sabato 15 marzo 2008

VERONA - Italia Nostra, Legambiente e Wwf contro il piano del centro sportivo e commerciale

VERONA - Italia Nostra, Legambiente e Wwf contro il piano del centro sportivo e commerciale
Giovedì 13 Marzo 2008 L'ARENA

AMBIENTE/2. Lettera degli ambientalisti alla Soprintendenza
«Stop al progetto del Lazzaretto»

Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Legambiente e Wwf hanno scritto una lettera - firmata da Giorgio Massignan, Lorenzo Albi e Averardo Amadio - alla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali di Verona chiedendole di intervenire per bloccare il progetto relativo alla zona del Lazzaretto che ne prevede la trasformazione in centro sportivo-ricreativo-commerciale.
La prima preoccupazione degli ambientalisti è questa: «Non riteniamo corretto privatizzare un monumento come il Lazzaretto». La seconda: «È inopportuno intervenire in un’area così fragile e delicata. Quest’ansa dell’Adige ha forti caratterizzazioni sia per il territorio agricolo sia per presenze architettoniche: il Forte Santa Caterina, la Corte Dogana con il Borgo San Pancrazio, il Lazzaretto con un proseguo, per ora solo visivo (ma che dovrebbe diventare concreto con un attraversamento dell’Adige) verso Villa Buri».
Il piano ambientale del Parco dell’Adige del 1992, ricordano gli ambientalisti, dice che la riqualificazione del Lazzaretto ha come presupposto «la valorizzazione delle aree demaniali a bosco fluviale e del paesaggio agricolo, in quanto la passeggiata in relax lungo il fiume e i giochi all’aperto nell’area prativa attigua al Lazzaretto ben si inseriscono nella rete di attività del tempo libero che si dovrebbero insediare in tutto il Parco sud, tra cui (vicino al Lazzaretto, appena superato il ponte del Porto) il Centro sportivo attrezzato esistente di Villa Poggi (di proprietà comunale) di cui si ipotizza l’ampliamento. Tutto ciò è stato ribadito nell’aggiornamento del Piano ambientale del 2007».
Ma la proposta progettuale viene contestata anche nella sostanza. Per questi motivi: «L’area è "fragile" dal punto di vista naturalistico, paesaggistico e storico-architettonico. In questo luogo natura, paesaggio e architettura hanno costruito un sistema talmente integrato da essere uno e unico. Riteniamo una contraddizione rinchiudere il Lazzaretto e l’area contigua in uno spazio privato, tenendo presente che le attività proposte necessiteranno di una tessera o di un biglietto d’ingresso e quindi di una recinzione e quant’altro che controlli gli spazi interni.
«Inoltre si ipotizza la "sistemazione degli argini". Significa adeguarli in altezza? In questo modo si modificherebbe uno skyline prezioso per tutta l’area. Infine la viabilità. Un centro così diventa redditizio se attrae giornalmente dalle 200 alle 500 persone. Possiamo immaginare che cosa potrà succedere se non verrà allargata la strada, oltre che allestire parcheggi. Si potrebbe sostenere che ci si arriva solo in bicicletta. Ma non è possibile arrivare in bicicletta per chi utilizza il prato di avviamento per il golf, il beach volley su erba artificiale, il tennis, la piscina, la palestra. Ma allora che relax ci sarà nel «Parco Lazzaretto», se la passeggiata avverrà in un luogo di traffico automobilistico? Il valore della "biodiversità" e dell’"identità dei luoghi" sarebbe eliminato, con l’omologazione dei luoghi e delle funzioni ovunque».

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