Una sbarra chiude la via archeologica
Domenica 08 Marzo 2009 PROVINCIA Pagina 37 L'ARENA
Il sindaco Sartori: «Da sempre quella stradina è aperta al passaggio». Il collega Bonometti: «Quell’area deve restare accessibile»
Il Comune segue le vie legali, Affi cerca l’intesa col privato che ha proibito l’accesso alla Bastia di San Michele
La stradina campestre nella frazione di Incaffi, che conduce agli scavi archeologici della «Bastia di San Michele», alla zona militare e alla lapide ricordo del luogo dell’eccidio dei quattro soldati fucilati il 27 marzo 1945, è stata chiusa al transito, con una sbarra che non concede il passaggio nè carraio, nè pedonale.
La cosa ha suscitato proteste, soprattutto da parte del Comune di Cavaion, che ha già votato una delibera di giunta, con cui ha dato incarico a un avvocato di procedere con un ricorso legale. Il sindaco Lorenzo Sartori spiega: «Da sempre quella stradina è stata aperta al passaggio, tanto che anche se ricade su territorio del comune di Affi, Cavaion ne ha acquisito il diritto di passaggio da anni. La sbarra è stata posta di recente dal nuovo affittuario del fondo agricolo, che senza chiedere nulla a nessuno, di propria iniziativa, ha chiuso la stradina-collegamento con l’importante zona archeologica del nostro paese, nonché zona militare e anche area dove si trova l’acquedotto di Cavaion. Per non parlare della rilevanza storica anche del posto con la lapide dei quattro fucilati, dove ogni anno si svolge una manifestazione, anche religiosa, nella ricorrenza».
«Cavaion», aggiunge il sindaco, «ha investito molto sugli scavi archeologici di San Michele, tanto che è divenuto un luogo pubblico, dove si svolgono anche attività didattiche scolastiche e manifestazioni culturali. Il Comune quindi, si farà valere anche in sede legale per affermare i diritti di passaggio, anche perché le chiavi della sbarra non si possono dare a tutti i cittadini e posta così com’è non ci si passa neppure a piedi: ai lati della sbarra ci sono le colonne con la rete che chiudono il fondo agricolo».
Dall’altra parte anche il comune di Affi sta intervenendo sulla vicenda. Il sindaco Roberto Bonometti spiega: «Da poco siamo venuti a conoscenza della cosa, quindi ora mi sono fatto carico di discuterne con il privato per trovare una soluzione. Da quello che ci è stato detto, pare che il privato abbia posto la sbarra per problemi di sicurezza, poiché di sera molte auto si recavano in quel luogo. Stiamo verificando con gli uffici comunali se il privato abbia il diritto di porre la sbarra. Una soluzione potrebbe essere di creare un passaggio solo pedonale, anche perché quella è una bellissima zona e va tenuta curata. Certo che il percorso pedonale dovrà essere garantito a tutti, anche al Comune di Cavaion e l’area dovrà essere accessibile, soprattutto in occasione delle celebrazioni che vi si svolgono ogni anno».
Domenica 08 Marzo 2009 PROVINCIA Pagina 37 L'ARENA
Il sindaco Sartori: «Da sempre quella stradina è aperta al passaggio». Il collega Bonometti: «Quell’area deve restare accessibile»
Il Comune segue le vie legali, Affi cerca l’intesa col privato che ha proibito l’accesso alla Bastia di San Michele
La stradina campestre nella frazione di Incaffi, che conduce agli scavi archeologici della «Bastia di San Michele», alla zona militare e alla lapide ricordo del luogo dell’eccidio dei quattro soldati fucilati il 27 marzo 1945, è stata chiusa al transito, con una sbarra che non concede il passaggio nè carraio, nè pedonale.
La cosa ha suscitato proteste, soprattutto da parte del Comune di Cavaion, che ha già votato una delibera di giunta, con cui ha dato incarico a un avvocato di procedere con un ricorso legale. Il sindaco Lorenzo Sartori spiega: «Da sempre quella stradina è stata aperta al passaggio, tanto che anche se ricade su territorio del comune di Affi, Cavaion ne ha acquisito il diritto di passaggio da anni. La sbarra è stata posta di recente dal nuovo affittuario del fondo agricolo, che senza chiedere nulla a nessuno, di propria iniziativa, ha chiuso la stradina-collegamento con l’importante zona archeologica del nostro paese, nonché zona militare e anche area dove si trova l’acquedotto di Cavaion. Per non parlare della rilevanza storica anche del posto con la lapide dei quattro fucilati, dove ogni anno si svolge una manifestazione, anche religiosa, nella ricorrenza».
«Cavaion», aggiunge il sindaco, «ha investito molto sugli scavi archeologici di San Michele, tanto che è divenuto un luogo pubblico, dove si svolgono anche attività didattiche scolastiche e manifestazioni culturali. Il Comune quindi, si farà valere anche in sede legale per affermare i diritti di passaggio, anche perché le chiavi della sbarra non si possono dare a tutti i cittadini e posta così com’è non ci si passa neppure a piedi: ai lati della sbarra ci sono le colonne con la rete che chiudono il fondo agricolo».
Dall’altra parte anche il comune di Affi sta intervenendo sulla vicenda. Il sindaco Roberto Bonometti spiega: «Da poco siamo venuti a conoscenza della cosa, quindi ora mi sono fatto carico di discuterne con il privato per trovare una soluzione. Da quello che ci è stato detto, pare che il privato abbia posto la sbarra per problemi di sicurezza, poiché di sera molte auto si recavano in quel luogo. Stiamo verificando con gli uffici comunali se il privato abbia il diritto di porre la sbarra. Una soluzione potrebbe essere di creare un passaggio solo pedonale, anche perché quella è una bellissima zona e va tenuta curata. Certo che il percorso pedonale dovrà essere garantito a tutti, anche al Comune di Cavaion e l’area dovrà essere accessibile, soprattutto in occasione delle celebrazioni che vi si svolgono ogni anno».
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