mercoledì 28 maggio 2008

Vetro e acciaio al Palazzo della Ragione. Scarpa: «Alle follie non c'è fine»

VERONA - Vetro e acciaio al Palazzo della Ragione. Scarpa: «Alle follie non c'è fine»
Martina Zambon
Corriere di Verona, 28 maggio 2008

«Ferro e acciaio», copertura standard da abbinare a un manufatto antico, ecco la proposta del sindaco Flavio Tosi per «allargare» Palazzo della Ragione e renderlo accessibile a grandi masse di visitatori. «Ma ne parleremo prima con la Soprintendenza». Una decisione che cozza, nuovamente, con l'opinione del progettista del restauro dell'edificio, Tobia Scarpa. «Se lo si considera un vero e proprio monumento lo si lascia integro, se, al contrario lo si mercifica, allora, spazio alla copertura in vetro e acciaio del cortile del Mercato Vecchio. Questo è tipico della psicologia del popolo veronese. Quello era uno spazio coperto da meravigliose volte quattrocentesche che, a un certo punto, si è deciso di demolire. Ora si vuole tornare alla carica costruendo una struttura di vetro e acciaio, a quanto dice il sindaco Tosi, per coprire nuovamente il cortile. Alle follie non c'è fine». La soluzione, secondo il sindaco scaligero, potrebbe con-
sentire di ovviare alle dimensioni del palazzo e di utilizzare l'area del cortile del Mercato Vecchio come atrio per le migliaia di persone attese agli eventi espositivi che dovrebbero poi accedere all'edificio dalla Scala della Ragione. Un intervento incisivo, o invasivo, a seconda della scuola di pensiero del restauro che, però, non convince l'architetto Scarpa. «Questa è violenza intellettuale che ritrovo nello spirito leghista - aggiunge Scarpa - Nel senso di luoghi in cui non c'è spazio per il ragionamento. Mi ricorda un po' le dinamiche degli anni successivi all'Unità d'Italia. Visto che non c'era più la necessità di avere delle mura difensive, vennero demolite cinte murarie antiche in tutta Italia. Ecco, queste cose continuano ad accadere sotto altre forme. Chi ha studiato il passato ha forse capito la lezione, in questo caso chi insiste a farlo è colpevole di non sapere». Palazzo della Ragione era già stato recentemente pomo della discordia per le critiche dell'amministrazione: pochi ascensori e, appunto, un atrio angusto. Critiche già respinte al mittente dal progettista: «Si tratta di un palazzo di fine 1100, già abbiamo fatto miracoli a liberare gli spazi che abbiamo liberato».

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