domenica 21 aprile 2013

Asolo, la cementificazione e un piano urbano che divide

Asolo, la cementificazione e un piano urbano che divide
Silvia Madiotto
CORRIERE DEL VENETO - VENEZIA, Venerdì 5 Aprile 2013
La Rocca domina Asolo dal Duecento: la costruirono i Carraresi per controllare il loro vasto territorio e quel borgo che oggi è considerato - a ragione - una delle perle del Veneto. Un campiello veneziano in terraferma, immerso nel verde della Marca, che svetta sulle rocce. Ma è a valle che oggi si discute di tutela e cementificazione: ai piedi dei colli, infatti, la giunta comunale leghista ha tracciato un Pat che consente la realizzazione di 285 mila metri cubi di edilizia residenziale. L'opposizione, guidata dall'ex sindaco Daniele Ferrazza, ha lanciato un appello in rete per salvare il territorio. «In pratica il nuovo Pat prevede la possibilità di costruire, tra la zona collinare e la pianura, settecento villette o mille appartamenti - denuncia -. Un'assurdità, considerando che il Prg prevedeva già nuovi insediamenti per 150 mila metri cubi, mai richiesti dal mercato e quindi mai realizzati. Inoltre si introduce una nuova area industriale di trenta ettari ai piedi della collina della Rocca, con 720 mila metri cubi di nuovi capannoni».
A conti fatti, un milione di metri cubi di cemento: «Ne abbiamo veramente bisogno? E' questo lo sviluppo che intendiamo?». Asolo, «la perla dei cento orizzonti», oltre al un prezioso patrimonio architettonico e paesaggistico, ha tre volti simbolo che ne hanno segnato la storia: Caterina Cornaro, regina di Cipro e Venezia; Eleonora Duse, la divina del teatro; e Freya Stark, viaggiatrice ed esploratrice inglese, che scelse Asolo come dimora. Fu proprio lei a scrivere negli anni '70 «In defence of Asolo», un appello nel quale pose, per prima, il tema della cementificazione dalla quale salvare le colline attorno al borgo. Mercoledì prossimo (i tempi sono strettissimi, perché il Pat è passato in giunta due giorni fa) il Consiglio comunale voterà l'adozione del piano di assetto territoriale, che contiene le linee guida per i prossimi dieci anni di sviluppo. «La nostra volontà è di salvaguardare il territorio ed evitare il consumo dispersivo di suolo libero per andare incontro alla attuali sfavorevoli condizioni economiche delle famiglie - spiega il vicesindaco e assessore all'urbanistica Federico Dussin -. Si è deciso di privilegiare, ove possibile, il recupero del patrimonio edilizio esistente, indirizzando lo sviluppo al completamento dei nuclei abitativi con lotti inedificati o di possibilità di ampliamento. Le aree agricole sono state tutelate, così come i colli e il borgo. Ma la previsione del Pat non equivale alla realizzazione delle zone di espansione».
Tuttavia, associazioni asolane, intellettuali e ambientalisti sono già scesi a fianco delle opposizioni. Vittorio Zaglia, volto storico di Italia Nostra ed ex presidente commenta: «Come cittadini siamo delusi, è un Pat poco produttivo che di fatto consente di costruire in modo folle in una zona di riduzione demografica che invece ha una forte necessità di vocazione turistica. Più si costruisce più si disperdono l'identità di Asolo, il suo turismo e la sua cultura».

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