sabato 2 maggio 2009

Il cemento, l’ambiente e i nuovi progetti

Il cemento, l’ambiente e i nuovi progetti
GIANBATTISTA RUFFO
01/05/09 CORRIERE DEL VENETO

L’intervento

La cementificazione speculativa a Verona continua come del resto in molte altre parti del nostro paese. Non entriamo nel merito del progetto sul traforo e della sua validità o meno: siamo solo preoccupati che il progetto venga dato in appalto a chiunque esiga come compensazione la possibilità di costruire aree e centri commerciali il cui proliferare a Verona e provincia è in continua preoccupante crescita, contro il buon senso, il rispetto dell'ambiente, l'uso di materiali di costruzione non consoni al paesaggio in cui sono inseriti e la costante e continua ma perversa eliminazione di aree verdi e di alberi, causa prima degli smottamenti dei terreni durante le grandi piogge. La domanda è sempre la stessa :' Cui prodest?' Certo a qualcuno 'prodest', ma alla maggior parte degli abitanti del nostro pianeta piacciono le eccessive cementificazioni, in prevalenza di centri commerciali muniti di tutto, grigi e stordenti ma senza anima?A giudicare dal numero delle persone che li frequentano sembrerebbe che la nostra società li accetti ma riteniamo opportuno soffermarci sul fatto che questo fenomeno di appiattimento di valori ed interessi tradizionali a vantaggio di pochi, sempre più ricchi, senza preoccuparsi delle generazioni future che saranno le vere vittime di questo sistema inquinante ed inquinato procurerà a tutti, anche ai figli ed ai nipoti di coloro che oggi speculano, una vita ancora più difficile e complessa dell'attuale. Aumenteranno anche le malattie legate al deterioramento dell'ambiente ma allora,a questo punto, ci viene spontaneo domandarci perché l'uomo non cerca di risolvere questi problemi fin da ora? Se il traforo è necessario per rendere più vivibili quartieri della città congestionati dal traffico, incanalato nel frattempo in strozzature obbligatorie ormai insostenibili, perché cementificare anche le aree verdi che costeggiano la nuova arteria? Un progetto ' pubblico, deve prevedere a monte le sue fonti finanziarie che devono rimanere' pubbliche' e non giustificarne una realizzazione in assoluto. Se quindi mancano le risorse finanziarie pubbliche,ciò non giustifica ed ancor meno obbliga l'Amministrazione a ricorrere ai finanziamenti privati essendo fin troppo ovvio che il' privato' finanzia'il pubblico' solo se ha utili e guadagni. Se ciononostante l'Amministrazione persegue queste scelte contribuisce alla distruzione dell'ambiente e va contro il benessere dei cittadini residenti nelle zone in questione. A conferma di quanto asserito, citiamo altri due esempi.

Tutta la città ha approvato l'abbattimento dei fabbricati delle ex Cartiere ed il risanamento della zona in precedenza ricettacolo dello smercio di droga e luogo di pernottamento di drogati e malavitosi in genere ma sia ben chiaro che il problema è stato risolto velocemente non per le capacità decisioniste che riconosciamo al nostro Sindaco ma perché sono state concesse ampie ed evidenti deroghe edilizie ai proprietari dell'area permettendo per esempio loro di elevare da 70 a 100 metri le torri previste nel precedente progetto. E, quando l'Assessore competente giustifica'pubblicamente'tale concessione dichiarando alla stampa che le torri alte cento metri invece di settanta sono molto più belle esteticamente, il cittadino si sente preso per i fondelli. Tutti sappiamo infatti che ogni aumento di cubatura deve essere compensato da un corrispondente aumento di area verde 'piantumata'( solo gli alberi contribuiscono alla diminuzione dell'inquinamento assorbendo anidride carbonica) mentre è stata allargata solo l'area erbosa. E 'dulcis in fundo' l'area delle caserme Passalacqua e S.Marta dismesse dai militari ed acquisite dal Comune. Rispetto al precedente progetto, anche in tal caso, sono state apportate modifiche radicali che lo snaturano. Infatti rispetto al Piano Ferlenga( autorevole architetto dell'Università di Venezia),sono state consistentemente diminuite le aree verdi attorno alle vecchie mura magistrali e raddoppiate quelle residenziali(da 12.000 metri quadri a 25.000), riducendo inoltre di due terzi il polo didattico, gli spazi universitari ed i posti auto passati da 1.000 a 323.Vogliamo citare, per concludere, quanto disse Elio Mosele, in occasione della scorsa campagna elettorale nella quale venne eletto Presidente della Provincia, e che condividiamo in toto:'La Passalacqua deve essere destinata ad attività universitarie e per il quartiere di Veronetta. Il Comune ha invece inserito nuove abitazioni, con un intento speculativo che va contro la volontà dell'ateneo'. Indubbiamente anche nelle scelte strategiche dell'Università esistono, fra i docenti, due scuole di pensiero. Ci rammarica non poco l'attuale sintonia dell'Università con le scelte dell'Amministrazione pubblica che la depauperano di spazi vitali e quindi la danneggiano.

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