mercoledì 11 giugno 2008

VENETO - Alighieri, appello a Bondi «Valpolicella come Montichiello»

VENETO - Alighieri, appello a Bondi «Valpolicella come Montichiello»
Riccardo Mauroner
Corriere di Verona 07/06/2008

VERONA -Un tempo era la Valpolicella felix, l`anfiteatro verde, la piccola arcadia alle porte di Verona, oggi è geografia smarrita nel grigio del cemento oltre le siepi. Da anni orinai si ricorrono
e si accavallano le critiche e le denunce sulla decomposizione
di un paesaggio ridotto a «maceria martire abitabile», per usare le parole di Guido Ceronetti.
Attenti osservatori e scrittori del paesaggio veronese, da Eugenio Turri a Libero Cecchini, da Dino Coltro a Milo Manara, hanno lanciato segnali di allarme sull`esaurimento di un territorio, come quello della Valpolicella, il cui scempio sembra inarrestabile. Un deserto di cemento che si prolunga a Pescantina,
dove abita lo scrittore Nicola Cinquetti che, senza mezzi
termini, denuncia «La trasformazione del paesaggio di Pescantina
ha travolto e consunto tutto il paese. E` dovuta ad una politica edilizia aggressiva che non mostra cedimenti. Prese da un incontrollabile orrore del vuoto le amministrazioni si sono affannate a riempire ogni area verde, ogni spazio aperto.
Preoccupante è, poi, quello che sta accadendo lungo le rive dell`Adige, dove meravigliose sequenze di alberi secolari soccombono all`avanzare delle ruspe».
Tanti segnali d`allarme che in questi anni sono stati raccolti
dall`associazione «Salvalpolicella» e dal suo presidente Pieralvise Serego Alighieri: «La notizia più interessante di questi giorni è la presa di posizione della Lega che ha denunciato la cattiva gestione di tutto il territorio. Potrà essere una mossa da campagna elettorale, che è prossima in Valpolicella, mala denuncia è condivisibile».
Nei giorni scorsi il ministro Sandro Bondi ha dichiarato di
prendersi a cuore il caso, denunciato da Asor Rosa, di Montichiello, il piccolo paese toscano accerchiato dalle ruspe: «E` un segnale positivo - commenta Serego Alighieri - ma il problema è che qui si tratta di un intero territorio, non di un borgo. Spero, tuttavia, che il ministro si interessi e prenda seriamente a cuore anche il caso della Valpolicella».
Un territorio, quello della Valpolicella, consumato da tempo, il cui logoramento continua ancor oggi, magari sotto traccia:
«Prendiamo - continua Serego Alighieri -le recenti dichiarazioni
del sindaco di Negrar che si vanta di aver limitato a "soli"
ego mila metri cubi le nuove edificazioni pensando di essere riuscito a contenere le grandi lottizzazioni.
Migliaia di metri cubi che tuttavia ci saranno. Per cui persiste questa doppiezza: tutti si dichiarano ufficialmente attenti alla salvaguardia del territorio, salvo poi operare in modo del tutto opposto. Così la Valpolicella è andata e va a pezzi».
Un altro esempio arriva dal Comune di Sant`Ambrogio e dalle
coloratissime villette balneari costruite intorno alla nuova rotonda. «Sono inguardabili - afferma Serego Alighieri -. E non
si capisce nemmeno a chi sono destinate perché non ci risultano
grosse richieste di abitazioni.
E` un meccanismo che ci è oscuro. Si costruisce per chi?
Non mi pare che ci sia una natalità pari all`aumento delle costruzioni, né che la gente di Verona, negli ultimi tempi, ambisca ad abitare in un territorio che ormai è diventato periferia della città».
La denuncia del presidente dell`associazione «Salvalpolicella»
si prolunga anche nella descrizione di quello che nascerà a
Gargagnago al posto dell`ex-seminario, proprio di fronte alla
storica villa Alighieri: «Sta venendo su una "roba" che fa impressione. Sarà il solito mega centro commerciale con nuove
strade e nuovo traffico. Il turismo enogastronomico cerca
ben altro: non ha certo bisogno dei centri commerciali o di costruzioni coloratissime che nulla hanno a che fare con la nostra
storia e che offendono solo il paesaggio.
Ha bisogno di un territorio che parli delle sue antiche
e nuove attività nel segno della qualità della vita e del lavoro».
Parole che sembrano evidenziare una parte di Valpolicella ormai
irrimediabilmente perduta.
«L`unica via da percorrere - suggerisce Pieralvise Serego Alighieri - è condividere il futuro del territorio con chi produce il suo più nobile prodotto che è il vino e che rende famosa la Valpolicella in tutto il mondo. Il destino di un buon vino non dipende solamente dal suo gusto e dalla buona etichetta, ma anche dal territorio e dai luoghi in cui nasce».

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