domenica 8 giugno 2008

Flagellum Dei? Il fuoco degli Unni

Flagellum Dei? Il fuoco degli Unni

di Federico Moro, romanzo

Studio LT2 edizioni, ISBN 978-88-88028-12-5


“Emozioni per domani, il romanzo dell’Europa. Realismo magico e ricostruzione storica in una vicenda che si rincorre di continuo tra passato e presente perché conoscere significa “proiettare il film della storia sullo schermo del futuro” e questa è anche la via per aprire i cancelli della verità: di tutte le verità, oltre le apparenze del sensibile, che ruotano dentro e attorno a noi.”



Chi è Antonio Altavilla, residente a Roma al numero 42 di via Teatro di Marcello? Il giornalista e scrittore di viaggi, l’uomo razionale e materialista del XXI secolo che crede oppure un crono visore di carne, un’autentica macchina del tempo in cui ciò che è stato rivive trasformato in un caleidoscopio di suoni e immagini? E la misteriosa Huna Teodato, la donna dal cranio deformato artificialmente che lo guida lungo le tappe di un’esperienza iniziatica, è soltanto un’archeologa o qualcosa di più?

Flagellum Dei? già nel titolo svela il filo conduttore della vicenda, la campagna di Attila in Italia nell’anno 452 d.C. In quella primavera, i popoli della federazione riunita sotto lo scettro del re unno lasciano la pianura in cui scorre il fiume Tissa, affluente del Danubio, con l’intenzione d’invadere la Penisola. Ogni singolo guerriero ha le sue personali motivazioni, spesso divergenti e talvolta in aperto contrasto con quelle del sovrano. Varie come le reazioni degli italici in lotta contro il tempo per fermare l’attacco, diretto all’inizio contro la Venetia et Histria e le sue città, Aquileia e Altino in particolare. E tutti dovranno fare i conti con una serie di donne, da una parte e dall’altra, altrettanto decise a opporre al corso degli eventi le proprie convinzioni. A cominciare dall’enigmatica “signora della chiave”, una Dea?, di cui si conosce appena il nome Reitia, e che si materializzerà imprevista nell’antico mitreo nascosto alle foci di un altro fiume, il Timavo, nei pressi della città di Tergeste

Questo l’ambito geografico e storico della narrazione.Flagellum Dei? però resta un romanzo con due protagonisti contemporanei, Antonio Altavilla e Huna Teodato. Venezia recita una parte importante, perché nella città nata dalla distruzione da parte degli unni di Attila della romana Altino in riva al fiume Sile, si collocano l’atto conclusivo della storia e del viaggio.

Scettico convinto dell’esistenza solo di quanto può toccare con mano, Antonio Altavilla finisce risucchiato dal lato invisibile della realtà, quello per cui “non sempre le cose sono come appaiono”. Lungo le anse del tempo incontra un mondo sconosciuto, quello della tarda antichità pronta a diventare Medio Evo. E inquietanti entità intessute a dipinti e decorazioni di antichi palazzi veneziani. Ogni unità è sempre “armonia di contrari” perché…tutto scorre.

L’incontro temporale tra la mostra “Roma e i Barbari” a Palazzo Grassi e la pubblicazione del romanzo appartiene alla categoria degli appuntamenti fortuiti governati dalla sorte. Certo, il filosofo greco Eraclito, molto richiamato nel romanzo, sosteneva che “gli uomini chiamano caso quanto non capiscono” , tuttavia, l’impressione di trovarsi di fronte a un autentico mistero rimane. Come l’imbattersi in una delle sale espositive nella vetrinetta contenente un diadema unno e un cranio deformato artificialmente come è descritto nelle pagine 19-20 del romanzo… meraviglia pronta a diventare disagio al piano superiore, dove si riconosce in una spilla longobarda dal Museo veronese di Castelvecchio l’immagine di copertina del precedente romanzo dello stesso autore. Al Museo di Castelvecchio a Verona ce ne sono diverse di spille simili. Per nostra tranquillità, comunque, chiamiamolo pure “caso”.

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