mercoledì 25 giugno 2008

Palazzi in vendita, boom di richieste

VERONA - Palazzi in vendita, boom di richieste
Enrico Giardini
L'Arena 24/06/2008

Palazzi storici in vendita, potenziali acquirenti come privati, banche e fondazioni bancarie si stanno facendo avanti. Per il momento soltanto per informarsi, sul sito internet del Comune, sulle caratteristiche e sul valore stimato dei «gioielli» che il Comune vuole alienare mettendoli all’asta con un bando internazionale, da perfezionare. Vale a dire Palazzo Forti, sede della Galleria d’arte moderna; i palazzi Pompei e Gobetti del Museo di storia naturale; l’ex convento San Domenico, sede il Comando della polizia municipale e poi il Bar Borsa, in corso Porta Nuova.
Un pacchetto di alienazioni da cui Palazzo Barbieri intende ricavare dai 110 ai 120 milioni di euro. A questa somma dovrebbero fra l’altro aggiungersi i tre milioni e mezzo più 32 alloggi per la vendita all’Ater di un lotto del Prusst (vedi anche articolo a fianco) vicino all’ex Mercato ortofrutticolo, a Verona Sud, i sei milioni circa per la vendita di aree per case alla Sarmar-Valdadige, gli otto presumibili per il lotto di Casa-Pozza (in Comune di San Martino Buon Albergo). In totale, quindi, si dovrebbe arrivare ai circa 130 milioni. Se l’interesse per i singoli palazzi, testimoniato dai contatti sul portale on line del Comune per consultare le singole schede tecniche con i dati deli immobili, sarà confermato al momento della gara per l’acquisto, la corsa avrà numerosi concorrenti.
L’amministrazione comunale, per vendere i palazzi Pompei (in lungadige Porta Vittoria, base d’asta 20 milioni di euro) e Gobetti (in corso Cavour, base d’asta 10 milioni) che erano vincolati ha già ottenuto il via libera dalla Sovrintendenza ai monumenti, dopo aver provveduto a cambiare la destinazione d’uso degli edifici, che in futuro ospiteranno case, negozi e uffici.
«I Palazzi Pompei e Gobetti rientravano nell’operazione di vendita di Castel San Pietro, della precedente amministrazione comunale, con un valore insieme di 15 milioni, ma poi furono stralciati», spiega l’assessore comunale al patrimonio, Daniele Polato, «ma noi abbiamo preferito prima cambiare loro la destinazione d’uso e poi metterli in vendita, il che consentirà al Comune di prendere il doppio dei soldi, a vantaggio della città».
Per la vendita di Palazzo Forti, sede della Galleria d’arte moderna (base d’asta 65 milioni) che pure ospiterà case e uffici, il Comune ha già chiesto l’autorizzazione a vendere e la Sovrintendenza ha chiesto specificazioni. Quanto al Bar Borsa, sotto l’orologio della Bra, di proprietà del Comune ma affidato all’Agec, Polato precisa: «C’è chi contesta il fatto che non vi verrà inserito l’ufficio turistico, ma noi abbiamo deciso di far emanare all’Agec una gara per la vendita, facendo in modo che all’azienda venga riconosciuto il 4 per cento per le spese che vi ha sostenuto, comunque inferiori ai 200mila euro che l’opposizione ha citato. Con il denaro ricavato da tutte le alienazioni dovremmo pagare la ristrutturazione dell’Arsenale e quella del Palazzo del Capitanio, che ospiterà il museo di Storia naturale».

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