Restauri, sponsor addio l’arte salvata dall’arte
CORRIERE DEL VENETO, 21 MAGGIO 2009
Da museo Un concorso per disegnare «The Chair for Venice»
Obama L’icona pop Shepard Fairey dipingerà in piazza San Marco
Sedie, dipinti, design: i fondi arrivano dalle aste
Sedie, mura-les, dipinti e design. L’arte salva l’arte. E’ l’ultima frontiera del marketing, e a lanciarla per prima è Venezia attraverso l’onlus «Sms Venice». Che, per riuscire a trovare i fondi necessari per restaurare i propri monumenti si affida ora alla creatività. Basta sponsor, è arrivato il tempo di grandi designer mondiali che creeranno grazie all’azienda trevigiana Magis una «sedia per Venezia ». Ed è anche l’ora di Shepard Fairey (l’artista pop della campagna di Barack Obama) che dipingerà i teli di copertura delle impalcature di alcuni cantieri tra cui quello delle Procuratie Nuove a San Marco. In entrambi i casi royalties e vendite all’asta dovrebbero portare parecchi fondi nelle casse dell’Onlus e successivamente in quelle di Ca’ Farsetti. Solo per l’operazione «The Chair for Venice» si parla di cifre attorno ai 400 mila euro.
Tramontata l’epoca della ricerca sponsor porta a porta, Venezia prova dunque a rilanciare e cerca di superare il periodo di crisi economica con un’idea tanto semplice quanto (sulla carta) efficace: l’arte può salvare l’arte. Prima a partire è l’azienda trevigiana Magis che, appunto, assieme al progetto Sms Venice lancia un concorso internazionale riservato ai più importanti designer del mondo per la creazione di una sedia esclusiva ispirata a Venezia. «Sceglieremo il vincitore entro il 2009 — dice il presidente della società Eugenio Perazza — e la sedia entrerà in produzione a partire dall’ottobre del 2010». Ogni sedia venduta (va ricordato che molti oggetti di Magis sono presenti in numerosi musei d’arte contemporanea, dal Moma di New York al Design Museum di Londra) avrà poi una parte dei ricavati che verranno destinati al restauro di monumenti. «La seconda parte del progetto — dice il presidemte di Sms Venice Paolo Ambrosio — prevede che le sedie vengano poi personalizzate da artisti e quindi vendute all’asta come pezzi unici ». Operazione che Magis ha già fatto con il centro di ricerca contro il cancro di Miami e nelle casse dell’università americana sono arrivati 450 mila dollari. Sempre dall’America arriva il secondo «salvatore » di Venezia, la seconda pagina dell’arte che salverà l’arte. Shepard Fairey (autore del celebre logo «Hope» di Obama) sbarcherà in laguna la prossima settimana e per quindici giorni realizzerà dipinti itineranti i cui ricavati dalle vendite serviranno poi a restaurare la città. «Girerà la città assieme alla sua squadra di artisti — dice Tobia Tomasi, responsabile del progetto — realizzando grandi tele sul Canal Grande ma anche colorando direttamente le coperture di alcuni cantieri». Tra i quali quello delle procuratie nuove in piazza San Marco. Che nel periodo della vernice della Biennale potrebbe avere l’inconfondibile tratto pop dell’artista americano. «Sono doppiamente felice di queste iniziative — precisa Massimo Cacciari — non solo perché così si sensibilizza ulteriormente l’opinione pubblica sul problema della tutela e del restauro di Venezia, ma anche perché sarà rinnovato il connubio tra il grande design e la città. Venezia non è infatti solo, arte, 'facciata', ovvero quello che si vede sopra il pelo dell’acqua, ma anche ingegno, 'struttura', cioè quello che c’è sotto, la tecnologia che ha permesso di realizzare case e monumenti sul fango».
Massimiliano Cortivo
CORRIERE DEL VENETO, 21 MAGGIO 2009
Da museo Un concorso per disegnare «The Chair for Venice»
Obama L’icona pop Shepard Fairey dipingerà in piazza San Marco
Sedie, dipinti, design: i fondi arrivano dalle aste
Sedie, mura-les, dipinti e design. L’arte salva l’arte. E’ l’ultima frontiera del marketing, e a lanciarla per prima è Venezia attraverso l’onlus «Sms Venice». Che, per riuscire a trovare i fondi necessari per restaurare i propri monumenti si affida ora alla creatività. Basta sponsor, è arrivato il tempo di grandi designer mondiali che creeranno grazie all’azienda trevigiana Magis una «sedia per Venezia ». Ed è anche l’ora di Shepard Fairey (l’artista pop della campagna di Barack Obama) che dipingerà i teli di copertura delle impalcature di alcuni cantieri tra cui quello delle Procuratie Nuove a San Marco. In entrambi i casi royalties e vendite all’asta dovrebbero portare parecchi fondi nelle casse dell’Onlus e successivamente in quelle di Ca’ Farsetti. Solo per l’operazione «The Chair for Venice» si parla di cifre attorno ai 400 mila euro.
Tramontata l’epoca della ricerca sponsor porta a porta, Venezia prova dunque a rilanciare e cerca di superare il periodo di crisi economica con un’idea tanto semplice quanto (sulla carta) efficace: l’arte può salvare l’arte. Prima a partire è l’azienda trevigiana Magis che, appunto, assieme al progetto Sms Venice lancia un concorso internazionale riservato ai più importanti designer del mondo per la creazione di una sedia esclusiva ispirata a Venezia. «Sceglieremo il vincitore entro il 2009 — dice il presidente della società Eugenio Perazza — e la sedia entrerà in produzione a partire dall’ottobre del 2010». Ogni sedia venduta (va ricordato che molti oggetti di Magis sono presenti in numerosi musei d’arte contemporanea, dal Moma di New York al Design Museum di Londra) avrà poi una parte dei ricavati che verranno destinati al restauro di monumenti. «La seconda parte del progetto — dice il presidemte di Sms Venice Paolo Ambrosio — prevede che le sedie vengano poi personalizzate da artisti e quindi vendute all’asta come pezzi unici ». Operazione che Magis ha già fatto con il centro di ricerca contro il cancro di Miami e nelle casse dell’università americana sono arrivati 450 mila dollari. Sempre dall’America arriva il secondo «salvatore » di Venezia, la seconda pagina dell’arte che salverà l’arte. Shepard Fairey (autore del celebre logo «Hope» di Obama) sbarcherà in laguna la prossima settimana e per quindici giorni realizzerà dipinti itineranti i cui ricavati dalle vendite serviranno poi a restaurare la città. «Girerà la città assieme alla sua squadra di artisti — dice Tobia Tomasi, responsabile del progetto — realizzando grandi tele sul Canal Grande ma anche colorando direttamente le coperture di alcuni cantieri». Tra i quali quello delle procuratie nuove in piazza San Marco. Che nel periodo della vernice della Biennale potrebbe avere l’inconfondibile tratto pop dell’artista americano. «Sono doppiamente felice di queste iniziative — precisa Massimo Cacciari — non solo perché così si sensibilizza ulteriormente l’opinione pubblica sul problema della tutela e del restauro di Venezia, ma anche perché sarà rinnovato il connubio tra il grande design e la città. Venezia non è infatti solo, arte, 'facciata', ovvero quello che si vede sopra il pelo dell’acqua, ma anche ingegno, 'struttura', cioè quello che c’è sotto, la tecnologia che ha permesso di realizzare case e monumenti sul fango».
Massimiliano Cortivo
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