domenica 4 maggio 2008

CAVAION. Nuovo sito archeologico

CAVAION. Nuovo sito archeologico
Annamaria Schiano
Domenica 13 Maggio 2007 L'ARENA

In località Fontane la scoperta della Soprintendenza: monete e cocci di età romana

Trovati i muri di un complesso abitativo di 2.000 anni fa

Cavaion. Il sospetto c’era, ora c’è la certezza: nell’area di località Fontane, ai piedi del paese, a fianco della rotonda che congiunge le strade provinciali provenienti da Calmasino e Bardolino, c’è un grande sito archeologico. Da alcune settimane gli archeologi stanno scavando ed hanno portato alla luce i muri che costituivano i basamenti di un grande complesso rustico-abitativo risalente al primo secolo dopo Cristo. È la Soprintendente ai beni archeologici della Provincia di Verona, Brunella Bruno, a confermare il ritrovamento.
«Per adesso è stata riportata in luce parte di un complesso che non si capisce se riconducibile ad una sola unità o a più ravvicinate. È un’area grande, 600-700 metri di superficie, con dei muri in sasso alti 80-90 centimetri: la difficoltà a definirlo è dovuta al fatto che gran parte è ridotta ai minimi termini. Si possono identificare molti ambienti con ampi cortili ma privi di strutture, da addebitare ad uno stato di conservazione lacunoso. Probabilmente molti muri sono andati distrutti dalle vicende agrarie e da un fenomeno di dilavamento dovuto alla pendenza del terreno in quel punto. Il ruscellamento dell’acqua, poi, ha portato via molti resti». Sino ad ora i reperti trovati sono davvero pochi: qualche coccio e 2-3 monete completamente corrose dall’acqua, ma è l’ampiezza del sito che lascia ammirati. «Ripeto, si tratta di un’area molto grande ed è difficile stabilire la natura del complesso perchè non abbiamo trovato neanche un pavimento: siamo al di sotto delle fondazioni», spiega Bruno.


«Essendo così spoglio», continua l’esperta, «è difficile dire se ci andavano a lavorare o ad abitare, come è difficile dire se era una villa perchè mancano gli elementi decorativi, abitativi e strutturali». La soprintendente spiega: «Se io trovo un pavimento di terra mi risulta difficile dire se lì c’era una villa o un rustico, vanno bene entrambe le ipotesi dal momento che l’azione corrosiva dell’acqua mi impedisce di capire se mi trovo di fronte ad una struttura piuttosto che a un’altra». Una cosa sembra certa, la datazione: «Gli elementi ci suggeriscono essere un complesso nato nel I secolo dopo Cristo», precisa la Bruno, «con elementi sucessivi del IV secolo: una storia lunga quattro secoli».
Intanto, i lavori certosini degli archeologi continuano mentre per avere dei risultati sugli scavi bisognerà attendere almeno un mese. È una ditta specializzata incaricata dal proprietario della lottizzazione che sta effettuando i lavori. Il sito si trova nel cuore dell’area della lottizzazione dove sorgerà il complesso turistico-residenziale pubblicizzato come «Il Borgo del Sole». È stato lo stesso proprietario ad inviare la richiesta e a finanziare l’indagine archeologica della Soprintendenza. E la legge dice che fin che si effettuano i lavori di indagine archeologica i lavori della lottizzazione sono sospesi. Al termine, la Soprintendenza valuterà il valore del ritrovamento, sebbene sino ad ora la campagna con il metal-detector è stata poco fruttuosa. Rimane la suggestione di un’area di quasi un migliaio di metri, quindi decisamente vasta, già disegnata con un percorso di muri riportati in luce, che trasporta la mente al paesaggio antico che deve esserci stato in zona. Un paesaggio, tanti secoli fa, disseminato di ville e complessi abitati da un popolo che ha fatto la più grande storia al mondo. Un paesaggio ora destinato ad accogliere migliaia di turisti che da tempo attraversano le Alpi per ammirare le bellezze del Garda. La grande storia tracciata sul territorio, però, rischia ora la cancellazione, con nuove colate di cemento su prati che hanno conservato gelosamente per secoli i resti di una grande civiltà. Anche il sindaco Lorenzo Sartori sottolinea la meraviglia del ritrovamento, ma non si stupisce: «in quell’Area si è sempre pensato ci fossero dei resti archeologici, per la sua vicinanza ad altri siti abitativi già ritrovati in passato. Al momento non ne è valutabile l’importanza, si dovrà attendere la relazione conclusiva degli esperti e della Soprintendenza, ma questo ritrovamento è l’ennesima testimonianza della ricchezza storica ed archeologica del nostro paese».

Nessun commento: