mercoledì 19 marzo 2008

«Il Garda è a rischio troppe seconde case»

DESENZANO. «Il Garda è a rischio troppe seconde case»
Lunedì 17 Marzo 2008 BRESCIA OGGI

Il presidente della Comunità preoccupato per l’eccessiva cementificazione

Il Garda dall'esterno è percepibile con un'identità comune né lombarda né veneta né trentina, ma semplicemente gardesana. Dall'interno, invece, gli amministratori faticano a mettere insieme la sua ricchezza. Con queste premesse a Desenzano sabato scorso si è svolto il convegno «Comunicare il territorio: valorizzazione e programmazione». L'iniziativa è nata come ideale prosecuzione della ricerca svolta da Renata Salvarani, docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, a cominciare dalle pubblicazione sul «Garda romanico».
Il Garda ospita molto turismo mordi e fuggi, ma ora deve sviluppare quello culturale. Le risorse sono tante, ma la frammentazione e il particolarismo sono un limite e governare un lago diviso tra Regioni e Province è una difficoltà. Eppure può ancora essere considerato unitario. Le pievi, i castelli, i musei, i reperti romani e le ville rinascimentali costituiscono un sistema culturale diffuso sul territorio, che va studiato, comunicato, valorizzato e proposto in chiave turistica. E questo è l'obiettivo della ricerca della Salvarani «Il Garda: il territorio e l'identità attraverso i secoli», presentato ieri e che proseguirà con iniziative didattiche.
«Il patrimonio gardesano è ampio – come ha spiegato l'architetto Massimo Locatelli – ma spesso è incurato». Sono un esempio positivo l'abbazia di Maguzzano e l'area di Sirmione, che in Italia come visite è seconda solo a Pompei. Purtroppo è negativo quello dell'ex abbazia San Vigilio a Pozzolengo. Lasciata a sé stessa, è stata depredata di una colonna con il conseguente crollo di una volta del '600.
In alcune zone, come sottolineato dal senatore Aventino Frau presidente della Comunità del Garda, il senso di appartenenza o il paesaggio non sono più esistenti: come lungo la Provinciale da Padenghe a Salò. «Se si fanno i conti solo con la cassa, tra poco gli albergatori l'avranno vuota. Oggi un albergo su quella strada della Valtenesi non lavorerebbe, non c'è differenza da una strada della periferia milanese». La storia e il progresso non possono essere fermati, ma il Garda è un capitale da mantenere, eppure «è diventato un mezzo di investimento finanziario. Non possiamo solo pensare a seconde case utilizzate per un mese e che sciupano il lago». Un no alla speculazione.E.GR.

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