mercoledì 22 aprile 2009

Il nuovo castello di Padova. Così rinascerà dall’abbandono la fortezza dei Carraresi, risalente al XIII secolo

Il nuovo castello di Padova. Così rinascerà dall’abbandono la fortezza dei Carraresi, risalente al XIII secolo
Davide D’Attino
Corriere del Veneto 16/04/2009

Riecco il Castello. Sarebbe potu­to diventare un residence ex­tralusso, con decine di appar­tamenti e villette da sogno nel cuore di Padova. La fine, per intenderci, che presto toccherà all’ormai ex Collegio Antonianum, a due passi dalla Basili­ca di Sant’Antonio. Garage e case mi­lionarie al posto di biblioteche e stan­ze in affitto per studenti universitari fuori sede.

Invece, l’antica fortezza dei Carrare­si, voluta nel 1242 dall’allora signore della città Ezzelino da Romano, affre­scata (forse) dal pittore Guariento di Arpo e completata circa un secolo più tardi sotto la guida di Nicolò della Bel­landa, sta pian piano tornando co­m’era. Compreso pure, nelle sugge­stioni più che nei progetti davvero re­alizzabili, il cosiddetto «traghetto» (di cui, nell’immagine sopra, a sini­stra, vediamo una fedele ricostruzio­ne al computer). Cioè il vecchio per­corso «aereo» che collegava l’enorme roccaforte, nonché maestosa dimora signorile, alle mura medievali. Una ra­pida via di fuga, in caso d’improvviso pericolo, ma anche una passeggiata virtuale sui tetti di Padova, di qua il Duomo e di là Ponte Tadi.

Riecco il Castello. Dal Trecento al Terzo millennio, attraverso prima la conquista da parte della Repubblica di Venezia (1401), con lo scialbo di ogni stemma carrarese presente sulle pareti, e poi il dominio dell’Impero austriaco (1807), con la trasformazio­ne del grande complesso in un carce­re dotato di una sessantina di celle e buono per «ospitare» anche più di mille persone. Finestre chiuse con le grate e portoni in ferro muniti del classico «spioncino», così fino al 1992. Quando, a distanza di pochi me­si, si trasferiscono da piazza Castello, e dai locali affacciati su riviera Tiso da Camposampiero, prima l’officina di biciclette Rizzato, che «rieducava» i detenuti facendo loro assemblare ca­tene e forcelle, e poi il carcere stesso. È da quel momento, con l’ex fortez­za di proprietà del Ministero della Giustizia, che il processo di damnatio memoriae, in verità cominciato parec­chio tempo prima, si intensifica fino a diventare insopportabile. Erbacce d’ogni sorta e lunghezza si mangiano l’intero cortile e una buona parte dei soffitti, mentre polvere e muffa attac­cano le pareti affrescate quasi sette se­coli or sono. Abbandono, degrado, in­curia. Tutti termini che fanno rima con: distruzione del ricordo. Annulla­mento del passato. Ancora dieci anni e qualcuno dice: «Basta». Andrea Cola­sio, 51enne di Noventa Padovana, ini­zia ad occuparsi del recupero del Ca­stello carrarese nel 2002, quando da parlamentare della Margherita riesce prima a impedire che l’antica residen­za signorile rientri nelle cartolarizza­zioni del governo Berlusconi (un car­cere ultramoderno in Puglia e case di lusso a Padova) e poi a traslocarne la proprietà al Ministero dei Beni cultu­rali.

Con oltre sette milioni di euro scu­citi a gran fatica dalle casse dello Sta­to, oggi il complesso medievale sta riacquistando la proprio identità. E, tra pochi mesi, verrà restituito (grada­tamente) alla città. «Diventando quel polo museale e delle grandi mostre di cui Padova ha bisogno – spiegava ieri Colasio durante l’ennesimo sopralluo­go –. È come se avessimo scongelato un mammut e andassimo ora a caccia delle sue smisurate potenzialità».

I primi lavori di restauro, durati cir­ca due anni, hanno rinforzato tetti e solai, svuotato il giardino dei sassi e sterpaglie e riscoperto l’enorme sala di rappresentanza, messa in sicurezza con diverse capriate in legno. Presto, sarà creata una fondazione ad hoc per gestire il Castello del Terzo millennio, di cui dovrebbero far parte il Ministe­ro dei Beni culturali, la Fondazione Cariparo, il Comune di Padova e il Fai. Intanto, dopodomani, sabato, al­le 17 al Palazzo della Ragione, si terrà un convegno sul tema, ospiti tutte le più alte cariche cittadine. Informazio­ni al numero 049.8764206 e al sito in­ternet www.castellocarrarese.it.

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