giovedì 26 febbraio 2009

I Paleoveneti? In costruzione. E anche la Soprintendenza archeologica scompare dal web

I Paleoveneti? In costruzione. E anche la Soprintendenza archeologica scompare dal web
G.TA.
IL MATTINO DI PADOVA – 25 febbraio 2009

I Paleoveneti, chi erano costoro? Se un orgoglioso e zelante abitante della nostra regione volesse conoscere e diffondere le radici della nostra cultura dovrebbe poter vedere soddisfatte le sue curiosità (e quelle del resto del mondo) con un semplice "clic". Qui, invece, cominciano i guai. C`era una volta il sito internet del Museo Nazionale Atestino di Este in cui era possibile trovare le testimonianze storico-archeologiche della civiltà Veneta. Un sito documentato e illustrato con immagini, che assolveva anche al compito di incuriosire il visitatore virtuale e magari farlo diventare un giorno un visitatore in carne e ossa. Quel sito però è morto e sepolto e i veneti nostri contemporanei, così come i potenziali turisti di tutto il mondo, si devono accontentare di una striminzita paginetta web ospitata nel sito web del Mibac (il Ministero per i Beni e le Attività Culturali) che certo non soddisfa curiosità e orgoglio culturale e per di più è off limits per i visitatori stranieri che non parlano italiano (almeno una traduzione in inglese si poteva fare...). I Paleoveneti, insomma, sono spariti da mesi da internet e bisognerà ancora attendere per vederli "risorgere". Cos`è successo? Questioni di ordinaria burocrazia ma soprattutto di scarse risorse economiche. Un sito web diventa allora un lusso che difficilmente può rientrare nella lista delle priorità. Dare in appalto all`esterno la creazione di un sito web costa mediamente 15.000 euro che, in questi tempi di vacche magre, spesso non sono nella disponibilità di Soprintendenze e Musei. I quali spesso non possono permettersi neppure il lusso di destinare personale a tempo pieno alla sollecita cura del sito. Così o il sito internet "sparisce" o è poco aggiornato. Accade allora, ad esempio, che l`utente che nelle ultime due settimane voleva visitare il sito della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, all`indirizzo www.archeopd.beniculturali.it, trovava un`amara sorpresa: un`home page quasi del tutto hackerata da tale RedRoLiX che l`ha riempita di scritte «Hackered by RedRoLix Peace Crew». Per colmo della beffa, le uniche sezioni rimaste visibili erano quella che informava che il sito del Museo Atestino non c`è perché è in costruzione e quella della biblioteca della Soprintendenza. La segnalazione inoltrata al Mibac sul sito inutilizzabile della Soprintendenza ha poi messo la ciliegina sulla torta: da ieri è oscurato («momentaneamente non disponibile») in attesa che venga fatta la "disinfestazione". E pensare che circa un anno fa il Ministero ha fornito alle sue strutture territoriali un programma, il Minerva Source, che ha lo scopo di dotare Soprintendenze e Musei di siti web con caratteristiche uniformi (e facilmente collegabili a quelli di altri Musei europei), il quale sistema può poi essere implementato con informazioni "personalizzate" e ampliate da e per ogni singola struttura. Un`ottima idea che in altre città e regioni d`Italia è stata accolta con tempestività e che, invece, nel Veneto
a quanto pare sta richiedendo tempi più lunghi. E provoca l`attuale blackout informatico e informativo. Fino a quando? La Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto pare si stia occupando della realizzazione di uniformare il suo sito web, ciascun sito delle Soprintendenze della regione e ciascun sito dei musei di competenza nella nostra regione e ciò dovrebbe finalmente ovviare - si spera in tempi brevi - ai problemi insorti finora. Quanto al Museo Atestino, sta realizzando il progetto del suo sito web (da inserire nel più ampio programma ministerial-regionale) con il Master in Governance delle Risorse turistiche territoriali dell`Università di Padova. Un`ex-stagista del Museo e ora laureata del Master, con la supervisione dei suoi tutor universitari, prima ha dedicato al progetto del sito la sua tesi (discussa a dicembre dell`anno scorso) e ora sta approntando il sito vero e proprio che prevede anche percorsi virtuali all`interno del museo, percorsi tematici e persino itinerari nei Colli Euganei. Un progetto ricco e complesso che dovrà essere esaminato e approvato dalla Soprintendenza prima di diventare finalmente operativo. Quando? «Speriamo di ultimare il sito entro la fine della primavera, al più tardi per l`inizio dell`estate», risponde la dottoressa Simonetta Piredda, referente del Master. Intanto i veneti si armino di pazienza: i loro antenati, scomparsi da un paio di millenni, continueranno a subire la damnatio memoriae in internet.

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