verso altri lidi». Niente «romanità veneziana», insomma, per San Lorenzo d’Ammiana, e nemmeno per la «domus», scoperta da Ernesto Canal che sembra risalga invece ad un epoca più tarda. «Non ci sono tracce né di fantomatici castelli, ma neppure, al momento, di stabili occupazioni dopo il VII secolo - spiega Gelichi - da tempo credo che alcuni stereotipi all’interno dei quali sono state incardinate le tappe di una irresistibile ascesa della Serenissima continuino ad essere soltanto delle facili etichette che dovrebbero invece essere verificate grazie agli studi che gli "archivi della terra" mettono ancora a nostra disposizione. Proprio oggi partirà inoltre uno studio a Sant’Ilario di Mira, nella Laguna sud, dove si trova un monastero databile intorno all’Alto medioevo che i primi dogi veneziani avrebbero scelto come luogo di sepoltura».
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