lunedì 9 giugno 2008

«Noi siamo i professionisti del no»

L'Arena, Lunedì 9 Giugno 2008

L’INCONTRO. Si sono ritrovati per la prima volta, a Villa Buri, i responsabili dei comitati di protesta (dal Traforo alla Tav) per creare una rete di informazioni
«Noi siamo i professionisti del no»
Sperotto: «Non vogliamo creare un megacomitato ma mettere in rete le esperienze per lavorare meglio»
Difendiamo l’ambiente e i cittadini, siamo militanti contro i poteri forti
ALBERTO SPEROTTO
COMITATO ANTI TRAFORO
La nostra resistenza è sempre ben motivata, siamo documentati
DANIELE NOTTEGAR
COMITATO ANTI TAV

Silvia Bernardi
Sono gli irriducibili del no. Vogliono proteggere l'ambiente. Risanare, salvaguardare o semplicemente conoscere. I comitati ambientalisti assorbono l'impegno di centinaia di persone. Nascono spontaneamente e con un obiettivo preciso, ma non per questo limitano la propria vita ai tempi della battaglia: contro il traforo, contro il Pat, la Tav, i parcheggi sotterranei. A Verona se ne contano circa una trentina, trecento in tutto il Veneto. Alcuni capaci di raccogliere migliaia di firme: contro il traforo sono 14mila e Legambiente prende l'adesione di 115mila soci con mille gruppi locali su tutto il territorio. Altre, hanno un raggio d'azione limitato ai problemi del quartiere: il traffico e l'inquinamento di Borgo Roma e Corso Milano. O di una vallata, come la Valpolicella e la Valpantena. Ora hanno deciso di fare rete per condividere conoscenze ed esperienze. Il progetto è stato messo in cantiere a Villa Buri, nell'incontro interprovinciale tra associazioni e comitati ambientalisti organizzato nell'ambito della tre giorni di riflessioni e confronti promossa dall'Associazione Villa Buri onlus.
Due le idee nate dal dibattito: da un lato cercare di condividere le esperienze e le risorse; dall'altro diventare dei professionisti dell'ambiente. Per tutti i comitati ambientalisti, infatti, diversi sono i soggetti, ma uguali i percorsi. Che iniziano con il lavoro di ricerca e documentazione per poi passare all'aggregazione, all'informazione, alla denuncia. Con le petizioni e le attività dei legali. «La volontà è di condividere le conoscenze pratiche», dice Alberto Sperotto, presidente del comitato contro il traforo delle Torricelle, tra i promotori dell'iniziativa. «Vorremmo costruire un sito internet che raccolga tutti i comitati interprovinciali, successivamente organizzare un forum dove chiunque abbia qualcosa da chiedere possa trovare un interlocutore che dia risposte».
I primi a sollevare la necessità di un coordinamento tra i gruppi provinciali furono, un anno fa, Mario Rigoni Stern e Andrea Zanzotto con una lettera aperta firmata tra gli altri da Camilleri, Asor Rosa, Carlo Ripa di Meana. «Spesso ci si trova ad essere dei militanti contro i poteri forti», prosegue Sperotto.
«Ci troviamo ad interloquire con società o enti che sanno come muoversi nella comunicazione con tanto di uffici stampa e televisioni a disposizione. Anche noi vogliamo organizzarci per poter rispondere con mezzi adeguati».
Senza perdere mai di vista l’obiettivo finale: «Non parliamo di un mega comitato con tanto di presidente stipendiato, quanto di passare da una fase di improvvisazione ad una in cui le cose vengono fatte bene come le fa la controparte».
«Solo facendo rete potremmo contrastare gli interessi enormi della controparte. Interessi che la maggior parte delle volte vanno ben aldilà dell'effettiva utilità del progetto», dice Daniele Nottegar del comitato anti Tav. «Ci contrastano con lo stereotipo del no perché non hanno altri mezzi: le nostre istanze sono dettagliate e ricche di dati. Noi non opponiamo resistenza immotivata, ma con documentazioni, studi e anni di presenza costante sul problema».
Il tutto, senza nessun colore politico: «Non vogliamo connotazioni politiche», conclude Sperotto. «E non vogliamo essere visti sempre come degli antagonisti da combattere, ma come dei cittadini che vogliono essere ascoltati perché hanno a cuore il territorio in cui Lunedì 9 Giugno 2008


L’INCONTRO. Si sono ritrovati per la prima volta, a Villa Buri, i responsabili dei comitati di protesta (dal Traforo alla Tav) per creare una rete di informazioni
«Noi siamo i professionisti del no»
Sperotto: «Non vogliamo creare un megacomitato ma mettere in rete le esperienze per lavorare meglio»
Difendiamo l’ambiente e i cittadini, siamo militanti contro i poteri forti
ALBERTO SPEROTTO
COMITATO ANTI TRAFORO
La nostra resistenza è sempre ben motivata, siamo documentati
DANIELE NOTTEGAR
COMITATO ANTI TAV





Silvia Bernardi
Sono gli irriducibili del no. Vogliono proteggere l'ambiente. Risanare, salvaguardare o semplicemente conoscere. I comitati ambientalisti assorbono l'impegno di centinaia di persone. Nascono spontaneamente e con un obiettivo preciso, ma non per questo limitano la propria vita ai tempi della battaglia: contro il traforo, contro il Pat, la Tav, i parcheggi sotterranei. A Verona se ne contano circa una trentina, trecento in tutto il Veneto. Alcuni capaci di raccogliere migliaia di firme: contro il traforo sono 14mila e Legambiente prende l'adesione di 115mila soci con mille gruppi locali su tutto il territorio. Altre, hanno un raggio d'azione limitato ai problemi del quartiere: il traffico e l'inquinamento di Borgo Roma e Corso Milano. O di una vallata, come la Valpolicella e la Valpantena. Ora hanno deciso di fare rete per condividere conoscenze ed esperienze. Il progetto è stato messo in cantiere a Villa Buri, nell'incontro interprovinciale tra associazioni e comitati ambientalisti organizzato nell'ambito della tre giorni di riflessioni e confronti promossa dall'Associazione Villa Buri onlus.
Due le idee nate dal dibattito: da un lato cercare di condividere le esperienze e le risorse; dall'altro diventare dei professionisti dell'ambiente. Per tutti i comitati ambientalisti, infatti, diversi sono i soggetti, ma uguali i percorsi. Che iniziano con il lavoro di ricerca e documentazione per poi passare all'aggregazione, all'informazione, alla denuncia. Con le petizioni e le attività dei legali. «La volontà è di condividere le conoscenze pratiche», dice Alberto Sperotto, presidente del comitato contro il traforo delle Torricelle, tra i promotori dell'iniziativa. «Vorremmo costruire un sito internet che raccolga tutti i comitati interprovinciali, successivamente organizzare un forum dove chiunque abbia qualcosa da chiedere possa trovare un interlocutore che dia risposte».
I primi a sollevare la necessità di un coordinamento tra i gruppi provinciali furono, un anno fa, Mario Rigoni Stern e Andrea Zanzotto con una lettera aperta firmata tra gli altri da Camilleri, Asor Rosa, Carlo Ripa di Meana. «Spesso ci si trova ad essere dei militanti contro i poteri forti», prosegue Sperotto.
«Ci troviamo ad interloquire con società o enti che sanno come muoversi nella comunicazione con tanto di uffici stampa e televisioni a disposizione. Anche noi vogliamo organizzarci per poter rispondere con mezzi adeguati».
Senza perdere mai di vista l’obiettivo finale: «Non parliamo di un mega comitato con tanto di presidente stipendiato, quanto di passare da una fase di improvvisazione ad una in cui le cose vengono fatte bene come le fa la controparte».
«Solo facendo rete potremmo contrastare gli interessi enormi della controparte. Interessi che la maggior parte delle volte vanno ben aldilà dell'effettiva utilità del progetto», dice Daniele Nottegar del comitato anti Tav. «Ci contrastano con lo stereotipo del no perché non hanno altri mezzi: le nostre istanze sono dettagliate e ricche di dati. Noi non opponiamo resistenza immotivata, ma con documentazioni, studi e anni di presenza costante sul problema».
Il tutto, senza nessun colore politico: «Non vogliamo connotazioni politiche», conclude Sperotto. «E non vogliamo essere visti sempre come degli antagonisti da combattere, ma come dei cittadini che vogliono essere ascoltati perché hanno a cuore il territorio in cuiLunedì 9 Giugno 2008


L’INCONTRO. Si sono ritrovati per la prima volta, a Villa Buri, i responsabili dei comitati di protesta (dal Traforo alla Tav) per creare una rete di informazioni
«Noi siamo i professionisti del no»
Sperotto: «Non vogliamo creare un megacomitato ma mettere in rete le esperienze per lavorare meglio»
Difendiamo l’ambiente e i cittadini, siamo militanti contro i poteri forti
ALBERTO SPEROTTO
COMITATO ANTI TRAFORO
La nostra resistenza è sempre ben motivata, siamo documentati
DANIELE NOTTEGAR
COMITATO ANTI TAV





Silvia Bernardi
Sono gli irriducibili del no. Vogliono proteggere l'ambiente. Risanare, salvaguardare o semplicemente conoscere. I comitati ambientalisti assorbono l'impegno di centinaia di persone. Nascono spontaneamente e con un obiettivo preciso, ma non per questo limitano la propria vita ai tempi della battaglia: contro il traforo, contro il Pat, la Tav, i parcheggi sotterranei. A Verona se ne contano circa una trentina, trecento in tutto il Veneto. Alcuni capaci di raccogliere migliaia di firme: contro il traforo sono 14mila e Legambiente prende l'adesione di 115mila soci con mille gruppi locali su tutto il territorio. Altre, hanno un raggio d'azione limitato ai problemi del quartiere: il traffico e l'inquinamento di Borgo Roma e Corso Milano. O di una vallata, come la Valpolicella e la Valpantena. Ora hanno deciso di fare rete per condividere conoscenze ed esperienze. Il progetto è stato messo in cantiere a Villa Buri, nell'incontro interprovinciale tra associazioni e comitati ambientalisti organizzato nell'ambito della tre giorni di riflessioni e confronti promossa dall'Associazione Villa Buri onlus.
Due le idee nate dal dibattito: da un lato cercare di condividere le esperienze e le risorse; dall'altro diventare dei professionisti dell'ambiente. Per tutti i comitati ambientalisti, infatti, diversi sono i soggetti, ma uguali i percorsi. Che iniziano con il lavoro di ricerca e documentazione per poi passare all'aggregazione, all'informazione, alla denuncia. Con le petizioni e le attività dei legali. «La volontà è di condividere le conoscenze pratiche», dice Alberto Sperotto, presidente del comitato contro il traforo delle Torricelle, tra i promotori dell'iniziativa. «Vorremmo costruire un sito internet che raccolga tutti i comitati interprovinciali, successivamente organizzare un forum dove chiunque abbia qualcosa da chiedere possa trovare un interlocutore che dia risposte».
I primi a sollevare la necessità di un coordinamento tra i gruppi provinciali furono, un anno fa, Mario Rigoni Stern e Andrea Zanzotto con una lettera aperta firmata tra gli altri da Camilleri, Asor Rosa, Carlo Ripa di Meana. «Spesso ci si trova ad essere dei militanti contro i poteri forti», prosegue Sperotto.
«Ci troviamo ad interloquire con società o enti che sanno come muoversi nella comunicazione con tanto di uffici stampa e televisioni a disposizione. Anche noi vogliamo organizzarci per poter rispondere con mezzi adeguati».
Senza perdere mai di vista l’obiettivo finale: «Non parliamo di un mega comitato con tanto di presidente stipendiato, quanto di passare da una fase di improvvisazione ad una in cui le cose vengono fatte bene come le fa la controparte».
«Solo facendo rete potremmo contrastare gli interessi enormi della controparte. Interessi che la maggior parte delle volte vanno ben aldilà dell'effettiva utilità del progetto», dice Daniele Nottegar del comitato anti Tav. «Ci contrastano con lo stereotipo del no perché non hanno altri mezzi: le nostre istanze sono dettagliate e ricche di dati. Noi non opponiamo resistenza immotivata, ma con documentazioni, studi e anni di presenza costante sul problema».
Il tutto, senza nessun colore politico: «Non vogliamo connotazioni politiche», conclude Sperotto. «E non vogliamo essere visti sempre come degli antagonisti da combattere, ma come dei cittadini che vogliono essere ascoltati perché hanno a cuore il territorio in cui vivono».

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