domenica 30 novembre 2008

I nostri edifici scolastici? Sono antichi monumenti

I nostri edifici scolastici? Sono antichi monumenti
Domenica 30 Novembre 2008 CRONACA Pagina 16 L'ARENA

PUBBLICA ISTRUZIONE. Dopo la tragedia di Rivoli Torinese ci si interroga sulla sicurezza e ci si «scontra» con la storia

Oggi si studia nelle ex dimore di famiglie nobili oppure dove un tempo erano ospitati sanatori e conventi


L’allarme sicurezza nelle scuole, dopo il drammatico crollo del liceo scientifico di Rivoli, in provincia di Torino, ha messo in primo piano anche la situazione edilizia degli istituti veronesi. Molti di loro sono ospitati in edifici antichi, che in passato erano adibiti ad altro e che sono stati adattati a scuole.
Ciò a dimostrare come nei secoli scorsi gli amministratori avvertissero ben poco la necessità di costruire edifici da destinare alla pubblica istruzione. Infatti molte delle attuali scuole - soprattutto gli istituti storici - si trovano in edifici che un tempo avevano ben altre funzioni: monasteri, caserme, ospedali, palazzi di nobili famiglie. Sono veri e propri monumenti, contengono importanti capolavori d’arte e sono stati teatro di significative pagine di storia.
La scuola nella sede più bella, almeno dall’esterno, è l’istituto tecnico commerciale Pindemonte, in corso Cavour, ospitato in uno dei capolavori dell’architettura privata di Michele Sanmicheli, il maggiore architetto cittadino del rinascimento. Va però detto che Sanmicheli non ha «firmato» le aule, ma soltanto la facciata e gli spazi ad essa collegati. La storia di questo edificio inizia attorno al 1530, quando i fratelli Antonio e Gregorio Bevilacqua affidarono all’architetto cittadino la costruzione del nuovo palazzo ai Santi Apostoli.
L’architetto operò in facciata e sullo spazio a ridosso, inserendovi la galleria al primo piano ed il ridotto al piano terra. Oltrepassato il portone di ingresso, si entra sotto un porticato che immette in un piccolo cortile. La facciata seppure bellissima, però, è incompleta: lo rivela l’ingresso fuori asse. Nella galleria di palazzo Bevilacqua, vi era una collezione archeologica e numismatica di eccezionale valore, che fu smembrata da Napoleone, che portò molte opere a Parigi.
La famiglia dei conti Bevilacqua, ramo santi Apostoli, si estinse nel 1899 con la morte della contessa Felicita. Il palazzo, allora, venne da lei legato al Comune e con opportuni lavori di adattamento nel 1905 venne adibito a scuola. Per far rinascere questi ambienti rinascimentali si dovette attendere un secolo: nella primavera dell’88, venne realizzata la sala sanmicheliana nell’originario ambiente a piano terra del ridotto rinascimentale. Questa sala riunisce oggi quattro busti di imperatori, opere della scuola del Sanmicheli.

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