domenica 5 ottobre 2008

A Verona Sud rischiamo di vedere crescere una selva di grattacieli

A Verona Sud rischiamo di vedere crescere una selva di grattacieli
Venerdì 3 Ottobre 2008 L'ARENA

GRANDI OPERE. Lunga seduta del Consiglio comunale per il progetto di riqualificazione del «Bronx di Verona». Nella notte la delibera ha ottenuto 29 voti favorevoli e 12 contrari
Ex Cartiere, maratona per il sì
Giacino: «Questo piano elimina il degrado e modernizza la città». L’opposizione: «Non è stato valutato bene l’impatto sul traffico»

Importante è il fare; il futuro passa dalla collaborazione tra pubblico e privato

Maratona in Consiglio comunale sul piano urbanistico di recupero dell’area delle ex Cartiere. La votazione si è svolta alle 0,52 con 29 sì e 12 no. La seduta si è protratta fino a tardi a causa del clima incandescente e delle proteste scoppiate dopo la non ammissione degli emendamenti del Pd,
Il Piano riguarda un’area di quasi 180mila metri quadrati e il volume edificabile, pari a quello dei fabbricati esistenti, è di 300mila metri cubi.
Dopo la presentazione da parte dell’assessore Vito Giacino che ha evidenziato la valenza del piano, che recupera e valorizza un’area da anni in stato di degrado, tremila posti auto tutti interrati, 40mila metri quadrati di area verde, quattro chilomeri di percosi ciclo-pedonali e uno studio del traffico «di sistema», Roberto Uboldi e Carlo Pozzerle del Pd hanno rilevato due questioni pregiudiziali, chiedendo la sospensione della seduta. Uboldi ha ricordato che l’Amministrazione comunale ha un contenzioso aperto nei confronti della società Verona Porta Sud, mentre Pozzerle ha reclamato la Valutazione d’impatto ambientale. Entrambe le eccezioni sono state respinte dall’aula. Alla seduta ha assistito anche l’architetto Bruno Gabbiani, autore del piano urbanistico. Gli esponenti dell’opposizione, poi, si sono divisi sul giudizio del progetto. Per il Pd, «quello alle ex Cartiere è solo un’anticipazione di ciò che verrà costruito a Verona Sud, col rischio di vedere crescere una selva di grattacieli». E Uboldi ha concluso: «Tutti gioiremo quando i vecchi edifici saranno abbattuti, ma non vorremmo poi che i veronesi maledicano i 5 anni successivi per il caos dei cantieri». Graziano Perini del Pdci parla di «forte alterazione dell’assetto urbanistico della città a un chilometro dal centro». Edordo Tisato di Verona Civica ha però annunciato il voto a favore: «È giusto valutare i fatti senza pregiudizi ideologici». Dei 36 emendamenti presentati dal Pd, 29 sono stati ritenuti non accoglibili dagli uffici, fatto che ha provocato l’ira del Pd, tre sono stati respinti dall’assessore Giacino, che ne ha accolto uno.
«Ora la proprietà», ha sottolineato Giacino, «avrà 20 giorni di tempo per avviare le demolizioni». L’operazione dovrà concludersi entro sei mesi. Poi potrà partire la vera e propria riconversione dell’ex complesso industriale di Basso Acquar, dove i privati vi hanno fatto un investimento di circa 200 milioni di euro.
Da «supermarket della droga», come era stata chiamata dopo anni di degrado e abbandono, l’area si trasformerà in un complesso con multisala da 9 sale di proiezione, palestre, solarium, sale fitness e attività sportive, sale giochi, un centro commerciale con 70 negozi, una dozzina tra caffè e ristoranti e un centro direzionale, integrato con il complesso polifunzionale situato in due grattacieli che arriveranno a un’altezza di cento metri e della cui progettazione sono stati chiamati a concorrere tre architetti di fama mondiale.
Dall’abbattimento sarà risparmiato un edificio di archeologia industriale di 2.280 metri quadri, che dopo il restauro sarà ceduto al Comune.
Sul piano viabilistico, l’intervento prevede anche la realizzazione di sette rotonde, che saranno costruite a spese dei proprietari dell’area, da ponte Aleardi a via Tombetta: alla breccia dei Cappuccini, fra Basso Acquar e il ponte San Francesco, in via Tombetta, sotto il cavalcavia di viale Piave e due interni all’area delle cartiere, su via Fedrigoni. Altre due saranno più distanti, cioè a ponte Aleardi, una all’altezza dell’ex gasometro e l’altra all’inizio di via Torbido.
Con questa operazione il Comune incasserà quasi 18 milioni di euro. Parte di questi fondi, aveva detto Giacino prima del dibattito, saranno vincolati in un apposito capitolo di bilancio riservato a opere viabilistiche per Verona Sud, in particolare per il raccordo fra la regionale 434 e la bretella di Verona Nord. Una volta realizzato, il nuovo centro polifunzionale porterà alle casse comunali ogni anno circa 300 mila euro di Ici.
Il multisala occuperà 4.600 metri quadrati, i negozi 15mila di cui 3.000 per gli alimentari, il terziario complementare 24mila, l’ex fucina 2.280 (il Comune la userà a scopi museali). Le strade e le piazze pedonali interne 12mila, il parco 40mila. I due grattacieli, che potranno arrivare a 100 metri di altezza, occuperanno 30mila metri quadrati.E.S.

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