martedì 24 febbraio 2009

Disfida Coca-Cola. Galan a Cacciari: se proprio devi vendere Venezia, almeno non farlo per quattro soldi

Disfida Coca-Cola. Galan a Cacciari: se proprio devi vendere Venezia, almeno non farlo per quattro soldi
ANNA SANDRI
LA STAMPA – 24 febbraio 2009

È una strategia finanziaria indispensabile perla salvaguardia del nostro patrimonio monumentale e artistico ed è esattamente in linea con quanto auspicato dal ministero dei Beni culturali». Venezia è in bolletta, ha un disperato bisogno di soldi per rappezzarsi e, dunque, non fa niente di scandaloso: si comporta - parola del suo sindaco - come tutte le città del mondo. Buttando alle ortiche la sua millenaria differenza, che a scuola spiegavano in premessa: «Venezia è una città unica al mondo». Secondo la più recente delle idee prodotte dall`Ufficio Marketing del Comune, saranno piazzati 38 distributori di Coca-Cola nel centro storico (altri sei sulle motonavi e a Mestre). Grandi frigoriferi «no logo» con all`interno panini, tramezzini, bibite. In cambio, il colosso americano verserà 2 milioni e 100 mila euro, spalmati su cinque anni, perché tanto durerà la sponsorizzazione. Oltre alle «royalties». Tutto normale, assicura il sindaco Massimo Cacciari, e, anzi, necessario. Si dice «stupefatto» che l`iniziativa susciti scalpore: «Solo le anime belle» possono, secondo lui, trovare la cosa bizzarra e naturalmente, se le «anime belle» avranno idee migliori da proporre, saranno ascoltate: «Dovrebbero perlomeno avere il buon gusto di indicare qualche alternativa o, meglio ancora, provvedere dì tasca propria agli inderogabili bisogni della loro città». Tutto normale, eppure l`operazione Coca-Cola agita non poco le acque in Laguna; voci contrarie all`operazione si fanno sentire all`interno della stessa giunta, mentre intere categorie si ribellano e l`assessore al Decoro, Augusto Salvadori, che ci si immagina dovesse essere informato per primo, visto che si tratta dell`immagine della città, dice di aver saputo solo dai giornali di questa iniziativa, e di non poter commentare, se prima non prende visione del contratto che giace a Cà` Farsetti in attesa delle firme delle parti. Si doveva chiudere in settimana, ma adesso dall`ufficio del sindaco dicono che le polemiche rischiano di far saltare tutto: c`è il timore`che quelli della Coca-Cola preferiscano fuggire alle polemiche, e pensare che era cosa fatta. I primi a reagire, già domenica, quando la notizia era stata anticipata dal quotidiano «La Nuova di Venezia e Mestre», erano stati gli esercenti: per loro, uno sponsor che colonizza la città, «sputando» lattine a prezzo concorrenziale, è peggio di una pugnalata. Sarà vero che con 20 milioni di turisti all`anno a Venezia ce n`è per tutti, ma è altrettanto vero che con una concorrenza così diventa difficile alzare i listini. Dalla loro parte c`è Giuseppe Bortolussi, che è assessore al Commercio. Si chiama fuori con eleganza («non ne sapevo niente») e, comunque, nel dubbio gufa alla grande, ricordando un precedente del Duemila, quando per il Giubileo i distributori avevano tentato una prima invasione della città, restando inutilizzati o quasi. La parola chiave è e resta «denaro». A Cacciari le contestazioni, esercenti a parte, arrivano non per il fatto che vende Venezia alla Coca-Cola, ma perché la svende: 2 milioni sono pochi gli dice An e gli dicono anche gli artigiani. Pochi per ora sembrano occuparsi dell`impatto estetico e culturale dei 38 frigoriferi. Il sindaco comunica che li piazzerà sugli imbarcaderi e sui pontili dei vaporetti, come a dire che tanta polemica poggia sul nulla. Invece proprio questo, secondo Franco Miracco, consigliere della Biennale e voce autorevole della cultura in città, non è un peccato veniale: «Gli imbarcaderi sono tra i punti più suggestivi della città».

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