Venezia divorzia da Coca-Cola
Anna Sandri
LA STAMPA, 3 marzo 2009
II matrimonio non si farà, per ora. La Coca-Cola non sbarcherà a Venezia armi, bagagli, frigoriferi e lattine; se proprio dovrà essere, se la giocherà con altri concorrenti cercando di mettere sul piatto l'offerta migliore.
Semaforo rosso dunque per l'operazione che aveva suscitato clamore planetario: in base a un accordo diretto, la Coca-Cola era pronta a portare a Venezia 38 frigoriferi no-logo per la distribuzione di bibite e lattine e lasciarceli per cinque anni. In cambio avrebbe datò a Venezia 2 milioni e 100 mila euro (più royalties) da investire nei sempre necessari restauri di palazzi e monumenti. In più, la Coca-Cola avrebbe ricevute altri beneflt, tipo posti in prima fila per i suoi ospiti al Redentore e alla Regata Storica, ma anche la possibilità di fare due feste all'anno nei più prestigiosi palazzi della città.
All'accordo mancava solo la firma delle parti, e la firma non è arrivata. Ieri mattina il sindaco Cacciari, spiazzando tutti (ma aveva spiazzato anche prima, alcuni suoi assessori della faccenda Coca-Cola avevano saputo solo dai giornali) ha comunicato che, se tanto scandalo doveva essere sollevato, allora tutto si fermava nonostante Venezia avesse un bisogno urgentis-simo e disperato di quei soldi.
Non è però un ripensamento legato all'opportunità di piazzare i frigoriferi a Venezia (tra imbarcaderi e Giardinetti reali); semplicemente, si riparte da una gara pubblica, il cui avviso sarà pronto entro due settimane. Tutti hanno detto che i soldi della Coca-Cola erano pochi e che Venezia non solo era messa in vendita, ma si era arrivati ai saldi di fine stagione. Si vedrà adesso, dice Cacciari, chi alle stesse condizioni offrirà di più. La gara, fa sapere, non l'aveva bandita prima perché l'offerta gli pareva ottima. I frigoriferi insomma sono nel destino di Venezia: si tratta solo di capire a che prezzo.
Si compiace per la decisione la Coca-Cola, che parla di una scelta di «trasparenza»; si rammarica, e si capisce facilmente il perché, la società Oltrex, che rastrella sponsor per il Comune di Venezia, e che aveva gestito tutta questa pratica. Vede sfumare la sua percentuale, 400 mila euro.
Tirano un respiro di sollievo, momentaneo, baristi ed esercenti: la concorrenza dei frigoriferi li aveva resi a dir poco nervosi.
Anna Sandri
LA STAMPA, 3 marzo 2009
II matrimonio non si farà, per ora. La Coca-Cola non sbarcherà a Venezia armi, bagagli, frigoriferi e lattine; se proprio dovrà essere, se la giocherà con altri concorrenti cercando di mettere sul piatto l'offerta migliore.
Semaforo rosso dunque per l'operazione che aveva suscitato clamore planetario: in base a un accordo diretto, la Coca-Cola era pronta a portare a Venezia 38 frigoriferi no-logo per la distribuzione di bibite e lattine e lasciarceli per cinque anni. In cambio avrebbe datò a Venezia 2 milioni e 100 mila euro (più royalties) da investire nei sempre necessari restauri di palazzi e monumenti. In più, la Coca-Cola avrebbe ricevute altri beneflt, tipo posti in prima fila per i suoi ospiti al Redentore e alla Regata Storica, ma anche la possibilità di fare due feste all'anno nei più prestigiosi palazzi della città.
All'accordo mancava solo la firma delle parti, e la firma non è arrivata. Ieri mattina il sindaco Cacciari, spiazzando tutti (ma aveva spiazzato anche prima, alcuni suoi assessori della faccenda Coca-Cola avevano saputo solo dai giornali) ha comunicato che, se tanto scandalo doveva essere sollevato, allora tutto si fermava nonostante Venezia avesse un bisogno urgentis-simo e disperato di quei soldi.
Non è però un ripensamento legato all'opportunità di piazzare i frigoriferi a Venezia (tra imbarcaderi e Giardinetti reali); semplicemente, si riparte da una gara pubblica, il cui avviso sarà pronto entro due settimane. Tutti hanno detto che i soldi della Coca-Cola erano pochi e che Venezia non solo era messa in vendita, ma si era arrivati ai saldi di fine stagione. Si vedrà adesso, dice Cacciari, chi alle stesse condizioni offrirà di più. La gara, fa sapere, non l'aveva bandita prima perché l'offerta gli pareva ottima. I frigoriferi insomma sono nel destino di Venezia: si tratta solo di capire a che prezzo.
Si compiace per la decisione la Coca-Cola, che parla di una scelta di «trasparenza»; si rammarica, e si capisce facilmente il perché, la società Oltrex, che rastrella sponsor per il Comune di Venezia, e che aveva gestito tutta questa pratica. Vede sfumare la sua percentuale, 400 mila euro.
Tirano un respiro di sollievo, momentaneo, baristi ed esercenti: la concorrenza dei frigoriferi li aveva resi a dir poco nervosi.
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