mercoledì 21 maggio 2008

Paesaggio in pericolo - Cerro. La bocciatura non ferma il raddoppio della cava

Paesaggio in pericolo - Cerro. La bocciatura non ferma il raddoppio della cava
di Vittorio Zambaldo
martedì 20 maggio 2008 provincia pag. 27 l'Arena

La maggioranza ha approvato l’ampliamento dei «Due cerri»: previsti quattro lotti da completare in dieci anni, con tutti i ripristini

Il Consiglio comunale ha dato parere favorevole al raddoppio della cava «Due cerri», nonostante la valutazione contraria della Commissione edilizia e un piano cave del Comune, adottato quattro anni fa, che escludeva esplicitamente questa possibilità. «Sono state fatte valutazioni attente nella maniera più serena possibile», ha spiegato il sindaco Luca Scala introducendo l’argomento e ripercorrendo la storia della cava, aperta nel 1998 e che dovrebbe concludersi nel 2013.

Nel marzo 2007 la Commissione edilizia ha espresso parere negativo alla richiesta di ampliamento presentata nel dicembre precedente, sia per il vincolo PAESAGGISTICO, sia per problemi legati alla viabilità.

Ma due mesi dopo il geologo Enrico Nucci, lo stesso che aveva redatto il piano cave comunale dove era escluso ogni ampliamento, ha prodotto una relazione in base alla quale i vincoli da lui stesso individuati tre anni prima non erano poi così tassativi da dover escludere l’attività estrattiva.
È stato affidato al geologo Roberto Zorzin l’incarico di rilevare l’area di cava per verificare se quanto scavato corrispondesse all’autorizzazione. «Ho eseguito l’incarico trovando un solo cippo divelto, particolare non molto importante», ha riferito Zorzin in Consiglio, «valutando in 71.700 metri cubi il materiale già scavato».
La richiesta è di raddoppiare l’area di cava per complessivi 590 mila metri cubi in quattro lotti successivi, da terminare in dieci anni dal momento dell’autorizzazione, ricomponendo al termine di ogni lotto il prato e il bosco e eliminando la decina di gradoni prevista dal precedente progetto di ripristino per arrivare a realizzare piccole balze con pendenza massima del 30 per cento, riportando poi bosco e pascolo com’è ora: un progetto migliorativo, rispetto a quello di ripristino già approvato, secondo il sindaco e i geologi interpellati.
I vincoli posti dal Consiglio comunale per dare parere favorevole all’ampliamento, in deroga al piano cave esistente, riguardano lo smaltimento delle acque; l’introduzione di nuovi punti fissi per la misurazione; il mantenimento ottimale della strada comunale usata dal traffico da e per la cava; di non avviare un lotto se prima non viene ripristinato quello esaurito e di preservare la cengia naturale presente nel vajo.
«È una decisione molto grave», ha attaccato Andrea Bombieri, della minoranza, «perché contraddice il piano cave e scavalca il no della commissione edilizia e perché erano stati due gli estensori del piano ma solo uno è stato interpellato».
Dallo stesso gruppo Riccardo Fornalè ha aggiunto: «È una dimostrazione di scarsa sensibilità ambientale che non porta nessun vantaggio alle collettività, ma solo danni e favorisce solo una famiglia». Il riferimento era a Davide Scala, consigliere di maggioranza, uscito dall’aula durante la discussione, la cui famiglia ha presentato il progetto di ampliamento.
Il sindaco ha precisato che avrebbe seguito la stessa procedura se la richiesta fosse arrivata da qualsiasi altra persona e ricordato che alla collettività ritornerà un valore aggiunto dall’attività di scavo, oltre all’allargamento della strada. Soldi che Fornalé calcola sufficienti appena a sistemare la strada dissestata dal passaggio dei camion. L’ampliamento è stato adottato con i voti favorevoli della maggioranza, l’astensione di Giancarlo Mandarà della lista «Comitato nuovo Cerro» e i voti contrari dei consiglieri di «Vivere Cerro», Bombieri e Fornalè.

Nessun commento: