il Veneto asfaltato
Ylenia Sina
TERRA NEWS 1 FEBBRAIO 2010
Il comitato Difesa salute territorio della Valle dell’Agno è sceso in piazza per ribadire la propria opposizione a quella che viene definita dalla popolazione «una vera e propria violenza al territorio»: la costruzione dell’autostrada Pedemontana Veneta.
La manifestazione è partita da piazza del Duomo a Montecchio Maggiore (Vicenza), punto di partenza dell’intero tracciato che, da progetto, si estenderà per 95 chilometri, fino a raggiungere Spresiano (Treviso). All’asfalto dell’autostrada, che collegherà l’A4 con l’A27, devono essere sommati i 18 svincoli previsti e altri 53 chilometri di bretelle e strade complanari.
Risultato: l’aumento di oltre 45mila veicoli al giorno che riverseranno i loro fumi in una vallata stretta, e quindi più facilmente inquinabile, già fortemente urbanizzata e industrializzata.
Il tutto per un’infrastruttura a pagamento destinata, come riportato sul sito della Fondazione Nordest, «a servire l’area a maggiore concentrazione industriale del Nordest tra le provincie di Vicenza e Treviso», e, a livello internazionale, ad agevolare il traffico su gomma lungo la direttrice ovest/est.
Il tutto per la modica cifra di 2 miliardi e 391 milioni, stanziati dal consorzio spagnolo Sis in cambio degli utili derivanti dalla riscossione dei pedaggi per 39 anni. Ma, se i volumi di traffico risultassero inferiori alle attese, la Regione Veneto dovrà versare nelle casse del costruttore oltre 7 milioni di euro ogni sei mesi per trent’anni. Oltre al disastro ambientale, i cittadini veneti rischiano di doversi assumere i costi dell’opera. «è ora di dire basta alla distruzione del territorio spacciata per sviluppo!», si legge nel volantino della manifestazione.
«L’autostrada provocherà inquinamento, tumori, rumore, stravolgimento del tessuto naturale e civile, distruzione del paesaggio, problemi per le falde acquifere». Le prime conseguenze del progetto che si abbatterà sulla vita dei 32 paesi lungo il tracciato sono già arrivate: gli espropri. 2.843 i nominativi dei proprietari di case, terreni e attività che verranno espropriati prima del mese di marzo per far spazio alla Pedemontana.
Ylenia Sina
TERRA NEWS 1 FEBBRAIO 2010
Il comitato Difesa salute territorio della Valle dell’Agno è sceso in piazza per ribadire la propria opposizione a quella che viene definita dalla popolazione «una vera e propria violenza al territorio»: la costruzione dell’autostrada Pedemontana Veneta.
La manifestazione è partita da piazza del Duomo a Montecchio Maggiore (Vicenza), punto di partenza dell’intero tracciato che, da progetto, si estenderà per 95 chilometri, fino a raggiungere Spresiano (Treviso). All’asfalto dell’autostrada, che collegherà l’A4 con l’A27, devono essere sommati i 18 svincoli previsti e altri 53 chilometri di bretelle e strade complanari.
Risultato: l’aumento di oltre 45mila veicoli al giorno che riverseranno i loro fumi in una vallata stretta, e quindi più facilmente inquinabile, già fortemente urbanizzata e industrializzata.
Il tutto per un’infrastruttura a pagamento destinata, come riportato sul sito della Fondazione Nordest, «a servire l’area a maggiore concentrazione industriale del Nordest tra le provincie di Vicenza e Treviso», e, a livello internazionale, ad agevolare il traffico su gomma lungo la direttrice ovest/est.
Il tutto per la modica cifra di 2 miliardi e 391 milioni, stanziati dal consorzio spagnolo Sis in cambio degli utili derivanti dalla riscossione dei pedaggi per 39 anni. Ma, se i volumi di traffico risultassero inferiori alle attese, la Regione Veneto dovrà versare nelle casse del costruttore oltre 7 milioni di euro ogni sei mesi per trent’anni. Oltre al disastro ambientale, i cittadini veneti rischiano di doversi assumere i costi dell’opera. «è ora di dire basta alla distruzione del territorio spacciata per sviluppo!», si legge nel volantino della manifestazione.
«L’autostrada provocherà inquinamento, tumori, rumore, stravolgimento del tessuto naturale e civile, distruzione del paesaggio, problemi per le falde acquifere». Le prime conseguenze del progetto che si abbatterà sulla vita dei 32 paesi lungo il tracciato sono già arrivate: gli espropri. 2.843 i nominativi dei proprietari di case, terreni e attività che verranno espropriati prima del mese di marzo per far spazio alla Pedemontana.
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