lunedì 13 ottobre 2008

VENEZIA - Settis: «basta inquinare i monumenti di Venezia»

VENEZIA - Settis: «basta inquinare i monumenti di Venezia»
Adriano Favaro
Il Gazzettino 12/10/2008

Non conosce l`articolo "incriminato" del giornalista inglese "premiato" dall`istituto Veneto di scienze lettere e arti, ("me lo
manda? lo leggo") ma non è d`accordo nemmeno con la candidatura
che qualcuno ha fatto del suo nome come "commissario" per Venezia ("per carità, devono funzionare le istituzioni"). Di sicuro a Salvatore Settis - Presidente del Consiglio Superiore dei Beni culturali, nominato da Rutelli, riconfermato da Bondi, ieri in città per presentare il suo libro sulla Scuola Grande di San Rocco - fa orrore l`idea di una Venezia presentata come una Disneyland. «Sono contrarissimo ai limiti di accesso, ai controlli da città a tema, così come sono contrario ai commissari, nemmeno se si chiamasse Ruskin». Ma non vede bene, anzi non ama per niente i monumenti ricoperti da cartelloni pubblicitari. «L`arte non va mercificata - dice, aggiungendo - Bisogna poi vincere gli inquinamenti visivi; e anche quelli sonori: basta con i concerti nelle piazze, nel cuore di una città». Capito?
Senta professore se non vanno bene i cartelloni pubblicitari davanti
palazzi e monumenti in restauro cosa dire quando un sindaco come Cacciari spiega che non ci sono più risorse pubbliche?
«Bisognerà cercarle. In realtà le risorse non ci sono perché vengono
tagliate».
Spieghi.
«Coi tagli - già decisi - il bilancio del beni culturali nel 2011 sarà tagliato del 95%. Non resta nemmeno per pagare la luce. I soldi li abbiamo tolti noi...».
E messi dove?
«Al Ministero dei beni culturali sono stati tolti un miliardo e rotti di euro. Per darli all`Alitalia. E` una scelta politica. Chiedo: è giusto che il cittadino paghi Alitalia e i monumenti
vadano al diavolo? A me non sembra la cosa più giusta. Fosse
ministro della Pubblica Istruzione Croce non avrebbe votato a favore
di questo».
Continuando...
«Cinque miliardi a Gheddafi siamo sicuri che glieli dobbiamo dare?
I soldi ci sono, la volontà politica li indirizza in una certa direzione».
Parliamo di sprechi?
«Guardi che il numero delle mostre inutili nel nostro paese sono
tantissime. E ad ogni centenario ci sono altrettante manifestazioni inutili: sprechi. Trent`anni fa per il centenario del Giorgione furono fatti quattro convegni. Ne bastava uno. Così si continua. Mancano culture e capacità di individuare le spese. I soldi ci sono».
Vedrà palazzo Ducale diventato una specie di rivista femminile,
piena di pubblicità.
«Anche Trinità dei Monti a Roma non è stata visibile per quattro
anni. C`è un libro dove si sostiene che hanno fatto andare i lavori
molto lentamente apposta per poter coprire la facciata con ragazze
che reclamizzavano scarpe».
Soluzione...
«Ma quanti movimenti politici ci sono che si occupano dell`inquinamento ambientale? Oltre a quell`inquinamento occorrerebbe guardare a quegli inquinamenti che distruggono
la persona umana e la sua cultura. Cioè quello visivo e quello acustico».
Vada con gli esempi.
«Non si capisce perché in tante città - in ore lavorative anche - in
una piazza occorre fare un concerto.
E` inquinamento, vietato dalle leggi».
Come quello visivo...
«Sì. Io sono avverso al fatto di coprire monumenti e facciate con
delle cose pubblicitarie».
Fioccano migliaia e migliaia di euro per questo. Si fa a gara.
«Lo so. Mettono anche all`asta, in alcune città, quei posti. Ripeto: nelle dimensioni di adesso, come fanno ora no!».
Cacciari dice che ai Comuni servono soldi.
«Rispetto il suo parere. Il mio, di cittadino, dice che l`inquinamento visivo che queste cose comportano a Venezia come a Roma e ovunque è diventato un fenomeno grave.
Anche a Piazza di Spagna ci sono stati lavori durati anni. A che
scopo? Mantenere la facciata "pubblicitaria"».
E la torre dell`orologio di piazza San marco coperta dalla foto della torre di Pisa?
«Una spiritosaggine, non puro uso commerciale. Attenti che l`idea
che il patrimonio culturale debba sempre dare un reddito immediato
è pericolosa. Venezia coperta dai manifesti non piacerà più».
Il ponte di Calatrava?
«Bello, Ma quel vetro forse non va...».

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