lunedì 13 ottobre 2008

VERONA - «Così cambieremo il territorio». Stop al cemento sul Garda e sviluppo dell’ idrovia

VERONA - «Così cambieremo il territorio». Stop al cemento sul Garda e sviluppo dell’ idrovia
Elena Cardinali
Sabato 11 Ottobre 2008 L'ARENA

PROGRAMMAZIONE. È stato presentato dal presidente Elio Mosele al Polo Zanotto il Piano territoriale di coordinamento provinciale che ruota attorno a Verona

Nella Bassa previsto uno dei grandi poli produttivi Questo piano salvaguarderà il paesaggio anche razionalizzando gli insediamenti

Salvaguardia delle aree naturali, forte limitazione alla realizzazione di nuovi centri commerciali, contigentazione delle zone produttive con la concentrazione in una quindicina di poli attrezzati non solo per le attività ma anche per i servizi alle imprese, ricerca di nuove forme di mobilità tra i grossi Comuni periferici e il capoluogo ma anche di strategie di comunicazioni interprovinciali e interregionali. È un piano ad ampio raggio il progetto del Piano territoriale di coordinamento provinciale, in sigla Ptcp, presentato ieri nella sala convegni del Polo didattico «Giorgio Zanotto» dell’università dal presidente della Provincia Elio Mosele e dal coordinatore della progettazione Elisabetta Pellegrini a una platea che vedeva schierati, oltre diversi amministratori locali delle provincie venete, anche l’assessore regionale alle politiche per il territorio Renzo Marangon, il presidente di Confindustria Verona Gian Luca Rana e il presidente del Consiglio di sorveglianza del Banco Popolare Carlo Fratta Pasini.
Il presidente Mosele ha ricordato che l’elaborazione di questo complesso progetto è iniziata due anni fa con un documento preliminare che è stato oggetto di un’ampia discussione prima di approdare in Regione. «In esso si affrontano temi fondamentali per il futuro di Verona e dello stesso veneto», ha sottolineato Mosele, «come l’accoglimento di opere colossali a respiro europeo come il corridoio 1, da Dublino a Palermo, e il corridoio 5, da Lisbona a Kiev, che s’incrociano a Verona, e la realizzazione di linee ferroviarie locali in alternativa al trasporto su gomma ma, soprattutto, all’individuazione di una nuova organizzazione del territorio che salvaguardi il paesaggio e razionalizzi gli insediamenti produttivi».
Il piano dovrebbe essere adottato già entro la fine di quest’anno ma prima dovrà esser discusso e condiviso dai Comuni veronesi. Sarà un piano, come ha ribadito l’ingegner Pellegrini, «centrato sul territorio e sui suoi valori, a partire da quelli ambientali. In una provincia che ha un’estensione di oltre tremila chilometri quadrati, nemmeno il dieci per cento è riservato ad aree vincolate e a zone naturali. La prospettiva è di costruire aree nucleo ad alto tasso di naturalità. Per questo sarà necessario razionalizzare le zone di insediamento produttivo, che finora hanno seguito un andamento irregolare. Nel 1997, da uno studio dell’epoca, il suolo veronese adibito ad aree produttive era di 65 milioni di metri quadrati. Ora è di 90 milioni con un impegno già preso nei piani regolatori di diversi Comuni di altri 15 milioni di metri quadrati. Una frammentazione in cui si trovano aree di grandi valore e zone di bassissimo valore, talvolta abbandonate. Basti pensare che ci sono 756 poli produttivi con aree inferiori ai 60.000 metri quadrati. La prospettiva, nel Ptcp, è di concentrare le attività in una quindicina di poli qualificati dal punto di vista industriale e ambientale». Si è parlato anche di collegamenti con metropolitana di superficie tra i grossi centri della provincia e la città, «convenienti però solo se saranno utilizzati da almeno il trenta per cento di utenti che oggi usano i mezzi privati».
Un altro aspetto fondante del Ptcp è lo stop alla costruzione di nuovi centri commerciali, privilegiando, invece, il ritorno ai piccoli negozi soprattutto nei centri più piccoli del territorio provinciali, «in un quadro di rivalutazione commerciale di vicinato che ha una forte rilevanza sociale

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