Party blindato e stop all'obelisco «Pinault usa e getta questa città»
Enrico Tantucci
La Nuova di Venezia 26/04/2009
«La presenza di François Pinault è eccessivamente ingombrante e nel suo rapporto con la città denuncia un’incompetenza totale. Anche la vicenda dei maxiobelischi di Tadao Ando, prima imposti e poi rifiutati, denota una concezione “usa e getta” di Venezia e dei suoi spazi». L’attacco ad alzo zero verso il finanziere è di Franco Miracco, portavoce del presidente della Regione Giancarlo Galan. Un fuoco di fila polemico all’indomani della decisione del finanziere di rinunciare ai due obelischi di cemento armato alti oltre 7 metri previsti a fianco del nuovo museo Pinault e del party tenuto nel complesso seicentesco del Benoni per festeggiare il matrimonio del figlio François-Henri con l’attrice messicana Salma Hayek. «Pinault farebbe bene a farsi vedere poco in laguna - insiste Miracco - e ad affidare l’immagine di Palazzo Grassi a Monique Veaute, che ha dimostrato di saperla curare egregiamente. Certo, proprio il comportamento di Pinault accresce il rammarico per il fatto che la Punta della Dogana non sia stata affidata alla cordata guidata dalla Fondazione Guggenheim, anziché a Palazzo Grassi, per gestire con ben diverso stile e professionalità Punta della Dogana, magari collaborando con la stessa Madame Veaute». Ma sull’atteggiamento delle autorità cittadine su tutta la vicenda punta il dito anche lo storico dell’architettura dell’Iuav Amerigo Restucci, consigliere della Biennale: «Fa piacere sapere che i due obelischi in cemento armato non verranno più collocati in campo della Salute. Colpisce di più sapere che a decidere sia stato il finanziere Pinault per sua autonoma scelta. A contrastare la collocazione dei due obelischi e a chiedere sulla vicenda l’intervento del Consiglio nazionale dei Beni Culturali era stata, meritoriamente, Italia Nostra, insieme a diversi cittadini, a fronte dell’oscurantismo dimostrato dalla locale Soprintendenza e dal Comune nell’appoggiare invece l’intervento». Prosegue polemicamente Restucci: «Sorprende che soltanto adesso appaiano diversi soloni che, a cose fatte, si dicono favorevoli al mantenimento dei delicati equilibri architettonici del Campo della Salute. Ci si chiede dov’erano prima, come per altre battaglie, quando, se le voci si levassero prima e si fosse in tanti, si riuscirebbe a difendere molto meglio il patrimonio di una città come Venezia». Plaude al dietro-front sui maxiobelischi di Pinault anche il capogruppo di An-Pdl alla Municipalità di Venezia Pietro Bortoluzzi mper il quale il finanziere ha dimostrato di avere maggior gusto e sensibilità «soprattutto rispetto a Soprintendenza, Salvaguardia, Giunta e Consiglio comunale, che si sono invece dimostrati incredibilmente miopi e proni, approvando un progetto così stonato e fuori luogo». Intanto la Punta della Dogana ospita per la seconda volta nel giro di un mese un ricevimento organizzato da Pinault. Circa un mese fa, però si era trattato solo della tradizionale ganzega, la festa di fine lavori con le maestranze del gruppo Dottor che hanno realizzato la ristrutturazione del complesso del Benoni. Venedì, invece, si è trattato del party blindatissimo e pieno di divi, legato al matrimonio del figlio di Pinault Francois-Henri con la bella attrice americana Salma Hayek. Si tratta ora di capire se questo uso “improprio” di Punta della Dogana - concluso l’allestimento del museo Pinault - non si ripeterà o se invece il collezionista francese interpreta in modo estensivo la convenzione trentennale stipulata con il Comune, inserendovi anche la possibilità di utilizzare il complesso seicentesco per scopi di rappresentanza. Nel qual caso, forse, si aprirebbe un problema.
Enrico Tantucci
La Nuova di Venezia 26/04/2009
«La presenza di François Pinault è eccessivamente ingombrante e nel suo rapporto con la città denuncia un’incompetenza totale. Anche la vicenda dei maxiobelischi di Tadao Ando, prima imposti e poi rifiutati, denota una concezione “usa e getta” di Venezia e dei suoi spazi». L’attacco ad alzo zero verso il finanziere è di Franco Miracco, portavoce del presidente della Regione Giancarlo Galan. Un fuoco di fila polemico all’indomani della decisione del finanziere di rinunciare ai due obelischi di cemento armato alti oltre 7 metri previsti a fianco del nuovo museo Pinault e del party tenuto nel complesso seicentesco del Benoni per festeggiare il matrimonio del figlio François-Henri con l’attrice messicana Salma Hayek. «Pinault farebbe bene a farsi vedere poco in laguna - insiste Miracco - e ad affidare l’immagine di Palazzo Grassi a Monique Veaute, che ha dimostrato di saperla curare egregiamente. Certo, proprio il comportamento di Pinault accresce il rammarico per il fatto che la Punta della Dogana non sia stata affidata alla cordata guidata dalla Fondazione Guggenheim, anziché a Palazzo Grassi, per gestire con ben diverso stile e professionalità Punta della Dogana, magari collaborando con la stessa Madame Veaute». Ma sull’atteggiamento delle autorità cittadine su tutta la vicenda punta il dito anche lo storico dell’architettura dell’Iuav Amerigo Restucci, consigliere della Biennale: «Fa piacere sapere che i due obelischi in cemento armato non verranno più collocati in campo della Salute. Colpisce di più sapere che a decidere sia stato il finanziere Pinault per sua autonoma scelta. A contrastare la collocazione dei due obelischi e a chiedere sulla vicenda l’intervento del Consiglio nazionale dei Beni Culturali era stata, meritoriamente, Italia Nostra, insieme a diversi cittadini, a fronte dell’oscurantismo dimostrato dalla locale Soprintendenza e dal Comune nell’appoggiare invece l’intervento». Prosegue polemicamente Restucci: «Sorprende che soltanto adesso appaiano diversi soloni che, a cose fatte, si dicono favorevoli al mantenimento dei delicati equilibri architettonici del Campo della Salute. Ci si chiede dov’erano prima, come per altre battaglie, quando, se le voci si levassero prima e si fosse in tanti, si riuscirebbe a difendere molto meglio il patrimonio di una città come Venezia». Plaude al dietro-front sui maxiobelischi di Pinault anche il capogruppo di An-Pdl alla Municipalità di Venezia Pietro Bortoluzzi mper il quale il finanziere ha dimostrato di avere maggior gusto e sensibilità «soprattutto rispetto a Soprintendenza, Salvaguardia, Giunta e Consiglio comunale, che si sono invece dimostrati incredibilmente miopi e proni, approvando un progetto così stonato e fuori luogo». Intanto la Punta della Dogana ospita per la seconda volta nel giro di un mese un ricevimento organizzato da Pinault. Circa un mese fa, però si era trattato solo della tradizionale ganzega, la festa di fine lavori con le maestranze del gruppo Dottor che hanno realizzato la ristrutturazione del complesso del Benoni. Venedì, invece, si è trattato del party blindatissimo e pieno di divi, legato al matrimonio del figlio di Pinault Francois-Henri con la bella attrice americana Salma Hayek. Si tratta ora di capire se questo uso “improprio” di Punta della Dogana - concluso l’allestimento del museo Pinault - non si ripeterà o se invece il collezionista francese interpreta in modo estensivo la convenzione trentennale stipulata con il Comune, inserendovi anche la possibilità di utilizzare il complesso seicentesco per scopi di rappresentanza. Nel qual caso, forse, si aprirebbe un problema.
Nessun commento:
Posta un commento