Pineta rasa la suolo, nuove proteste
La Nuova di Venezia 22/02/2009
LIDO. In almeno 150 lidensi sono scesi in strada ieri per protestare ancora una volta contro il taglio, ormai eseguito, dei 66 pini e degli altri alberi previsti dal progetto di costruzione del nuovo Palazzo del cinema e dei congressi. Si sono radunati nel corso della mattinata in piazzale Santa Maria Elisabetta e, addobbati di striscioni, cartelli e volantini, gli ambientalisti del coordinamento lidense hanno percorso il Gran Viale, via Lepanto e via Lorenzo Marcello fino a raggiungere, da via Dardanelli e via Quattro Fontane, l’area del cantiere affidato alla Sacaim. «Regione, Comune, Municipalità e ministero per i Beni culturali hanno decretato e messo in atto l’inutile abbattimento della nostra storica pineta», recitava il volantino distribuito ai passanti. «Ma l’inciviltà, l’affarismo, l’arroganza non hanno ancora del tutto vinto» concludeva lo slogan vergato sui foglietti, mentre striscioni ironici e con giochi di parole attaccavano le istituzioni che hanno dato via libera alle motoseghe per abbattere gli alberi della zona di piazzale Casinò. Intervento completato in tre giorni la scorsa settimana, cancellando un luogo simbolo per generazioni di lidensi e non solo, e che sta animando da mesi la protesta di cittadini e associazioni. «Siamo indignati in particolare per le parole dette dall’assessore comunale al Bilancio Michele Mognato, per un patto di stabilità e norme della legge Finanziaria che adesso rendono forse non investibile il previsto ricavo dalla vendita dell’ex Ospedale al Mare per la costruzione di tale opera, di cui si ipotizza addirittura il blocco - denuncia Cristina Romieri, una delle più scatenate attiviste del coordinamento ambientalista del Lido -. Forse era il caso di aspettare prima di tagliare gli alberi, alla luce comunque di un progetto che doveva e si poteva attuare altrove sull’isola». Una volta giunti nell’area del cantiere, gli ambientalisti hanno tappezzato le recinzioni di cemento e metallo con i loro striscioni e cartelli portati da casa. «Assassini» recitava uno di questi; oppure «Galan, Cacciari e Gusso andate a zappare la terra» era il titolo di un altro. «La vista del piazzale è paurosa dopo il lavoro delle motoseghe - aggiunge ancora l’ultrà ecologista Cristina Romieri -. C’è un’aria di desolazione totale. Oltretutto abbiamo visto che anche il parco dell’area Palav è stato pesantemente colpito, con alberi abbattuti e materiali di cantiere che sono penetrati per almeno venti metri nella zona protetta. Ci auguriamo che gli esposti alla Procura della Repubblica e ai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale possano portare a qualcosa di concreto per i danni causati con questo progetto». A rincarare la dose è poi Federico Antinori della Lipu, la lega per la protezione degli uccelli: «Quello che ci preoccupa, adesso, è quello che potrebbe succedere in futuro nel nostro territorio comunale, nel Veneziano e in tutto il Veneto, perché, considerati i nuovi piani territoriali, stiamo davvero rischiando di essere investiti da una nuova enorme ondata di cemento. I pini sono un simbolo per il Lido, ma i rischi sono in futuro ben maggiori».
La Nuova di Venezia 22/02/2009
LIDO. In almeno 150 lidensi sono scesi in strada ieri per protestare ancora una volta contro il taglio, ormai eseguito, dei 66 pini e degli altri alberi previsti dal progetto di costruzione del nuovo Palazzo del cinema e dei congressi. Si sono radunati nel corso della mattinata in piazzale Santa Maria Elisabetta e, addobbati di striscioni, cartelli e volantini, gli ambientalisti del coordinamento lidense hanno percorso il Gran Viale, via Lepanto e via Lorenzo Marcello fino a raggiungere, da via Dardanelli e via Quattro Fontane, l’area del cantiere affidato alla Sacaim. «Regione, Comune, Municipalità e ministero per i Beni culturali hanno decretato e messo in atto l’inutile abbattimento della nostra storica pineta», recitava il volantino distribuito ai passanti. «Ma l’inciviltà, l’affarismo, l’arroganza non hanno ancora del tutto vinto» concludeva lo slogan vergato sui foglietti, mentre striscioni ironici e con giochi di parole attaccavano le istituzioni che hanno dato via libera alle motoseghe per abbattere gli alberi della zona di piazzale Casinò. Intervento completato in tre giorni la scorsa settimana, cancellando un luogo simbolo per generazioni di lidensi e non solo, e che sta animando da mesi la protesta di cittadini e associazioni. «Siamo indignati in particolare per le parole dette dall’assessore comunale al Bilancio Michele Mognato, per un patto di stabilità e norme della legge Finanziaria che adesso rendono forse non investibile il previsto ricavo dalla vendita dell’ex Ospedale al Mare per la costruzione di tale opera, di cui si ipotizza addirittura il blocco - denuncia Cristina Romieri, una delle più scatenate attiviste del coordinamento ambientalista del Lido -. Forse era il caso di aspettare prima di tagliare gli alberi, alla luce comunque di un progetto che doveva e si poteva attuare altrove sull’isola». Una volta giunti nell’area del cantiere, gli ambientalisti hanno tappezzato le recinzioni di cemento e metallo con i loro striscioni e cartelli portati da casa. «Assassini» recitava uno di questi; oppure «Galan, Cacciari e Gusso andate a zappare la terra» era il titolo di un altro. «La vista del piazzale è paurosa dopo il lavoro delle motoseghe - aggiunge ancora l’ultrà ecologista Cristina Romieri -. C’è un’aria di desolazione totale. Oltretutto abbiamo visto che anche il parco dell’area Palav è stato pesantemente colpito, con alberi abbattuti e materiali di cantiere che sono penetrati per almeno venti metri nella zona protetta. Ci auguriamo che gli esposti alla Procura della Repubblica e ai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale possano portare a qualcosa di concreto per i danni causati con questo progetto». A rincarare la dose è poi Federico Antinori della Lipu, la lega per la protezione degli uccelli: «Quello che ci preoccupa, adesso, è quello che potrebbe succedere in futuro nel nostro territorio comunale, nel Veneziano e in tutto il Veneto, perché, considerati i nuovi piani territoriali, stiamo davvero rischiando di essere investiti da una nuova enorme ondata di cemento. I pini sono un simbolo per il Lido, ma i rischi sono in futuro ben maggiori».
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