Alto San Nazaro. Il colle, la disputa e lo scontro di perizie
10/07/09 CORRIERE DEL VENETO
Il cantiere sotto accusa
Alto San Nazaro: è scontro di perizie geologiche. Da una parte quella di chi abita ai piedi della collina. Che teme di vedersela franare addosso a causa dei lavori di costruzione di sette palazzine e di tre vasche di raccolta dell’acqua. Dall’altra quelle dei costruttori e del Comune che ha concesso il via libera ai cantieri. Di mezzo ci si mette anche la politica, con il Partito Democratico della Prima circoscrizione schierato a difesa del comitato spontaneo dei residenti. Una situazione ingarbugliata. Per cui è meglio procedere con ordine. Ad Alto San Nazaro la ditta Sacca realizzerà sette palazzine di cui una ristrutturando con Ater la vecchia «Stecca». Costruirà anche 150 garage interrati, un sistema di tre vasche per la raccolta delle acque piovane e un parco che poi cederà come compensazione al Comune.
La ditta, nel 2003, ha fatto tutti i rilievi geologici di rito per la messa in sicurezza della scarpata. Tra gli interventi previsti anche la realizzazione delle vasche per «evitare il convogliamento delle precipitazioni sulle case sottostanti». Parere positivo anche nel 2004 in una relazione del Comune, dove si legge che «i rilievi non hanno evidenziato situazioni di equilibrio precario del versante». L’inizio dei lavori, l’anno scorso, ha però messo in allarme gli abitanti che, temendo frane, si sono rivolti al geologo Giorgio Arzone a giugno 2009. Il quale non ha escluso «la possibilità del distacco di blocchi e la creazione di nuove fratture nel terreno». Imputate, le vibrazioni prodotte dalle ruspe e le tre vasche che potrebbero causare infiltrazioni nel terreno.
«Vogliamo solo difendere le nostre proprietà – spiega Lia Napione, del comitato dei residenti –. Il punto fondamentale è che la roccia della collina è definita scadente, in quanto composta da tufo e calcare. E noi temiamo che le tre vasche di raccolta delle acque possano accentuare la problematiche geologiche ». Dagli assessori all’Urbanistica, Vito Giacino, e all’Edilizia privata, Alessandro Montagna, la rassicurazione che tutti i controlli sono stati fatti, l’ultimo il 13 giugno. «Oltre che mediare, come Comune, di più non possiamo fare – ammette Giacino – visto che la vertenza in corso riguarda due privati. Al massimo, visti i recenti crolli nelle grotte, provvederemo a chiuderne gli ingressi. Per quanto riguarda le vasche, se c’è una richiesta di toglierle dal progetto lo faremo. Anche se ci pare strano visto che erano stati i residenti a volerle».
Una risposta che per i consiglieri del Pd in Prima circoscrizione, Franco Dusi e Maura Zambon, è solo «superficiale e pilatesca».
F.M.
10/07/09 CORRIERE DEL VENETO
Il cantiere sotto accusa
Alto San Nazaro: è scontro di perizie geologiche. Da una parte quella di chi abita ai piedi della collina. Che teme di vedersela franare addosso a causa dei lavori di costruzione di sette palazzine e di tre vasche di raccolta dell’acqua. Dall’altra quelle dei costruttori e del Comune che ha concesso il via libera ai cantieri. Di mezzo ci si mette anche la politica, con il Partito Democratico della Prima circoscrizione schierato a difesa del comitato spontaneo dei residenti. Una situazione ingarbugliata. Per cui è meglio procedere con ordine. Ad Alto San Nazaro la ditta Sacca realizzerà sette palazzine di cui una ristrutturando con Ater la vecchia «Stecca». Costruirà anche 150 garage interrati, un sistema di tre vasche per la raccolta delle acque piovane e un parco che poi cederà come compensazione al Comune.
La ditta, nel 2003, ha fatto tutti i rilievi geologici di rito per la messa in sicurezza della scarpata. Tra gli interventi previsti anche la realizzazione delle vasche per «evitare il convogliamento delle precipitazioni sulle case sottostanti». Parere positivo anche nel 2004 in una relazione del Comune, dove si legge che «i rilievi non hanno evidenziato situazioni di equilibrio precario del versante». L’inizio dei lavori, l’anno scorso, ha però messo in allarme gli abitanti che, temendo frane, si sono rivolti al geologo Giorgio Arzone a giugno 2009. Il quale non ha escluso «la possibilità del distacco di blocchi e la creazione di nuove fratture nel terreno». Imputate, le vibrazioni prodotte dalle ruspe e le tre vasche che potrebbero causare infiltrazioni nel terreno.
«Vogliamo solo difendere le nostre proprietà – spiega Lia Napione, del comitato dei residenti –. Il punto fondamentale è che la roccia della collina è definita scadente, in quanto composta da tufo e calcare. E noi temiamo che le tre vasche di raccolta delle acque possano accentuare la problematiche geologiche ». Dagli assessori all’Urbanistica, Vito Giacino, e all’Edilizia privata, Alessandro Montagna, la rassicurazione che tutti i controlli sono stati fatti, l’ultimo il 13 giugno. «Oltre che mediare, come Comune, di più non possiamo fare – ammette Giacino – visto che la vertenza in corso riguarda due privati. Al massimo, visti i recenti crolli nelle grotte, provvederemo a chiuderne gli ingressi. Per quanto riguarda le vasche, se c’è una richiesta di toglierle dal progetto lo faremo. Anche se ci pare strano visto che erano stati i residenti a volerle».
Una risposta che per i consiglieri del Pd in Prima circoscrizione, Franco Dusi e Maura Zambon, è solo «superficiale e pilatesca».
F.M.
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