martedì 3 febbraio 2009

«Tenere gli scavi di piazza Viviani? Troppo costoso»

«Tenere gli scavi di piazza Viviani? Troppo costoso»
Camilla Bertoni
Corriere del Veneto (Verona) 03/02/2009

VERONA — Dalla copertura degli scavi di piazza Viviani, ai ritrovamenti sotto Palazzo delle Poste. La Soprintendenza fa il punto della situazione. Anche in seguito alle polemiche che erano state sollevate in merito alla decisione di riportare l'asfalto sulla piazza dopo la bocciatura del parcheggio. Entro il 23 febbraio dovrebbero cominciare i lavori. In particolare a mostrare perplessità era stato lo stesso titolare della società Paolo Campion secondo cui la Soprintendenza avrebbe invitato i titolare dei lavori a restaurare i manufatti prima di coprirli. «Mi sembra esagerato» aveva commentato da parte sua l'assessore Corsi - visto che i resti vanno ricoperti, ne parlerò con la Soprintendenza.
«Innazitutto - precisa la Soprintendente ai Beni Archeologici Giuliana Cavalieri Manasse - abbiamo semplicemente disposto di procedere ad un lavoro di rinterro normale. Ciò significa ripulire dalla quantità di rifiuti accumulatisi in questo lungo periodo di apertura degli scavi (quattro anni) prima di coprire con un leggero strato di sabbia i pavimenti. Saranno versate poi tonnellate di materiale ghiaioso di piccola pezzatura compattato per ricoprire tutto: è importante allora che prima si proceda ad una verifica. Se ci sono infatti conci staccati o pericolanti il peso del materiale per il rinterro potrebbe procurare gravi danni. Quindi, se vogliamo che in futuro qualcuno possa pensare ad una possibilità di recupero o valorizzazione e possa ritrovare le cose così come le abbiamo trovate noi, bisogna garantire che non crolli tutto, magari intervenendo con dei piccoli rinforzi in malta che solo chi ha eseguito lo scavo, conoscendo bene la situazione, può effettuare ».
Non si potrebbe elaborare ora un progetto per la valorizzazione di questi importanti ritrovamenti di epoca scaligera?
«Purtroppo non sono questi tempi adatti, con la crisi economica che incombe, per progetti che risulterebbero molto costosi».
Cosa ci dice dei ritrovamenti romani emersi durante la costruzione di cinquanta box auto sotto Palazzo delle Poste?
«Quasi nulla è rimasto dopo la costruzione, negli anni Venti, del Palazzo delle Poste di Ettore Fagiuoli. I ritrovamenti sono assolutamente modesti perché tutto era già stato spianato fino a livello delle fondazioni romane. È stato già spazzato via tutto, sono rimaste solo delle tracce, dei brandelli, dei frammenti, qualcosa che non possiamo nemmeno dire se appartenesse originariamente a uno o a più edifici, forse a carattere abitativo, ma non si può certo parlare di villa né si possono percorrere ipotesi ricostruttive di alcun tipo. C'era anche qualche resto collegato con le cantine di Cansignorio che sono state ritrovate sotto piazza delle Poste, davanti al palazzo, ma anche in questo caso tutto era già stato profondamente manomesso e reso ormai insignificante in passato».
Dunque i progettati lavori per i box auto possono procede come previsto?
«Senz'altro, non ci sono motivi per fermare i lavori».
Negli scavi di Palazzo delle Poste è emersa però anche una moneta molto preziosa
«Si tratta di un aureo di Valentiniano - imperatore del IV secolo ndr - una moneta molto rara: da quanto sono a Verona- sono trentadue anni- è solo la terza di questo tipo che viene ritrovata». L'aureo è una moneta d'oro che entrò in vigore a partire dall'età di Silla, durante la guerra contro Mitridate (88-85 a.C.)».
Nemmeno questo oggetto rende significativi gli scavi?
«Purtroppo, date le condizioni del ritrovamento, la moneta, seppur preziosa, non è riconducibile ad un preciso contesto ».

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