domenica 22 giugno 2008

Le ville di Palladio ora vanno persino sui navigatori

VENETO - Le ville di Palladio ora vanno persino sui navigatori
Il Giornale di Vicenza 19/06/2008

Quattromila e 270. Sono le ville venete. Sessantasette sono dichiarate monumenti, trenta sono le ville palladiane, 24 quelle inserite nella lista dell`Unesco.
Una ricchezza dal punto di vista storico, architettonico, artistico, culturale e persino paesaggistico, gioielli che tutto il mondo c`invidia, ma anche difficoltà a non finire, sia per gli investimenti da mettere in conto, sia per i rapporti non sempre piani con le Soprintendenze, quando si parla di manutenzione e restauri.
Ne sanno qualcosa i proprietari che spesso si trovano ad affrontare spese ordinarie e straordinarie per l`impianto elettrico piuttosto che per il riscaldamento, per gli arredi piuttosto che per gli affreschi, per il giardino o per il tetto da sistemare.
A tenere i fili del rapporto tra privati e enti pubblici e a seguire queste problematiche è Nadia Qualarsa, vicentina, presidente dell`Istituto regionale per il restauro delle Ville Venete.
«Fino a pochi anni fa, quando il problema era la cementificazione, a tratti selvaggia, del territorio, le ville venete erano giustamente considerate un bene da porre sotto tutela e da conservare nel rispetto delle originarie caratteristiche e secondo i canoni del restauro - è l`incipit di Nadia Qualarsa Ora senza snaturare questi beni preziosi si può pensare ad una politica vincolistica più flessibile. Cosa vuol dire, in concreto? Che i proprietari delle ville venete non possono ricevere sempre risposte negative quando propongono riusi "intelligenti", quando vorrebbero trasformare le ville in centri di eccellenza, uffici di rappresentanza per grandi aziende oppure (come avviene all`estero per molti castelli o antiche dimore) in ristoranti o alberghi di lusso, centri culturali, case d`arte, musei, scenografie per spettacoli o concerti di musica classica e persino ostelli della gioventù».
Già, riuso intelligente. Di esempi cominciano ad essercene anche nel Veneto: a villa Dionisi di Verona è sorto un museo delle arti del legno applicate che attrae visitatori da tutto il mondo, villa Loredan nel Trevigiano è stata invece acquisita dalla Antonveneta e destinata a sede di rappresentanza, analogo riuso per villa Emo sede della Cassa di Risparmio di Treviso, mentre è ormai storico l`utilizzo di villa Morosini ad Altavilla come sede del Cuoa.
«Questa è la sfida dell`Istituto per il restauro delle Ville Venete - dice la presidente Nadia Qualarsa che propone di allargare le competenze anche al paesaggio e ai parchi annessi alle ville - . Sono stata anche dal ministro alla Cultura, l`on. Sandro Bondi, e gli ho esposto, i problemi delle ville venete e l`equilibrio che va trovato tra tutela e riuso, tra destinazione di fondi pubblici che vanno a sostenere gli interventi di restauro e un recupero che coinvolga più soggetti».
Oltre il linguaggio diplomatico Nadia Qualarsa precisa che i denari pubblici sono «buttati e sprecati inutilmente se non si va verso il riuso intelligente».
Detto questo l`istituto regionale per il restauro delle Ville venete, anche in occasione dei 500 anni dalla nascita di Andrea Palladio, informa che d`intesa con il consiglio di amministrazione
dell`Istituto - sono stati decisi una serie di interventi, specialmente sulla linea del credito, proprio per sostenere le esigenze dei proprietari di ville venete. Si tratta di «interventi semplici, verificabili nei tempi e nei costi». Sul piano pratico è prevista l`installazione di nuovi cartelli stradali (più fitti nei centri urbani e all`uscita dei caselli) con le scritte su fondo marrone, per indicare a turisti stranieri e italiani i percorsi utili, per arrivare alle varie ville venete.
Cinquantamila euro di nuovi segnali stradali e nell`anno dedicato a Palladio è prevista una buona percentuale di cartelli dedicati agli "itinerari palladiani".
Altri 10 mila e 800 euro sono stati stanziati per aggiornare nel software delle mappe satellitari: tempo poco più di un mese e basterà digitare sul navigatore il nome della villa veneta o della località in cui si trova il monumento per ricevere tutte le indicazioni utili per arrivarci senza perdersi per strada.
«Per tutti gli interventi creditizi che riguardano le ville venete e ancor più le ville palladiane - informa Nadia Qualarsa - sono stati innalzati i parametri dal 15 al 20 per cento dei contributi a fondo perduto; le erogazioni di mutui (che hanno interessi pari alla metà dei valori correnti) arrivano a finanziare interventi fino a 350 mila euro, in due tranche, ovvero 700 mila euro; inoltre attraverso un accordo con la Carive sono possibili finanziamenti ulteriori fino ad altri 800 mila euro, in conto interessi, per tre anni, in via sperimentale. Mutui a tasso zero riguardano invece le ville d`autore o gli oratori vincolati».
Oltre alle facilitazioni creditizie per sostenere i proprietari di ville venete e ville palladiane interessate a progetti di tutela e restauro è in via di perfezionamento un nuovo strumento urbanistico, un modello moderno, adottato negli Stati Uniti: il credito edilizio che dovrebbe consentire lo sviluppo di quei recuperi intelligenti per i quali oltre alle idee e oltre al lavoro "diplomatico" con le Soprintendenze, servono notevoli investimenti.
«II credito edilizio, che nasce dall`interpretazione della legge il e sul quale con la Regione Veneto sono già in atto il confronto e un percorso per stabilire i criteri di applicazione precisa Nadia Qualarsa - proprio nell`intento di dare impulso a nuovi interventi, rispettosi della tutela ma se possibile anche più flessibili, sul patrimonio vincolato delle ville venete.
Si può dunque prevedere una compensazione, con possibilità di edificare su terreni pubblici o su altre aree, in favore di proprietari delle ville che investono per restaurare. I vari Comuni dovranno tener conto nel Pat dei progetti che riguardano le ville e delle iniziative dei singoli proprietari».
«Vorremo che questo importante, vasto e bellissimo patrimonio d`arte che è uno dei tratti caratteristici del Veneto sia vissuto di più - conclude Nadia Qualarsa - C`è una diversa senbilità anche da parte degli stessi proprietari che va in questa direzione. Si tratta non solo di aprire le ville ai turisti, ma di farne centri di eccellenza, visitabili, fruibili anche in nuovi contesti, per recuperarne in pieno il valore. Certo, dobbiamo continuare a promuovere il restauro e la conservazione, ma in parole povere le ville devono servire a qualcosa, devono essere utilizzate, vive. Altrimenti rischiamo di spendere soldi inultimente per beni destinati alla consunzione».

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