Libertà di grattacielo? «Jesolo compromessa, saltino pure i vincoli»
Corriere del Veneto - VICENZA - 2009-03-06
Lo scontro Sovrintendenza contraria. Il Comune: «Si faccia subito»
Braccio di ferro sullo skyline di Jesolo. La Sovrintendenza ferma sette nuove torri fronte mare e punta i piedi. In prospettiva, però, proprio Jesolo potrebbe essere una delle aree apripista fra quelle su cui togliere il vincolo in quanto già «irrimediabilmente compromessa dal degrado urbanistico». Lo dirà il prossimo piano paesaggistico regionale secondo cui, di fronte a zone ormai deturpate, non ha senso mantenere i vincoli ed è invece auspicabile un piano di riqualificazione urbanistica più «libero». La rivoluzione del piano paesaggistico (che dovrà essere firmato in maniera congiunta con i ministeri dei Beni Culturali e dell'Ambiente), però, avrà un iter molto lungo. E Jesolo, carica di investimenti edilizi milionari, non può e non vuole aspettare: il sindaco di Jesolo promette e annuncia battaglia (legale).
La bozza del piano paesaggistico è stata stilata dal direttore regionale del ministero dei Beni Culturali, l'architetto Ugo Soragni, e sta per essere consegnata in Regione, da lì il lavoro congiunto con i due ministeri. Tempi lunghi. Ma così la spiaggia più frequentata della costa veneta rischia di diventare campo di battaglia fra diverse versioni e letture delle norme. Non ultima quella che interpreta le «zone compromesse » esclusivamente come piccole aree e non certo come interi litorali. La guerra Comune-Sovrintendenza, intanto, è in pieno svolgimento. Così com'è accaduto per la prima tranche di architettura del nuovo piano regolatore, servirà una «revisione» puntuale di ogni nuovo progetto, come a dire un inevitabile abbassamento delle altezze per avere il placet della Sovrintendenza. Ieri un incontro voluto dal ministro Bondi fra Comune, Soragni e l'architetto Renata Codello sovrintendente di Venezia ha lasciato «amareggiato dalla lesa autonomia pianificatoria» il sindaco di Jesolo Francesco Calzavara che valuterà ipotesi di ricorso volta per volta. Dopo i complessi residenziali di Meier e il «Fronte Mar» già abitati dalla scorsa estate, tra aprile e maggio si dovrebbe inaugurare la torre Aquileia in piazza Mazzini: 84 appartamenti su 21 piani con prezzi da 450 mila euro a un milione per l'ultimo piano da cui si vede Venezia. A ruota, dovrebbero seguire l'apertura delle torri gemelle di piazza Drago e la torre da 22 piani in pineta di Gonçalo Byrne e Joao Nunes, e quella a ridosso di piazza Aurora, a piani sfasati. Su questi interventi, la Sovrintendenza ha già agito limando le altezze dei grattacieli fronte mare e lasciando intatte quelle delle torri più arretrate. Del resto, il Tar ha recentemente dato ragione alla Sovrintendenza: non si possono costruire edifici così alti a meno di 300 metri dalla linea di battigia, lo dice la legge Galasso del 1985, lo dice il codice civile, lo ribadisce quel Codice dei Beni culturali varato solo sei mesi dopo il piano regolatore di Kenzo Tange nel 2004 e in cui di principi di tutela del paesaggio non c'è traccia. «Stiamo cercando di trovare una soluzione — spiega Soragni — attraverso approfondimenti tecnici caso per caso come già abbiamo fatto senza scalfire le cubature, ma ricordo che è ormai ben chiaro da che parte sta la legge». Le nuove edificazioni della zona B, quelle della riorganizzazione alberghiera che sorgeranno dalle ceneri degli hotel London e Tritone in via Dalmazia; Tahiti, Parioli, Sanremo, Terramare, Sorriso, tutti sul lungomare compreso tra piazza Drago e piazza Mazzini, saranno ora passate al microscopio della Sovrintendenza. Edificazioni legate a un giro d'affari a molti zeri: gli appartamenti deluxe vanno da 5 a 12 mila euro al metro quadrato. «La Sovrintendenza — spiega Calzavara — ha manifestato in tutta la sua evidenza la diversità di pensiero sullo sviluppo architettonico- ambientale di Jesolo». L'impegno preso è di incontrare in tempi brevi i vari progettisti per verificare eventuali modifiche. «Solo poi — conclude Calzavara — saremo in grado di decidere quali azioni perseguire per tutelare chi ha creduto nella nostra città ».
Martina Zambon Mauro Zanutto
Corriere del Veneto - VICENZA - 2009-03-06
Lo scontro Sovrintendenza contraria. Il Comune: «Si faccia subito»
Braccio di ferro sullo skyline di Jesolo. La Sovrintendenza ferma sette nuove torri fronte mare e punta i piedi. In prospettiva, però, proprio Jesolo potrebbe essere una delle aree apripista fra quelle su cui togliere il vincolo in quanto già «irrimediabilmente compromessa dal degrado urbanistico». Lo dirà il prossimo piano paesaggistico regionale secondo cui, di fronte a zone ormai deturpate, non ha senso mantenere i vincoli ed è invece auspicabile un piano di riqualificazione urbanistica più «libero». La rivoluzione del piano paesaggistico (che dovrà essere firmato in maniera congiunta con i ministeri dei Beni Culturali e dell'Ambiente), però, avrà un iter molto lungo. E Jesolo, carica di investimenti edilizi milionari, non può e non vuole aspettare: il sindaco di Jesolo promette e annuncia battaglia (legale).
La bozza del piano paesaggistico è stata stilata dal direttore regionale del ministero dei Beni Culturali, l'architetto Ugo Soragni, e sta per essere consegnata in Regione, da lì il lavoro congiunto con i due ministeri. Tempi lunghi. Ma così la spiaggia più frequentata della costa veneta rischia di diventare campo di battaglia fra diverse versioni e letture delle norme. Non ultima quella che interpreta le «zone compromesse » esclusivamente come piccole aree e non certo come interi litorali. La guerra Comune-Sovrintendenza, intanto, è in pieno svolgimento. Così com'è accaduto per la prima tranche di architettura del nuovo piano regolatore, servirà una «revisione» puntuale di ogni nuovo progetto, come a dire un inevitabile abbassamento delle altezze per avere il placet della Sovrintendenza. Ieri un incontro voluto dal ministro Bondi fra Comune, Soragni e l'architetto Renata Codello sovrintendente di Venezia ha lasciato «amareggiato dalla lesa autonomia pianificatoria» il sindaco di Jesolo Francesco Calzavara che valuterà ipotesi di ricorso volta per volta. Dopo i complessi residenziali di Meier e il «Fronte Mar» già abitati dalla scorsa estate, tra aprile e maggio si dovrebbe inaugurare la torre Aquileia in piazza Mazzini: 84 appartamenti su 21 piani con prezzi da 450 mila euro a un milione per l'ultimo piano da cui si vede Venezia. A ruota, dovrebbero seguire l'apertura delle torri gemelle di piazza Drago e la torre da 22 piani in pineta di Gonçalo Byrne e Joao Nunes, e quella a ridosso di piazza Aurora, a piani sfasati. Su questi interventi, la Sovrintendenza ha già agito limando le altezze dei grattacieli fronte mare e lasciando intatte quelle delle torri più arretrate. Del resto, il Tar ha recentemente dato ragione alla Sovrintendenza: non si possono costruire edifici così alti a meno di 300 metri dalla linea di battigia, lo dice la legge Galasso del 1985, lo dice il codice civile, lo ribadisce quel Codice dei Beni culturali varato solo sei mesi dopo il piano regolatore di Kenzo Tange nel 2004 e in cui di principi di tutela del paesaggio non c'è traccia. «Stiamo cercando di trovare una soluzione — spiega Soragni — attraverso approfondimenti tecnici caso per caso come già abbiamo fatto senza scalfire le cubature, ma ricordo che è ormai ben chiaro da che parte sta la legge». Le nuove edificazioni della zona B, quelle della riorganizzazione alberghiera che sorgeranno dalle ceneri degli hotel London e Tritone in via Dalmazia; Tahiti, Parioli, Sanremo, Terramare, Sorriso, tutti sul lungomare compreso tra piazza Drago e piazza Mazzini, saranno ora passate al microscopio della Sovrintendenza. Edificazioni legate a un giro d'affari a molti zeri: gli appartamenti deluxe vanno da 5 a 12 mila euro al metro quadrato. «La Sovrintendenza — spiega Calzavara — ha manifestato in tutta la sua evidenza la diversità di pensiero sullo sviluppo architettonico- ambientale di Jesolo». L'impegno preso è di incontrare in tempi brevi i vari progettisti per verificare eventuali modifiche. «Solo poi — conclude Calzavara — saremo in grado di decidere quali azioni perseguire per tutelare chi ha creduto nella nostra città ».
Martina Zambon Mauro Zanutto
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