sabato 15 marzo 2008

VERONA - Presentate 220 firme che puntano il dito contro le vendite e la scelta di Goldin

VERONA - Presentate 220 firme che puntano il dito contro le vendite e la scelta di Goldin
Sabato 8 Marzo 2008 L'ARENA

«Preoccupanti scelte culturali della Giunta»

«Esprimiamo viva preoccupazione per gli orientamenti della politica culturale della città e per le conseguenze che potranno avere sul futuro della vita culturale: facciamo appello al sindaco per un ripensamento che ci sembra opportuno».

Si conclude così una lettera aperta sottoscritta da oltre 220 cittadini, tra i quali docenti universitari, esperti d’arte, la soprintendente Cavalieri Manasse, presidi di scuola, liberi professionisti, insegnanti, impiegati, casalinghe inviata al sindaco Flavio Tosi, all’assessore alla Cultura Erminia Perbellini e ai consiglieri comunali sulla politica culturale intrapresa da questa nuova amministrazione comunale.


Il documento fa riferimento alle ultime decisioni, come la vendita di palazzo Forti, attuale sede della Galleria d'Arte moderna, la vendita di palazzo Pompei, attuale sede del Museo di Scienze naturali destinato al palazzo del Capitanio, ma viene citato anche il progetto di accordo quadriennale con la società Linea d'ombra di Marco Goldin per quattro mostre alla Gran Guardia tra il 2008 e il 2011. Le perplessità riguardano «la collocazione del Museo di Scienze naturali nella sede di piazza dei Signori», in merito «sia all'accessibilità sia soprattutto agli spazi notevoli dei quali abbisogna quella istituzione culturale. Non appare un caso che in molte città europee, ma anche in Italia, i musei naturalistici siano ubicati al di fuori dei centri storici: la scelta ora tramontata degli ex Magazzini Generali andava in questa linea».

Per quanto riguarda Goldin, si esprime il timore che pur essendo le proposte «certamente di alto livello culturale, altrettanto sicuramente non avranno alcun collegamento con la città e il territorio. Verranno di conseguenza mortificate, o comunque non potenziate o temporaneamente paralizzate le istituzioni museali locali».


«In ogni caso, l'opzione Goldin appare del tutto divergente e scoordinata dalla linea di politica culturale che, contemporaneamente, la commissione cultura del comune ha elaborato, tutta imperniata sul localismo identitario e sulla valorizzazione di una "veronesità" povera di contenuti, che si dovrebbe concretizzare in iniziative come la ricostruzione del carroccio e il suo ricovero in San Zeno, la riesumazione della navigazione sull'Adige, la creazione di una scuola di canto gregoriano. Sembra mancare dunque una visione d'insieme».

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