giovedì 11 dicembre 2008

Epigrafi romane: a San Giorgio c’è un vero tesoro

Epigrafi romane: a San Giorgio c’è un vero tesoro
Mercoledì 10 Dicembre 2008 PROVINCIA Pagina 24 L'ARENA

Il premio «Policante» - Le iscrizioni sono nella tesi di Riccardo Bertolazzi

Il Centro di documentazione per la storia della Valpolicella ha premiato, alla Società Letteraria di Verona, il giovane ambrosiano Riccardo Bertolazzi. Il riconoscimento, intitolato allo scomparso giornalista de «L’Arena», nonché segretario del Centro, Gianfranco Policante, consiste in una borsa di studio sponsorizzata dalla Banca Valpolicella Credito di Marano. Ogni anno viene premiata una tesi di laurea dedicata ad aspetti storici ed economici della Valpolicella.
Riccardo Bertolazzi si è laureato alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Verona con un lavoro di epigrafia romana dal titolo «San Giorgio di Valpolicella: le iscrizioni romane», relatore il professor Alfredo Buonopane. «San Giorgio è senza dubbio il luogo più ricco di epigrafi romane non solo della Valpolicella, ma forse dell’intera provincia», spiega Bertolazzi. «Ne sono infatti attestate finora ben cinquantuno. Nonostante in anni recenti non siano mancati studi specifici sull’argomento, molti dei quali pubblicati peraltro nell’Annuario storico della Valpolicella, l’ultima raccolta complessiva delle iscrizioni di San Giorgio risale alla seconda metà dell’800. Fu Theodor Mommsen, il noto studioso tedesco premio Nobel nel 1902, a schedarle e pubblicarle».
Negli ultimi 130 anni il numero delle epigrafi di epoca romana ritrovate è aumentato considerevolmente. «La mia tesi riporta la raccolta completa», spiega Bertolazzi. «Molte iscrizioni hanno nel frattempo cambiato sede e sono confluite nelle collezioni del Museo archeologico e del Giardino Giusti di Verona e parecchie sono andate disperse o lette in maniera errata. Ho ritenuto opportuno corredare ciascuna scheda di una fotografia dell’originale, dove invece l’epigrafe risultava irreperibile sono ricorso ai disegni di Giuseppe Razzetti, pittore mantovano che, su incarico di un erudito veronese della prima metà dell’800, Girolamo Orti Manara, riprodusse in un album numerose iscrizioni che all’epoca poté vedere di persona».
Molte epigrafi sono però ancora presenti in loco, murate all’interno della chiesa, del chiostro o conservate nel piccolo museo della pieve. «Per questo», aggiunge, «nella prima parte della tesi ho inserito un capitolo dedicato alla storia del chiostro e del tempio. Le iscrizioni testimoniano l’importanza che San Giorgio ebbe come centro di culto già in epoca preromana».
Un capitolo della tesi analizza «il monumento romano più caratteristico di San Giorgio, ovvero un particolare tipo di ara quadrangolare che, con ogni probabilità, veniva prodotta in serie da una bottega di lapicidi per poi essere venduto alla clientela, la quale a sua volta commissionava il testo da incidere e gli eventuali rilievi ornamentali da aggiungere al manufatto grezzo. A San Giorgio questa produzione è proseguita per secoli, visto che è iniziata nel I secolo a.C.».
M.F.

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